Turismo e rifiuti ‘all green’, il 2024 della Ciociaria passerà lì

La prima puntata dell’anno di A Porte Aperte: cosa lasciamo nel 2023 e quali sono le sfide dell’anno nuovo. Il green sarà al centro: dell'industria e del turismo. «È la spina dorsale dell’economia regionale», ricorda Guido D’Amico. Anche Mauro Buschini ne è certo: «La vera sfida del 2024 è diventare circolari».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Cosa ha lasciato il 2023 come base sulla quale costruire il 2024. E quali sono i nodi da sciogliere. Le sfide da affrontare nei prossimi mesi. Gli incroci da attraversare per comprendere dove stiamo andando. Che anno sarà? La prima puntata del 2024 di A Porte Aperte ha ripercorso i dodici mesi appena passati. (Leggi qui: Su cosa costruiremo il 2024).

Torna come ospite Mauro Buschini, oggi membro del Cda della Saf (leggasi Società Ambiente Frosinone) in quota Pd: dopo la lunga esperienza in Regione, come assessore al Ciclo dei Rifiuti, presidente del Consiglio e capo della maggioranza di Zingaretti, e la brevissima presidenza dell’Egato le cui competenze stanno per essere riassegnate alle Province.

In studio con lui Guido D’Amico, presidente di Confimprese Italia e componente della Giunta della Camera di commercio di Frosinone e Latina: leggasi Basso Lazio. E va dritto al sodo: «Il 2024 sarà caratterizzato da una situazione molto difficile, perché il 2023 non ci lascia una bella eredità sia nella macroeconomia che nell’economia del territorio».

Fare sistema, in maniera circolare

D’Amico è tra quelli che lo dicono da anni: «L’auspicio è di fare sistema, metterci insieme, collaborare. Remando tutti dalla stessa parte, forse riusciamo ad affrontare i problemi e a risolverne anche qualcuno. Le sfide del 2024 saranno molto importanti, perché prepareranno a quelle del 2025, per esempio il Giubileo».

Buschini crede che «il 2024 debba essere un anno di svolta, perché le difficoltà possono essere grandi opportunità». Si arma di ottimismo: «Deve essere l’anno in cui vedere i fondi Pnrr spesi o quantomeno impegnati su progettualità che possono rappresentare momenti di svolta. Deve essere l’anno in cui grandi problematiche vengano prese definitivamente di petto, su tutte quelle della sanità, riorganizzazioni e necessità di personale».

Dal punto di vista dello sviluppo sostenibile? «È indubbiamente uno degli anni in cui l’economia ispirata ai principi della circolarità può farci fare un salto in avanti – afferma Buschini, già assessore regionale e ormai nell’universo dei rifiuti -. È l’anno delle trasformazioni nel settore industriale. Partendo da quelle difficoltà, penso che questo territorio possa trasformarle in una possibile opportunità grazie ai tanti attori coinvolti».

Mala giustizia e burocrazia

Sfogliando l’album del 2023, si inizia dalla Cronaca: vengono ripercorsi i grandi processi, i delitti e tutti i fatti du sangue accaduti. Sono l’occasione per ‘leggere’ quegli eventi in prospettiva: perché la Giustizia è uno dei temi ai quali sono vincolati i fondi del Pnrr; così com’è non funziona e l’Europa chiede procedure più snelle, tempi più rapidi

La questione Giustizia «fa il paio e si confronta con la Burocrazia, spessissimo con la Malaburocrazia – argomenta il presidente D’Amico -. Sono molestie burocratiche, quando la burocrazia va in overdose, chiedendo troppo agli imprenditori e spesso inutilmente. Si ritardano i processi di produzione, ma qualche volta anche di insediamento delle aziende. Tutto questo si ritorce contro l’attrattività del territorio».

