Ciociaria maestra di IA: via allo sportello per la transizione digitale delle imprese

È una società di Frosinone la capofila di AI Magister: il Polo di innovazione digitale con il marchio di qualità della Commissione europea. Dall’interfaccia, l’unica con il Mimit, il primo bando da mezzo milione di euro per favorire il percorso delle Pmi verso l’intelligenza artificiale e il metaverso. Come funziona

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Mezzo milione di euro per le imprese che intraprendono la transizione digitale e tecnologica alla volta del metaverso: il mondo virtuale spiccicato alla realtà. Si è aperta la prima finestra del bando per l’accesso ai servizi di AI Magister: l’Edih, Polo europeo di innovazione digitale con il “Seal of excellence”, il marchio di qualità della Commissione europea.

È l’unica interfaccia con il Mimit, Ministero delle imprese e made in Italy. Il progetto è stato ideato e viene coordinato da una società capofila che è di Frosinone. A guidare il pool sarà Profima società di consulenza per lo sviluppo, situata in Piazzale De Matthaeis. Mette insieme tredici aziende settoriali con quattro atenei: Iulm di Milano, Libera università di lingue e comunicazione; Università Federico II di Napoli, Università di Salerno e Università politecnica delle Marche

Fino al prossimo 30 ottobre, a seconda delle dimensioni, le imprese potranno ottenere sconti dal 50 al 100% sulle fatture degli investimenti su processi di digitalizzazione e tecnologie di intelligenza artificiale. A finanziarlo è il dicastero retto da Adolfo Urso, che da oltre un anno e mezzo ha firmato il decreto che stanzia 350 milioni del Pnrr per i centri di trasferimento tecnologico per segmenti di industria.

AI Magister, per la transizione digitale

(Foto: vpnsrus)

AI Magister muoverà complessivamente qualcosa come 164 milioni di euro, di cui 85 milioni di provenienza pubblica e 79 milioni di natura privata. E porterà alla formazione di quasi 11.500 operatori. Si punta a creare una città digitale a cui gli utenti possano accedere per godere dei servizi del Polo di innovazione e partecipare all’Accademia. Si gettano le basi affinché il “Maestro” possa insegnare intelligenza artificiale nell’universo parallelo della virtualità.

Rientra nella seconda componente, “Dalla ricerca all’impresa”, della quarta missione, “Istruzione e ricerca”, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’investimento è il 2.3: potenziamento ed estensione tematica e territoriale di Edih e Seal of Excellence. Il Mimit sovvenziona AI Magister per facilitare il percorso delle piccole e medie imprese verso la trasformazione tecno-digitale: una macroarea che conta quasi 35 punti di Pil nazionale.

«È uno strumento fondamentale – spiega il Ceo di Profima, Enzo Altrobelli – per aiutare le aziende nella loro transizione digitale portandole nel futuro mediante l’offerta di servizi avanzati e di alto valore funzionali ad una crescita organica sia in termini di efficacia che di efficienza». Prevede anche approfondimenti rispetto a settori decisivi come mobilità, trasporti, logistica, agroalimentare e servizi pubblici. Si parte, però, con quella che i promotori lanciano come «disseminazione della tecnologia nelle imprese italiane».

La disseminazione delle tecnologie

Enzo Altobelli

Innovazione, creatività e opportunità di finanziamento con l’intelligenza artificiale. Viene confezionato così lo sportello unico che aiuterà imprese private e organizzazioni pubbliche a far propria la rivoluzione informatica. «La mission di AI Magister – fissa Enzo Altobelli – è quella di favorire la disseminazione e l’utilizzo delle tecnologie avanzate e in particolare dell’intelligenza artificiale nelle imprese italiane per aumentarne la competitività e il business».

Il passaggio chiave è questo. L’avvento dell’Intelligenza Artificiale è paragonabile all’arrivo delle calcolatrici tascabili nelle mani dei bambini. Dicevano che li avrebbe resi stupidi ed incapaci di fare i calcoli perché da quel momento in poi tutte le operazioni sarebbero state affidate a quelle scatolette portatili. Invece si capì che andava rivoluzionato tutto: ai bambini andava insegnato ad impostare le operazioni lasciando i calcoli alle macchinette. Erano gli Anni 70. Oggi l’Intelligenza Artificiale consentirà di fare un salto altrettanto importante: messa nelle imprese può migliorarne i processi, la qualità, i prodotti. Ma serve chi sappia come si usa. Impostando le operazioni e facendo fare i calcoli come negli Anni ’70.

Per insegnare come usare al meglio l’AI ci sono quasi cinque milioni, intanto, per garantire servizi agevolati alle imprese. «Questo avviene tramite una modalità di erogazione “a sportello” – spiega Enzo Altobelli – che permette alle aziende di richiedere i fondi e accedere ai servizi in relazione alla data di presentazione della domanda. Le imprese interessate possono presentare la propria candidatura senza vincoli. Qualora venissero ammesse, avranno la libertà di decidere se proseguire o meno con le successive fasi di contrattualizzazione».

Una rete di competenze e risorse

Ci si può affidare, senza impegno, all’Edih. Supporta le aziende nei processi di produzione e nell’utilizzo di prodotti e servizi digitali. La grande sfida è la “Digital & intelligent green transformation”: «Rendere la tecnologia accessibile e vantaggiosa per un’ampia gamma di utenti con l’obiettivo di favorire la crescita di molteplici organizzazioni, migliorare l’efficienza operativa e aumentare competenze e conoscenze aziendali».

La rete, oltre che dalla capofila Profima e dai quattro atenei, è formata altre dodici eccellenze imprenditoriali nazionali. Mette a disposizione 88 professionisti, garantendo il 42% delle poltrone alle donne. «Questa rete – conclude il Ceo di Profimaunisce una vasta gamma di competenze, risorse e asset preesistenti per rafforzare la nostra presenza e i nostri servizi». Vi appartengono anche la Cles, per consulenza specialistica e ricerca applicata, e la Ditecfer, distretto tecnologico per la sicurezza delle reti.

Ci sono anche la Fondazione Ampioraggio, promotrice della diffusione delle tecnologie ed il Geosmartcampus, ecosistema basato su innovazione diffusa e geografia digitale. Ma anche Jobiz, per la formazione e riqualificazione delle risorse umane, e Lots, start-up per la gestione del lavoro e la formazione continua.

A seguire Node, polo digitale del Ministero dello sviluppo economico, e Rulex, per l’automazione dei processi tramite intelligenza artificiale. Con loro anche Social Thingum, società specializzata nell’interazione uomo-macchina, e Whoteach, piattaforma digitale a supporto della formazione. Chiudono Zest e la sua ala, Innovation, come punto di riferimento a livello europeo per la crescita dell’innovazione e leader nazionale in finanziamenti a medio-lungo termine e accelerazione di start-up.