Lega, via alla ‘pulizia’ anche a Viterbo: sul modello di Frosinone

A Viterbo come a Frosinone: i quadri dirigenti della Lega sono stati azzerati. Decisione del regionale. "Serve una riorganizzazione". Ma c'è chi sostiene che si tratta di un'opera di 'pulizia' per colpire chi non ha votato i candidati assegnati

Stesso schema, stesso modello. In provincia di Viterbo la Lega ha azzerato tutte le cariche: “Da questo momento, nessuno è autorizzato a parlare e a rilasciare dichiarazioni in nome e per conto del partito, se non il sottoscritto, nella qualità di commissario provinciale”. Stesso schema utilizzato a Frosinone la settimana scorsa: per azzerare il dissenso, eliminare chi non si è attenuto agli ordini di scuderia, isolare quelli che hanno votato alle Europee facendo di testa loro. (leggi qui Ecco perché hanno fatto i due documenti a difesa di Zicchieri: servono ad uno scopo preciso)

L’ordine, anche in questo caso è partito dal Coordinatore regionale Francesco Zicchieri. Concordandolo con il responsabile provinciale della Tuscia, il senatore Umberto Fusco. È stato quest’ultimo a comunicarlo con una mail ai componenti il Direttivo Provinciale ed ai coordinatori Comunali del Partito.

Ufficialmente l’azzeramento è dovuto ad una «ristrutturazione del Partito a livello regionale».

Non ne è convinto il generale a riposo Luigi Tofone, fino a questa mattina responsabile della Lega ad Orte. «Sta succedendo la stessa cosa che avete raccontato nei giorni scorsi a Frosinone. Si intende punire chi non ha votato seguendo le indicazioni che erano state date. Tutti noi abbiamo votato Lega alle Europee ma alcuni hanno espresso la loro preferenza verso un candidato differente da quelli che era stato indicato dall’alto. Chi non ha seguito quegli ordini ora è sotto accusa. E la democrazia che fine ha fatto?»

Eppure in provincia di Viterbo il Carroccio è andato benissimo: ha eletto diversi sindaci sia al primo turno che nel ballottaggio di inizio giugno. Il fatto è che la Lega non vuole dissenso interno. Non vuole correre il rischio che si creino correnti. E che gli equilibri interni possano poi essere messi in discussione.

Soprattutto adesso che l’aria di elezioni si fa sempre più intensa.