Zingaretti-Fico e Berlusconi-Renzi: il nuovo gioco delle coppie della politica italiana

Gli scenari stanno cambiando, come ha capito in anticipo il direttore de Il Fatto Marco Travaglio. In Ciociaria l’asse tra De Angelis e Abbruzzese è solidissimo. Semmai sarebbe interessante vedere l’alleanza tra Frusone e Buschini. Mentre Ruspandini dovrebbe guardare a Rufa

Il direttore de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio non è uno che tira a indovinare.

Marco Travaglio sa in anticipo quello che potrebbe succedere nella politica italiana e se da qualche giorno ha iniziato il martellamento contro il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, allora bisogna alzare le antenne.

In realtà quello che sta succedendo è abbastanza chiaro, anche se poi bisognerà vedere se alla fine i cambiamenti ci saranno. Però il gioco delle coppie coinvolge da una parte il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il numero uno della Camera dei deputati Roberto Fico, mentre dall’altra parte ci sono l’eterno Silvio Berlusconi e l’ex rottamatore che non ha superato il trauma elettorale del 4 marzo, il senatore Matteo Renzi.

 

Zingaretti segretario

Nicola Zingaretti vuole prendersi il Pd, punto e basta. Ha spostato di una settimana, al 13 e 14 ottobre, la mega convention a Roma e intanto ha iniziato a intervenire un giorno sì e l’altro pure su ogni tipo di mezzo di comunicazione: da La Repubblica alla… caccia al tesoro. Prendendo le distanze dal modello Macron, attaccando Matteo Renzi e, soprattutto, mettendo nel mirino politico Matteo Salvini.

 

Nel frattempo, all’interno del Movimento Cinque Stelle, Roberto Fico e buona parte della base sta criticando il ministro dell’Interno, mettendo in obiettiva difficoltà Luigi Di Maio. Tra Carroccio e Cinque Stelle più di qualcosa scricchiola e in molti adesso ricordano che proprio Roberto Fico arrivò ad un passo dall’intesa di governo con il Pd, su mandato (esplorativo) del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Fu Matteo Renzi a far saltare tutto. Ma se alla guida dei Democrat arriva Nicola Zingaretti, cambia tutto. E’ una prospettiva vera.

 

Sull’altro fronte il rapporto tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi non si è mai interrotto. Così come rimane il contenitore del Partito della Nazione, con quel che resta di Forza Italia e quel che resta del Pd renziano.

 

Il gioco ad incastri

In questo gioco di incastri la terza posizione è quella della Lega di Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Il sistema italiano potrebbe rimanere tripolare ma con dinamiche diverse.

 

Sarebbe interessante vedere cosa succederebbe a livello locale. Se alla fine Francesco De Angelis dovesse rimanere con Matteo Orfini, nulla di nuovo: l’asse con Mario Abbruzzese è solidissimo e sperimentato. A prova di prima, seconda e terza Repubblica. 

 

Mentre Luca Frusone potrebbe trovarsi dalla stessa parte con Mauro Buschini, che andrà con Zingaretti.

Più complicato pensare ad un’alleanza stabile tra Mauro Ruspandini e Gianfranco Rufa.