di Camilla de TOURTRISSAC
Tagliacucitrice
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I due Franceschi all’inizio non ci sono. Arrivano in ritardo. E, per loro fortuna, non insieme. Altrimenti nessuno ci avrebbe creduto che Francesco Scalia e Francesco De Angelis erano stati trattenuti da altri impegni. E solo per quel motivo non avevano potuto assistere dall’inizio ai lavori della Direzione Provinciale Pd. Quella che un mese dopo il tracollo elettorale alle Comunali, si riunisce nella sala convegni da Memmina e finalmente fa l’analisi di un voto che ormai in molti hanno già dimenticato.
PRESENTI E ASSENTI
Il segretario provinciale Simone Costanzo indossa una polo La Martina rossa e blu con il numero 2 sulla spalla destra. Forse per esorcizzare la volontà di buttarlo giù dal posto numero 1, quello da segretario politico del Partito Democratico.
Al suo fianco, al tavolo della presidenza, siede il dottor Ettore Urbano, il primario di Pronto Soccorso che un tempo fu segretario provinciale. Chissà perché lo hanno messo lì: forse temono che possa scorrere il sangue durante il regolamento di conti che sta per iniziare, nella lunga caccia al colpevole della sconfitta.
Poi, accanto a Urbano siede il presidente provinciale Pd Domenico Alfieri, fresco di compleanno (43 candeline) ancora più abbronzato del solito (ma a che diamine di latitudine si trova Paliano?). Allora è chiaro che Urbano l’hanno messo lì per fare da barriera ed evitare contatti tra il segretario ed il presidente che secondo molti sarà il prossimo segretario.
Maria Spilabotte c’è. Ma fa di tutto per non mettersi in evidenza. Qualcuno ha l’impressione che voglia stare defilata. Evitare i riflettori.
C’è pure l’onorevole Nazzareno Pilozzi. E’ appena uscito dall’otorino per farsi curare una fastidiosa acufene più noto come fischio alle orecchie. Il medico gli ha spiegato che non ha malattie: sono solo i postumi dei fischi sotto i quali è stato coperto in maniera fragorosa lo scorso fine settimana a Cassino, durante la festa provinciale della Cgil. Appena ha provato a difendere il Jobs Act è stato fischiato all’unisono ed invitato ad andare via perché non ha più nulla di comunista.
I due ‘regionali’ invece non arriveranno. L’assessore all’Ambiente delle giunta Zigaretti, Mauro Buschini è trattenuto a Roma dalle riunioni con le quali evitare che Roma finisca nel caos rifiuti. Il consigliere Marino Fardelli invece aveva altri impegni alla Pisana.
C’è invece il segretario dimissionario (per finta) del Circolo di Frosinone Norberto Venturi (leggi qui ‘Il mistero delle dimissioni fantasma di Venturi e Brighindi’)
E c’è il mancato sindaco di Frosinone Fabrizio Cristofari, con la faccia di quello che è venuto ad assistere alla propria commemorazione funebre, per vedere se gli piacerà quello che diranno, pronto a saltare fuori dalla cassa ed azzannare se dovesse sentire qualcosa di fuori luogo.
E c’è il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Con la faccia di quello che dice: sotto sotto vi sto scavando la fossa, se riesco a chiudere il cerchio faccio la barba a tutti quanti e mi candido alle regionali. Con o senza di voi. Ma questa è un’altra storia (con tanto di foto) che racconteremo nei prossimi giorni.
CHE CI FA VICANO?
Più che le assenze è una presenza ad attirare l’attenzione. E’ quella di Mauro Vicano, presidente della Saf – Società Ambiente Frosinone, fresco di rielezione seppure molto sofferta. Il segretario provinciale Simone Costanzo prima del voto aveva detto che il Pd non avrebbe dato indicazioni ai suoi sindaci. «Anche perché Vicano non ha rinnovato la tessera e quindi non è un iscritto al Partito». Forse se n’è dimenticato: perché Mauro Vicano invece si presenta ai lavori della Direzione Provinciale (della quale non fa parte). Saluta tutti, stringe mani, abbraccia persone.
LA RELAZIONE COSTANZO
Il segretario provinciale Simone Costanzo inizia a leggere la sua relazione. Dopo pochi minuti, sugli smartphone di mezza sala un trillo avvisa che la relazione è sul sito Alessioporcu.it. Costanzo ha iniziato a scriverla sabato pomeriggio dopo pranzo: quattro pagine, 2600 parole in tutto. Le ultime correzioni le ha apportate lunedì mattina ma solo limature e nessun passo indietro sulla sostanza.
Vecchia scuola, grandissima preparazione: se qualcuno volesse sapere com’è fatto il manuale dell’analisi del voto dovrebbe sentire la relazione di Costanzo. Scenario nazionale, poi il locale, i problemi individuati ad uno ad uno. Ma solo quelli che possono essere sovrapposti (e quindi nascosti) alla disfatta nazionale.
