Lo scenario politico di Anagni e la recente mancata seduta di Consiglio offrono alcuni spunti di riflessione. Su almeno tre posizioni degne di Amleto.
È l’indeciso più famoso della storia del teatro mondiale. Il “suo” monologo tutti, almeno una volta nella vita, hanno provato a recitarlo. Il suo nome è diventato sinonimo di dubbio, incertezza, incapacità di scegliere.
Insomma, Amleto. Il principe danese con il suo “essere o non essere“ (atto III, scena I) è diventato, nei secoli la figura a cui tutti si ispirano quando vogliono descrivere un carattere in preda alla pavidità, all’incapacità di decidere cosa fare in modo chiaro. Sei Amleto quando non sai dove andare; sei Amleto quando non sai con chi stare; sei Amleto quando non sai come reagire.
Tutto questo per dire che Ad Anagni, da un po’ di tempo, c’è una situazione politica con tre potenziali aspiranti al titolo di Amleto. E si stanno comportando di conseguenza per ottenere la candidatura relativa, inanellando comportamenti, scelte ed atteggiamenti che fanno pensare al principe danese. Si tratta, casomai non si fosse capito, del sindaco Daniele Natalia, dei consiglieri Gianluigi Ferretti e Antonio Necci. Uniti da nun comune denominatore: tre uomini il cui sottofondo amletico esce fuori già a partire dal tentativo di individuare la loro collocazione politica.
Il caso Natalia
Nel caso di Daniele Natalia, la domanda amletica è “Essere o non essere… di Forza Italia?” Candidato con uno dei geniali e poco corretti blitz di Mario Abbruzzese, l’avvocato Natalia ha vinto con facilità le elezioni guidando lo schieramento unito del Centrodestra. È stato considerato a lungo la figura emergente di quel settore politico, tanto che qualcuno aveva ipotizzato la sua candidatura a Presidente della Provincia di Frosinone, scegliendo di non schierarlo perché avrebbe potuto vincere nel confronto contro Antonio Pompeo.
Ora con chi sta Daniele Natalia? Sta con Antonio Tajani o è orientato verso i Totiani di Abbruzzese? Sta ancora in Forza Italia o punta verso la nuova formazione che ha iniziato a prendere forma con la Convention del Brancaccio. (leggi qui La rivoluzione interrotta di Toti: «Né contro Silvio, né scissione». E fa il pienone). Oppure sta con la Lega. Mettendo a rischio le ambizioni regionali del suo vicesindaco Vittorio D’Ercole?
Non è una questione formale. È di sostanza: per capire con precisione quali siano gli equilibri. Anche e soprattutto sui grandi temi: come la questione rifiuti o la tariffa dell’acqua, che dono materia per l’assemblea dei sindaci.
Il caso Necci
Analogamente amletica la posizione del dottor Antonio Necci, entrato in consiglio comunale con le rocambolesche dimissioni del mancato sindaco Daniele Tasca. (leggi qui Tasca si è dimesso dal Consiglio. Natalia è senza avversari). Dimissioni sulle quali ha lanciato pesantissimi sospetti l’ex eurodeputato ed ex coordinatore regionale del Popolo delle Libertà Alfredo Pallone, senza che mai nessuno si sia alzato a smentirlo o chiedergliene conto. (leggi qui «Cari Fratelli, Alfredo Pallone è con voi…»).
Il dottor Necci è espressione della civica Medici ed Ambiente e siede all’opposizione. Ma politicamente ha un fitto dialogo con l’area della Lega. Che invece sta in maggioranza.
A Necci è stato contestato più volte di essere stati la stampella politica della maggioranza: sul Bilancio e su altri temi chiave.
Anche nel suo caso c’è una domanda amletica: “Essere o non essere… in maggioranza?”.
Il caso Ferretti
Tra i tre, quello politicamente più gustoso è il caso di Gianluigi Ferretti. Già, perché di Ferretti risulta, almeno al momento, difficile anche capire a quale forza politica appartenga. In consiglio comunale siede, almeno per il momento, tra i banchi dell’opposizione, come unico esponente della lista Anagni terra nostra.