«Servono una Giustizia veloce e una Burocrazia velocissima sia dal punto di vista delle autorizzazioni quanto dei controlli – continua – Se non mi danno un’autorizzazione, questa decisione la impugno e in trenta o sessanta giorni ne esco positivamente o negativamente. Ma non si può portare avanti per anni nell’incertezza. L’imprenditore ha bisogno di sapere sempre quali sono gli argomenti che mi possono frenare, rallentare o bloccare i cicli produttivi. Deve saperlo prima, non dopo».

Confimprese Italia ha sollecitato misure da parte del Governo. «Ma non è il solo a intervenire sulle procedure – puntualizza D’Amicoperché intervengono anche la Regione, la Provincia, i Comuni e tutta una serie di altri enti. Il Governo sta provando a fare qualcosa, ma non basta. Ci avevano già provato i Governi precedenti. Bisogna affrontare il problema di petto con una cabina di regia che metta insieme tutti i player».

«Ridurre decisori e norme»

Buschini durante il periodo in Regione

Buschini propone due obiettivi: «Ridurre il numero enorme di decisori, che sono presidi ambientali importanti ma troppi. E ridurre il numero delle norme, come avevamo fatto in Regione con la “Taglialeggi”, visto che ci sono varie norme rispetto a un singolo procedimento. Un riordino organizzativo e legislativo è una delle premesse necessarie».

Buschini sui servizi. «Il 2024 apre una sfida per le istituzioni, anche educative, e una serie di investimenti da fare sul tema della violenza sulle donne. Abbiamo visto eventi di cronaca sul nostro territorio. Bisogna affrontarla con tutte le caratteristiche di un’emergenza. L’unica cosa che ci può aiutare è una grande rivoluzione culturale e formativa».

Tocca il tema caldo di questi giorni, sul quale il Partito Democratico si è diviso: l‘abolizione dell’abuso d’ufficio, l’atto illecito di un pubblico ufficiale che pregiudica l’esercizio delle funzioni d’ufficio. Lo stesso Ministero della Giustizia dice che il 90% dei processi finisce con un nulla di fatto. Perché è una norma generica e fumosa. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di giovedì 11 gennaio 2024).

Bye bye abuso d’ufficio

Mauro Buschini in studio

«C’è un dibattito aperto e credo salirà di tono nelle prossime settimane – commenta il democrat Buschini -. Il tema dei temi è trovare il giusto equilibrio, avere la possibilità di garanzia rispetto a un determinato atto illecito, anche per le segnalazioni da parte delle opposizioni. Si è fatta la gara a chi chiude più cose. Finalmente ci accorgiamo della necessità delle Province, visto che non si trova nemmeno chi deve fare le manutenzioni delle strade a fronte di specifiche competenze e scarse risorse».   

È l’altra faccia della Spending Review, l’anglofona revisione della spesa pubblica. «È in suo nome che si sono fatti morti e feriti – ritiene D’Amico -. Gli uffici della Giustizia, poi, diventano una sorta di consulenti ombra. Gli amministratori aspettano che un argomento arrivi in cassazione per sapere come comportarsi. ma nel frattempo il tempo scorre e le occasioni si perdono».

Buschini, allora, parla anche della situazione dei Sindaci: «Chi si candida a Sindaco è ormai un eroe. Se andiamo nei piccoli Comuni, il Segretario Comunale lo hanno a disposizione un giorno a settimana nella maggior parte dei casi perché per risparmiare è ‘a scavalco’ con gli altri paesi vicini. I responsabili di settore non hanno risorse per poterli prendere a tempo pieno. Bisogna concentrarsi sulla garanzia che hanno gli amministratori pubblici per esercitare la propria funzione, per non sbagliare e poter operare».

Grandi cambiamenti politici

Francesco Rocca

A fine 2022 ci sono state le Elezioni Politiche che hanno chiuso una stagione, mandando un Governo di Centrodestra alla guida del Paese e il Centrosinistra a ripensarsi completamente. Le Regionali 2023 del Lazio confermano che il vento tira da quella parte. Dopo dieci anni di Campo Largo progressista, viste le divisioni tra Pd e Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia e alleati conquistano la Pisana. (Leggi qui tutti i cambiamenti avvenuti in politica nel 2023: Su cosa costruiremo il 2024).

