Al di là della polemica diretta sulle mascherine tra Tagliaboschi e Natalia: c'è il primo segnale che indica lo stress da responsabilità nell'amministrazione. Un segnale che proprio la maggioranza non può sottovalutare
Inizialmente fu il sindaco Fausto Bassetta. Ed il suo attacco all’opposizione definita “criminale”. La vicenda in questione riguardava la polemica scatenata da alcuni esponenti della minoranza di allora (adesso, va da sé) assiepati tranquillamente tra i banchi della maggioranza) contro alcune assunzioni effettuate dall’amministrazione comunale di allora.
La definizione fece scandalo; il sindaco provò a fare marcia indietro, negando che l’espressione fosse stata effettivamente pronunciata; ma le registrazioni lo inchiodarono alle parole dette. La crisi che avrebbe portato alla fine della stagione bassettiana sarebbe arrivata dopo; ma i primi segnali arrivavano da lì.
Venne poi Gianluigi Ferretti. Che, qualche mese fa, in una conferenza stampa, a proposito dell’atteggiamento della maggioranza comunale, parlò di mancanza di “onestà intellettuale”. Anche lì fuoco alle polveri, tentativo di fare marcia indietro da parte del consigliere, reazione rabbiosa del gruppo provinciale di Fratelli d’Italia, che ne chiese la defenestrazione. Non è azzardato dire che la carriera politica di Ferretti, forse, si è stoppata lì.
Arteriosclerosi politica
Ed arriviamo all’oggi. Ad Anagni è polemica sui criteri adottati dal sindaco Natalia per la distribuzione delle mascherine. Si parla di circa 4000 pezzi acquistati per circa 20.000 euro dall’amministrazione comunale. Una polemica cavalcata soprattutto dal consigliere del Pd Sandra Tagliaboschi. Che chiede al sindaco, in più di una circostanza, conto dei numeri e dei criteri della distribuzione. Tanto che il sindaco, ad un certo punto, esplode. Ed in una nota ufficiale, replicando per l’ennesima volta alla consigliera di aver fatto tutto in totale trasparenza, dice che il comportamento della Tagliaboschi è un chiaro segnale di “arteriosclerosi politica”.
Insomma, secondo il primo cittadino, la Tagliaboschi avrebbe superato il limite della legittima polemica politica, per arrivare nel regno della patologia, insistendo sulla questione senza avere un straccio di prova documentale.
Primo segnale di nervosismo
Cos’è che accomuna le tre dichiarazioni? La perdita di controllo. L’incapacità, sicuramente momentanea, di mantenere in ogni momento quel rispetto della controparte. Non tanto perché dovrebbe, anche nei momenti più duri della polemica, rappresentare la base del confronto. Ma perché si fornisce all’avversario un nuovo appiglio al quale aggrapparsi per montare una polemica. Che senza quell’appiglio non si sarebbe sviluppata.
In questo senso l’appiglio fornito da Natalia è un segnale da tenere in considerazione. Perché le dichiarazioni di Bassetta e di Ferretti arrivavano in conferenza stampa. Quindi erano parole pronunciate in diretta. Quella di Natalia è invece la parte finale di una nota. Un testo, si suppone, meditato e ponderato. Cade quindi l’esimente della foga del discorso. E l’errore politico diventa più grave. Non solo sul piano meramente formale. Ma perché dimostra, evidentemente, un certo grado di nervosismo che, fino ad ora, il sindaco non aveva mai fatto trapelare.
Spia, forse, della fatica dovuta alla consapevolezza di trovarsi davanti a mesi molto complicati. Non solo per la gestione dell’emergenza covid; ma di tutto quello che è ancora in ballo; il problema sanità (con i comitati che gli rinfacciano l‘assenza sostanziale di misure importanti per la difesa dell’ ex ospedale); il futuro economico della città (con la fragilità dell’assessore Retarvi che viene ormai apertamente ammessa anche in maggioranza). Da ultimo, la sfortuna di vedersi l’Anagni Calcio retrocesso in Eccellenza un secondo dopo l’inizio dei lavori per la sistemazione del campo sportivo. Con annesse polemiche per il milione di euro dedicato a quel progetto. Soldi che, ha detto per esempio Fioramonti ieri, avrebbero potuto essere dedicati ad altro.
Tutto ciò rende comprensibile il nervosismo. Che però non deve superare certi limiti. Altrimenti diventa il segnale di un problema politico.