Ferretti però è anche consigliere provinciale. E qui, dopo essere stato eletto nella lista civica di Alfredo Pallone, Ferretti siede tra le fila di Fratelli d’Italia. Inevitabile quindi la domanda che gli viene fatta da tempo; ma Ferretti, ad Anagni, con chi sta? Con l’opposizione di Anagni terra nostra, o con la maggioranza di Fdi? Domanda legittima. A cui però finora non è stata data risposta. Quando si dice l’indecisione.
I casi si intrecciano
Ma c’è di più. Qualche giorno fa in città ha tenuto banco il caso del Consiglio Comunale disertato dall’opposizione per irregolarità, secondo la minoranza, nella convocazione dell’assise. Una diserzione sottolineata dalla diffusione di una nota della minoranza in cui si parlava di “democrazia a rischio”.
Una nota che però, pur essendo stata diffusa come espressione di tutta la minoranza, non è stata riconosciuta dal consigliere di Medici ed Ambiente Antonio Necci. Che, anzi, ha fatto chiaramente capire di essere in disaccordo con il documento. Una scelta chiara, quella di Necci.
Meno chiara, invece, quella di Ferretti. Che, dicono le indiscrezioni, aveva anticipato che non si sarebbe presentato in Consiglio, ma solo per motivi di lavoro, non per altro. Poi però, sollecitato, non ha chiarito del tutto se la sua assenza fosse dovuta al lavoro o alla protesta politica avanzata dal resto dell’opposizione. Decidendo, pare solo alla fine di un lungo e tormentato colloquio, di riconoscere la lettera del resto dell’opposizione.
Un atteggiamento obiettivamente meno chiaro. Che riporta all’indecisione di cui sopra. Rischiando di aprire la conta tra chi sia più o meno amletico dell’altro.
La soluzione Pallone
La soluzione al dilemma potrebbe arrivare dall’alto. Nel senso che potrebbe giungere da Alfredo Pallone, oggi consigliere d’amministrazione dell’Ente per l’Aviazione Civile.
Entrato in Fratelli d’Italia ad aprile (leggi qui «Cari Fratelli, Alfredo Pallone è con voi…»), si sta muovendo per costruire un fortino elettorale da mettere a disposizione del Partito. Con caposaldo principale l’area Nord della provincia, dal quale difendere le posizioni della componente fino a Frosinone dove ha il secondo caposaldo attestato sulle posizioni dell’assessore comunale Pasquale Cirillo.
Il progetto di Pallone è quello di passare dall’attuale fortino ad una vera e propria fortezza. La cui costruzione passa attraverso la fine delle posizioni amletiche sia del sindaco Natalia che dl consigliere Ferretti.
È sempre Carnevale
Per concludere, poche righe legate ad alcune considerazioni fatte qualche giorno fa dal professor Paolo Carnevale, antico compagno d’armi sulle colonne de Il Messaggero, che conosciamo oggi come attento collaboratore del quotidiano on line Anagnia.com. Considerazioni che però, in questo caso, sono state pubblicate a titolo personale sulla propria pagina facebook.
Per chi voglia leggerle in modo integrale, rimandiamo quindi alla pagina del Professore (clicca qui). Per chi volesse invece accontentarsi della nostra sintesi, potremmo chiosare così: in politica bisogna saper perdere, ma anche e soprattutto vincere. Vincere le elezioni significa diventare amministratori della cosa pubblica. In ultima analisi, servitori del popolo. Tutto il popolo, non solo quello che ti ha votato. Pensare invece che la vittoria elettorale serva a dare spazio alla propria rivalsa personale, significa non avere le idee chiare in materia di democrazia.
Questo, ne siamo certi, il sindaco di Anagni lo sa bene. Forse, ma è solo una supposizione, qualcuno nella sua maggioranza lo sa un po’ meno.