Luca Di Stefano, presidente della Provincia di Frosinone, ha istituito il Comitato per la ripresa e lo sviluppo sostenibile: come assicurato nel corso degli Stati Generali. Francesco Rocca, governatore del Lazio, ha aperto un capitolo di Bilancio riservato alla lotta contro la deindustrializzazione in Ciociaria. Servirà per le risorse che il Governo regionale riuscirà a individuare prossimamente.

«Gli Stati Generali sono stati una grande intuizione e la cabina di regia può aiutare questo territorio a crescere e diversificarsi – pensa D’Amico per Confimprese -. Sono un fiero assertore del turismo come grande attrattiva di questo territorio, un turismo sostenibile anziché tradizionale e di massa. Gli Stati Generali ci danno una certezza, che c’è la consapevolezza di quello che possiamo fare».     

«Rottura Pd-M5S? Calata dall’alto»

Per il Centrosinistra è un anno di profonda riflessione dopo l’addio del Movimento 5 Stelle all’alleanza con il Pd regionale. Avevano governato insieme per cinque anni: l’intero secondo mandato di Zingaretti. Poi la rottura e una candidatura alternativa, consegnando di fatto la Regione al Centrodestra.

«E il perché bisognerebbe chiederlo ai Cinque Stelle – sferza Mauro Buschini -. Non avevamo costruito quella coalizione in base a un accordo politico d’emergenza o di corsa. L’intesa era nata in aula, su provvedimenti, confronto, un progetto condiviso. Onestamente fu inspiegabile la chiusura in quel momento. Avevamo numeri stretti, ma in fondo fu un dibattito esclusivamente nazionale. Credo che l’errore sia stato quello di imporre sul Lazio logiche di carattere nazionale».

Se la scelta fosse stata lasciata ai dirigenti regionali? «Credo che il confronto tra Pd e M5S sarebbe andato avanti tranquillamente – dice Buschini -. Noi siamo un Partito che ragiona, discute e si divide anche in maniera veemente, ma quando si decide siamo sulla stessa linea. Nel Centrosinistra servirebbe un automatismo molto semplice, l’obbligo di Primarie come regola principe».  

Buschini non comprende neanche l’acceso dibattito riguardante la Segreteria Schlein: eletta grazie ai voti degli elettori non iscritti al Pd, che hanno ribaltato il risultato voluto da segreterie e tesserati. «Sono le stesse Primarie viste anche nei passati Congressi – così l’ex consigliere regionale del Pd – e non ce ne possiamo accorgere soltanto quando il popolo delle Primarie vota diversamente dagli iscritti. Sono un tifoso delle Primarie proprio perché credo che sia il modo migliore per mettere in sintonia il gruppo dirigente con quello che è il sentimento diffuso di cui guarda al nostro Partito come un punto di riferimento». Poi la commozione al ricordo del compianto leader regionale Bruno Astorre.

Davvero l’anno della Sanità?

Il 2023 è stato anche l’anno dell’addio del Covid, indebolito ma non ancora scomparso. Il 2024 dovrà essere l’anno della Sanità, riuscita a raggiungere livelli di efficienza solo con le ormai scomparse misure emergenziali. La nuova Regione Lazio ha commissariato la Asl di Frosinone dopo l’uscita del manager Angelo Aliquò, al timone per un solo anno nella costante girandola provinciale.

Dopo di lui, arriva la commissaria Sabrina Pulvirenti, espressione dirigenziale del Centrodestra. Sbrigherà l’ordinario finché non diventerà Direttrice generale e dovrà garantire anche lo straordinario. La Giunta Rocca, infatti, ha fatto emergere un debito della Sanità laziale pari a oltre 22 miliardi di euro.

