Via libera alla Gigafactory di Power4Future

La Regione Lazio ha autorizzato la trasformazione del Polo logistico ex Cosilam in fabbrica di batterie al litio. Stellantis ne produrrà in massa a Termoli, ma Cassino non resta a guardare. E non punta solo alle auto

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

La Regione Lazio ha autorizzato Power4Future, meravigliosa creatura dei colossi Fincantieri e Faist, a trasformare il Polo logistico del Cosilam nell’annunciata Gigafactory di Piedimonte San Germano. Sarà una fabbrica di batterie agli ioni di litio e produrrà più di due Gigawattora nel giro di cinque anni. Nascerà nel distretto industriale di Cassino e Stellantis.

L’annuncio era stato dato due anni fa e l’accordo era stato siglato a distanza di un anno. Ora, con la stessa cadenza, si è conclusa positivamente anche la conferenza dei servizi indetta dieci mesi fa dalla Regione Lazio Direzione regionale per lo sviluppo economico, le attività produttive e la ricerca. Verranno investiti venti milioni di euro, il Cassinate diventerà strategico nella sfera della mobilità alternativa, saranno creati almeno quarantacinque posti di lavoro. E tutto un nuovo mercato intorno.

La sede dell’ex Consorzio per lo sviluppo industriale del Lazio Meridionale (Cosilam), assorbito dal Consorzio industriale del Lazio, diventerà lo stabilimento produttivo della società Power4Future: la joint venture tra le controllate Fincantieri Sistemi Integrati e Faist Electronics. (Leggi qui Il futuro è al litio e passa per Cassino e poi qui La firma c’è: nasce la GigaFactory di Fincantieri).

Avanti con la Gigafactory

Il Polo logistico ex Cosilam, ventura Gigafactory

Oltre ottomila metri quadri saranno convertiti alla produzione di batterie al litio e ai servizi di progettazione, assemblaggio, commercializzazione e post vendita di moduli e gruppi elettrogeni, nonché dispositivi di controllo e sistemi di gestione, anche antincendio e di condizionamento.

Fincantieri SI, controllata dal più grande gruppo navale d’Europa, è leader nell’integrazione di sistemi di propulsione elettrica in applicazioni marine e terrestri. Faist Electronics, ramo dell’omonimo gruppo multinazionale, è specializzata nello sviluppo di sistemi di accumulo di energia elettrica. Si sono messi insieme e hanno sfornato P4F. Faist è anche socio maggioritario di E-lectra, azienda partecipata dall’Università di Cassino e del Lazio Meridionale.

L’azienda cassinate, all’avanguardia nell’elettrificazione dell’Automotive e dell’elettronica di potenza per i sistemi energetici, è ormai sede operativa secondaria di Power4Future. Il quartier generale, invece, è la Faist Light Metal Engineering di Calderara di Reno (Bologna). Per la produzione e lo sviluppo di batterie al litio, però, si è voluto puntare sull’area industriale di Cassino. È il frutto della collaborazione tra Regione Lazio, Provincia di Frosinone, Comune di cassino, Consorzio industriale, Unindustria e Università. (Leggi qui L’uomo che sussurrava ai cavalli elettrici e Camilli: “Abbiamo di fronte anni di grande sviluppo”).

Spazio a innovazione e ricerca

Il Palazzo della Pisana, sede della Regione Lazio

La Regione Lazio, attraverso la Direzione competente, ha rilasciato in otto mesi un’unica autorizzazione comprensiva di ogni parere, intesa, concertazione, nulla osta e atto di assenso. Lo ha potuto fare, abbattendo la burocrazia, grazie alla Legge di stabilità regionale 2020: approvata il 27 dicembre 2019 per introdurre misure per lo sviluppo economico e l’attrattività territoriale degli investimenti.

A tal fine, infatti, l’articolo 4 della normativa prevede che «la Regione, tenuto conto delle iniziative di interesse nazionale ed in raccordo con gli enti locali, promuove misure straordinarie di semplificazione delle procedure autorizzatorie necessarie per l’insediamento di siti produttivi ad alta intensità di innovazione e ricerca». Sarà semplicemente l’operazione più importante dai tempi della Fiat e si accompagnerà allo sviluppo dell’indotto.

Dal prossimo anno, intanto, Stellantis avvierà la conversione dello stabilimento di Termoli nella prima (mega) Gigafactory italiana. Dal 2030, a pieno regime, duemila lavoratori produrranno 40 Gigawattora. Fino ad allora saranno anche tempi di sacrifici, ammortizzatori sociali, formazione del personale. Ma diventerà il terzo stabilimento in Europa per la produzione di batterie al litio.

L’elettrificazione di Stellantis

Cassino Plant, stabilimento Stellantis di Piedimonte San Germano

A Termoli verranno realizzati accumulatori per l’Automotive Cells Company (Acc), joint venture questa tra Stellantis, Total e Mercedes. Si stima che nel 2030 l’Acc sarà il quinto produttore europeo con 64 Gigawattora: poco più della metà di quanto produrrà l’ancora incontrastata Tesla (125 Gwh).

Cassino Plant ha un futuro tracciato. E non è un futuro di secondo piano. Per annunciarlo, il mese scorso si è mosso direttamente il Ceo Carlos Tavares: sarà il secondo sito di Stellantis (dopo il canadese Windsor Assembly Plant) a produrre veicoli basati sulla piattaforma Bev flessibile Stla Large. È una delle quattro piattaforme alla base del programma di elettrificazione di Stellantis. Garantirà fino a ottocento chilometri di autonomia con l’elettrico, grazie all’assemblaggio con moduli di propulsione elettrica e pacchi batteria modulari. (Leggi qui: Tavares annuncia: “C’è un futuro premium per Cassino Plant”).

Saranno prodotti in massa da Stellantis (con Total e Mercedes) nella Gigafactory di Termoli. Di batterie ne farà trenta volte di meno, ma Power4Future lancia la sfida proprio nel Cassinate: nella storica terra di Fiat, nel distretto industriale di Cassino e del Lazio Meridionale, tra i più importanti dell’intera regione. (Leggi qui Una Folgore a Shanghai per quelli che parlano male della Ciociaria).

(Foto di copertina © DepositPhotos.com)