Gli altri, quelli che sono stati i veri temi del Ko a Frosinone, nemmeno ad accennarli: dal caso Marini non risolto al disimpegno dei big.
CONTI = DE ANGELIS
In sala c’è paura. Senza una svolta, si va verso il tirare a campare. Lo dice Giulio Conti storico consigliere comunale di Ceccano. Democristianamente, Costanzo pensa una frase di Andreotti: “Meglio tirare a campare che tirare le cuoia“. Conti dice che negli ultimi due anni è stato tentato più volte dal riportare indietro la tessera, perché il Pd non sta più a contatto con la gente, i Circoli sono diventati Comitati elettorali, il risultato di 4 anni fa ci ha ubriacati. O conti è andato a ripetizione da Francesco De Angelis, o è De Angelis che si è fatto scrivere qualche giorno fa il discorso da Conti (leggi qui ‘L’urlo di Francesco «Qui mancano i fondamentali»’)
LE SPINE DI FIORDALISIO
L’intervento di Conti è solo l’antipasto. Dopo di lui si toglieranno i macigni dalle scarpe anche il segretario Norberto Venturi, il membro dell’assemblea nazionale Salvatore Fontana, il sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio che nei giorni scorsi ha rivolto accuse pesantissime al Partito (leggi qui ‘Fiordalisio: «Accordi sottobanco tra centrosinistra e centrodestra»’) .
Fiordalisio, dopo il suo atto d’accusa su Alessioporcu.it ora rincara la dose. E dice alla Direzione che «il Pd è stretto in una morsa di pochi intimi che stanno pensando solo alle proprie affermazioni. Ci sono gli azionisti e chi da anni porta l’acqua. Adesso le cose devono cambiare se vogliamo continuare ad esistere».
FONTANA AMARA
A Salvatore Fontana non sembra vero poter gettare in faccia alla Direzione la sconfitta elettorale alle scorse Comunali di Cassino. Maturata, secondo lui, «Per le decisioni prese da questa Direzione e per quelle che poi non ha voluto prendere, soprattutto quando è stato il momento di assegnare il simbolo Pd all’una o all’altra delle parti in cui ci eravamo divisi. Abbiamo perso quando eravamo maggioranza assoluta: ma vi rendete conto che follia?»
Attacca la consigliera comunale di Cassino Sarah Grieco accusandola di avere portato i suoi voti, durante il ballottaggio, al candidato sindaco di centrodestra. Ma fa anche un’apertura per arrivare ad una segreteria unitaria a Cassino quando a settembre ci sarà il congresso. Un bel passo in avanti dopo gli insulti tra lui e Marino Fardelli nei giorni scorsi in un bar (leggi qui ‘«Buffone» «E tu prezzolato»: a Cassino va in scena il rinvio del congresso Pd’)
L’AUTOPSIA DI VENTURI
Un altro sketch fa in scena quando Domenico Alfieri battibecca con il sindaco di Arce. E accusa lui ma anche altri sindaci della zona, di essere andato a rimorchio ddi Forza Italia durante l’assemblea Saf.
Ad un certo punto, Norberto Venturi capisce che i ragazzi hanno scaldato abbastanza il palco e può salire lui a tenere il vero concerto della serata. Nitido, chirurgico, riassume in modo analitico lo scenario delle elezioni di Frosinone: quella di Venturi è l’autopsia del cadavere politico in cui si è trasformato il Pd con le comunali di Frosinone. Cita i leader del Partito ad uno ad uno, indica a ciascuno le responsabilità che ha avuto. Con il distacco e la freddezza di chi ha perso le speranze di salvare il paziente ma continua a combattere perché le macchine gli dicono che è ancora vivo.
LA SEGRETERIA
Il dibattito scivola sulla Segreteria. C’è chi fa notare però che in ogni ambito che si rispetti, quando si perde, c’è l’autocritica. Ci deve essere la presa d’atto di qualcosa che si è inceppato. Invece da Memmina tutto questo non sta accadendo. Sembra che invece si stia annaspando verso una scialuppa sulla quale tenersi a galla.
L’unità non è un elemento dal quale ripartire tutti insieme. Appare quasi un ultimatum: o stiamo insieme o alle prossime Politiche ed alle Regionali si perde.
Fiordalisio risponde «No alla proposta di una segreteria unitaria: è un tentativo di tenere in caldo la minestra». Scagiona Simone Costanzo: «Non è giusto che sia lui l’unico capro espiatorio della situazione, ma la segreteria deve fare un passo indietro».
ORLANDO E EMILIANO
L’impressione è che il sindaco di Patrica cerchi una sponda nel delegato Cassinate Fontana. Quasi stia progettando una saldatura dei non renziani.
Non è un caso che proprio Lucio Fiordalisio sia stato intercettato mentre prendeva un aperitivo con Armando Russo, di Io Democratico lo schieramento Pd Cassinate che solo a sentir parlare dei renziani ha un’immediata reazione allergica. Chissà cosa si saranno detti..
I lavori riprendono lunedì, alle 17.30. E quel giorno parleranno i big.