Di contro, però, è stato sfornato un piano che assicura nuovi ospedali, assunzioni e stabilizzazioni del personale. Le liste d’attesa, per una visita come per un’operazione, restano però il grosso tallone d’Achille a livello territoriale come nel resto d’Italia. Mentre medici, infermieri e l’intero universo sanitario, quelli che chiamavano Eroi durante la pandemia, continuano a essere aggrediti verbalmente e fisicamente mentre svolgono la loro professione. Il presidente Rocca ha garantito che verranno messi in sicurezza, anche con presidi fissi.

Investire sulla Cultura, sulla carta

Turismo trekking

Si vuole investire in futuro anche sulla Cultura, ma il presente consegna dati poco incoraggianti. Il Sole 24 Ore, con il suo report annuale sulla qualità della vita, consegna un Basso Lazio pieno di bar e povero di cinema e teatri. La provincia di Frosinone è novantunesima per cultura e tempo libero, due posizioni in meno rispetto all’anno precedente. Mentre Latina perde sette posti e scivola alla 79esima posizione. Ma l’anno del Pontino si chiude in bellezza: ben due le candidate a Città italiana della cultura, ovvero Gaeta e lo stesso Capoluogo. È l’unica provincia italiana ad averne più di una.

Serve un Turismo ecosostenibile. «Che sia responsabile ed etico – precisa D’Amico -. Sarebbe un’offerta turistica che rappresenta un plus rispetto a quella attuale su questo territorio e non solo. Gli ultimi studi dicono che fa la differenza. Fa in modo che il turista, consumatore finale, scelga una destinazione piuttosto che un’altra».

E poi ancora: «Una volta faceva la differenza il prezzo e le caratteristiche dell’accoglienza cittadina e alberghiera. Ora c’è un’altra addirittura preponderante: le condizioni, come un albergo che non utilizzi la plastica e usi i pannelli solari, magari facendo un’offerta di territorio. La scelta green sta diventando una priorità».

«Viviamo di eventi estremi»

Foto Anrita1705 / Pixabay

Alla fine, se la crisi climatica diventerà irreversibile, sarà certamente tutto vano. «Viviamo di eventi estremi – dice la sua Buschini -. Passiamo da una grande quantità di pioggia in poche ore, che normalmente sarebbe quella di sei mesi, al caldo torrido».

La soluzione è quella che ci chiede l’Europa da decenni: «Serve un’economia basata sulla circolarità, perché sarà presto conveniente estrarre le risorse dai rifiuti. Sta crescendo una generazione che ha assunto consapevolezza del rispetto dell’ambiente, dell’utilizzo delle tecnologie e del risparmio delle risorse energetiche».   

Allora, che 2024 sarà? Buschini vuole essere ottimista: «Spero che possa rappresentare l’anno dell’inversione della tendenza, con il Covid definitivamente alle spalle e con investimenti nuovi da attrarre. Un anno di grande lavoro e impegno».

«Spina dorsale dell’industria del Lazio»

D’Amico, anche per conto della Camera di Commercio di Frosinone e Latina, commemora innanzitutto l’amico fraterno Giovanni Proia, già presidente della Confederazione dell’artigianato.

La Camera di Commercio del Basso Lazio, anche nel suo ricordo, «resta in prima linea ad affrontare tutte le sfide di questo territorio – assevera il membro della Giunta camerale -. Ci sta mettendo molto impegno, ma anche molte risorse con bandi da decine di milioni di euro a favore di aziende, alta formazione, ambiente e internazionalizzazione».

Conclude D’Amico: «Questo territorio è il primo tessuto imprenditoriale del Lazio, la spina dorsale dell’economia industriale regionale, e merita la presidenza del Consorzio industriale perché ce l’ha nei numeri e nel tessuto produttivo. E la Camera di Commercio del Basso Lazio, socio di maggioranza relativa del Consorzio, sta aiutando fortemente le imprese perché crede che il 2024 sia l’anno del rilancio dell’economia di questo territorio».    

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