Stellantis, riparte la produzione: meno male che c’è S3

Il rientro in fabbrica per i 2.850 di Stellantis Cassino Plant. La marcia di avvicinamento a Dare Forward 2023. Sta cambiando tutto in modo rapido: i nuovi competitor sono Byd e Nio. Il Lazio ha rischiato di rimanere tagliato fuori. Il ruolo di Unindustria nella linea S3. Strategica e con effetti a cascata: da lì le operazioni Tecnobus e P4F

Lasciate perdere. Lasciate perdere le auto come le avete viste fino ad oggi. Soprattutto dimenticate il confronto tra i marchi che avete soppesato finora quando è stato il momento di scegliere la macchina nuova. Fiat oppure Renault, Peugeot o Opel, Mercedes o Bmw…: roba del passato. Stanno per scoprirlo i 2.850 dipendenti che in queste ore hanno iniziato a riprendere servizio nello stabilimento Stellantis Cassino Plant. Le ferie sono finite e riparte la produzione.

Inizia anche a Cassino la marcia di avvicinamento a Dare Forward 2030, l’obiettivo di azzerare le emissioni di carbonio entro i prossimi 7 anni. E nello stesso tempo raddoppiare i ricavi e registrare utili a due cifre. Cambiano le auto, si viaggia verso il motore elettrico ed i competitor adesso vengono da Oriente ed hanno gli occhi a mandorla. Si chiamano Byd e Nio ma ce ne sono pure altre. Mordono ai polpacci: hanno modelli più avanzati dei nostri, sono molto avanti nella gestione delle batterie e delle ricariche.

Tutto l’indotto automobilistico del Lazio ha rischiato di rimanere tagliato fuori. La politica che governa il territorio nemmeno si è accorta di quello che stava accadendo.

La linea S3

Uno degli ingressi di Cassino Plant

L’indotto di Cassino stava lentamente scomparendo dai radar, si stava dissolvendo poco alla volta. Ad avere la lucidità di reagire è stata Unindustria: nasce dalla sua mobilitazione l’istituzione di quella che in termine tecnico si chiama ‘linea strategica nella programmazione regionale S3 dedicata all’Automotive‘. Di cosa parliamo?

L’Unione Europea ha delineato gli indirizzi generali per fare dell’Europa, nei prossimi anni, un luogo di crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Lo ha previsto con la Strategia Europa 2020. Tra i pilastri di questa strategia un ruolo centrale lo ha l’iniziativa Unione per l’Innovazione: ha determinato il paradigma di riferimento per le politiche comunitarie e regionali.

La Regione Lazio ha disegnato la sua strategia, si chiama Smart Specialisation Strategy. E lì ha elencato in che modo puntare sul suo sviluppo. L’Automotive non c’era: non faceva parte degli assi principali suoi quali scommettere e sui quali lavorare. A farlo notare è stato il presidente di Unindustria Angelo Camilli ottenendo l’istituzione di quella linea strategica S3.

Lo ha fatto mettendo sul tavolo della Regione uno studio commissionato da Unindustria Cassino ad Anfia, l’associazione dei produttori dell’automotive. È da quello studio voluto dal presidente territoriale Francesco Borgomeo che è cambiata la visione. I numeri hanno detto che l’indotto Stellantis ha poco o nulla da spartire con l’indotto Fiat: oggi oltre il 60% delle aziende automotive del Cassinate ha fatturati importanti con aziende non Stellantis. Significa che la schiavitù della monofornitura è finita, nel Sud della Ciociaria sono stati sviluppati brevetti e livelli qualititivi di eccellenza.

L’effetto a cascata

I mini bus Tecnobus

Quella linea strategica ha portato per la prima volta il Lazio al tavolo nazionale dell’automotive: la Regione con al suo interno Roma e lo stabilimento Cassino Plant ne era sempre stata esclusa.

Quella linea Smart Specialisation Strategy ha innescato effetti a cascata. C’è anche quella visione regionale e nazionale dietro all’operazione che ha riportato in produzione la Tecnobus di Frosinone, società che aveva progettato e realizzato i mini bus totalmente elettrici con ben 25 anni di anticipo. E c’è sempre quella visione strategica tra gli elementi che hanno portato alla nascita di Power 4 Future, la joint venture di Fincantieri per la realizzazione a Cassino della prima gigafactory nel centro Italia. (Leggi qui Tecnobus rinasce: il nuovo Gulliver è già in strada. E leggi qui: Via libera alla Gigafactory di Power4Future).

Quel coinvolgimento del Lazio voluto dal presidente di Unindustria Angelo Camilli ha permesso di “rimettere la chiesa al centro del villaggio“. Ma è solo un punto di partenza: ottimo ma di partenza. Perché mancano due elementi fondamentali. Il primo: Stellantis ed il suo indotto si muovono secondo logiche diverse e non sulla base di una strategia comune; Unindustria ha lavorato per pianificare un rilancio del settore, il colosso con testa in Francia e libri contabili in Olanda guarda con interesse ma si muove su input autonomi.

L’altro elemento ancora assente: manca tutta la programmazione, quella su come riconvertire le migliaia di lavoratori che con il passaggio alla piattaforma elettrica perderanno il posto, semplicemente perché quella mansione non esisterà più. Stellantis ha già iniziato il processo di riconversione dei suoi ingegneri: lo ha fatto istituendo un’accademy e da progettisti meccanici si stanno trasformando in progettisti dei tempi, degli spazi, delle abitudini.

Unindustria ha fatto la sua parte finanziando Its Meccatronico che sforna i lavoratori del presente: ragazzi che appena diplomati trovano la fabbrica ad aspettarli perché è della loro professionalità che c’è bisogno. Unicas ha sfornato gli ingegneri che stanno realizzando le batterie del futuro in P4F.

Unicas e Its Meccatronico ci fanno sapere che nel futuro ci sappiamo stare da protagonisti.

La Stellantis di oggi

Angelo Camilli (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

La Stellantis Cassino Plant che questa mattina ha ripreso la produzione è profondamente diversa da quella che produceva le Fiat 126 negli anni Settanta impiegando 12mila addetti tra diretti ed indotto. Oggi sono rientrati al lavoro i 2.850 dipendenti ma la quasi totalità (2.375) è sotto Contratto di solidarietà fino a marzo 2024. In pratica, tutti tranne i 440 addetti alle Presse ed i 400 al reparto Plastica Plance che produce per Alfa Romeo Tonale. Ossia 440 operai addetti al reparto plastica e 400 alle presse.

Le linee di produzione rimesse in moto sono tutte: Alfa Romeo Giulia e Stelvio e Maserati Grecale. Si stima una produzione di seicento pezzi al giorno ma la capacità produttiva di Cassino Plant è di ben mille pezzi al giorno.