Umberto Geremia fa i conti alla Farmacia Comunale. E dice che venderla sarebbe un errore. Soprattutto perché la Città ne perderebbe il titolo. Ed annuncia che per impedirlo si incatenerà
«Il titolo della farmacia non è del Comune ma della Regione Lazio. Se l’Amministrazione non cambia strategia la farà chiudere e rimarrà con un pugno di mosche in mano». Ne è convinto Umberto Geremia: l’ex amministratore comunale torna a far parlare di se. Lo aveva già fatto dopo la nomina dell’amministratore delegato di Ambiente Surl che lo ha visto protagonista in Consiglio comunale, dove ha ricevuto i voti di tutta l’opposizione; poi però è stato costretto a ritirare la propria candidatura perché marito della consigliera comunale Floriana De Donatis e quindi incompatibile. (leggi qui La notte porta il presidente della Ambiente: è Mancini)
Geremia scende in campo dopo l’annuncio ufficiale del sindaco secondo cui la Farmacia tornerà a essere gestita dal Comune e tornerà ad avere una funzione pubblica e sociale. Il 2 ottobre, infatti, il primo cittadino ha inviato una Pec al socio minoritario e al CdA annunciando di voler ottemperare alla delibera 71 del 28 dicembre 2018. È quella che prevedeva un solo anno di proroga della gestione, fino al 31 dicembre 2019. E sottolineando che dal primo gennaio 2020 il titolo tornerà nella disponibilità del Comune. (leggi qui Farmacia, il Comune si riprende il titolo. E ora un bando).
«Il Comune non può riprendersi il titolo – ha spiegato Umberto Geremia – perché è della Regione Lazio. Nel momento in cui decade la società fra il Municipio (che detiene il 51% delle quote) e l’altro socio, la farmacia muore».
E non finisce qui perché Geremia mette il dito anche in un’altra piaga: «Il Cda è decaduto da un anno e mezzo e nessuno ha provveduto a rinnovarlo. Era compito dell’Amministrazione comunale farlo e non lo ha fatto».
Poi punta il dito anche contro l’opposizione consiliare: «I consiglieri di minoranza sono silenti. Forse perché anche loro hanno votato quella delibera lo scorso anno?».
E poi parla del fatturato e del danno economico che deriverebbe dalla chiusura della farmacia: «Il fatturato è aumentato di circa 200 mila euro, passando dai circa 1 milione a 300 mila euro del 2017 ai circa 1 milione e 500 mila del 2018. E con il fatturato è aumentato anche l’utile, arrivato a circa 95 mila euro, cifra di cui al Comune va il 51 per cento. Quindi non comprendo il perché di una scelta così drastica».
E annuncia la provocazione: «Il 31 dicembre 2019, ultimo giorno di apertura, mi incatenerò davanti alla sede della farmacia comunale, per una protesta simbolica e pacifica che scongiuri la chiusura dell’attività comunale».
Mancano quasi tre mesi al 31 dicembre ma a quanto pare Geremia è convinto che il Comune farà nulla per rivedere la propria posizione. Su una cosa però potrebbe sbagliarsi, ossia sul silenzio dell’opposizione. Che, invece si sta organizzando. Intanto fra gli amministratori c’è chi fa notare che venderla renderebbe alle casse del Comune almeno un milione di euro. Che a questi ritmi di gestione, se si continuasse con il partner privato, il Comune incasserebbe in dieci anni.