Giubileo col 5G, Gualtieri mette la “giubba rossa” contro i quattro colossi

Il braccio di ferro del sindaco di Roma con le società che finisce in tribunale. E l'ambizione di coprire tutto con una telco canadese: in tempo per il 2025

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Come a Miami Beach ma con un paio di lustri di ritardo, però alla fine anche Roma Capitale ci è arrivata. La città punta a massimizzare la rete 5G ed a farlo con il timing ormai impellente del Giubileo ma c’è un ostacolo, anzi, ce ne sono quattro. E’ roba da Tar e gradi successivi, con i giudici amministrativi impegnati a dire la loro sui ricorsi di Tim, Vodafone, Wind-Tre e Illiad contro le decisioni messe in spunta dal team guidato da Roberto Gualtieri.

Il sindaco di Roma in questi giorni pare il miglior Salvini. A seconda di quello su cui deve andare di spot fa un breve video social ed annuncia cose con tanto di divisa d’ordinanza.

La telco canadese e il project financing

Gualtieri con i nuovi mezzi Ama

Eccolo dunque che si fa vedere a Centocelle, spiega l’acquisto di nuovi compattatori con pettorina o che annuncia i lavori stradali al Prenestino. Poi che gode davanti al termovalorizzatore di Copenhagen mentre pensa a quello che farà a Santa Palomba, dove ha vinto i ricorsi. O che fa l’Anfitrione al Congresso nazionale di Forza Italia. E tra i tanti outfit che il primo cittadino ha dovuto scegliere per la sue sgambate amministrative spicca quello – simbolico – della “giubba rossa”.

Già, delle iconiche truppe di polizia che forse più di tutto il resto rappresentano uno specifico paese: il Canada. Ma che c’entrano il Canada e i suoi colorati “cops” con un sindaco che, in quanto dem, proprio rossorosso non lo è mai stato? Semplice: per il 5G il Campidoglio ha tirato fuori dal cilindro un project financing da quasi 100 milioni di euro. Di essi 20 sono stati attinti dai fondi Pnrr.

Ecco, quel progetto è stato aggiudicato dalla canadese Boldyn Networks ed apriti cielo. Perché? Qui la faccenda si complica maledettamente, come di solito accade in Italia. Perché le più importanti imprese di telecomunicazione che operano in Italia hanno storto il naso e dissotterrato “il ricorso di guerra”.

Cosa dovrà realizzare la Boldyn Networks

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Da quanto si apprende Boldyn Networks avrà il compito ufficiale di “garantire alla capitale una rete 5G, wifi e internet of things in metro e nei principali luoghi pubblici. C’è un crono-programma che mette in spunta la copertura con la nuova rete, entro giugno 2025, “l’intero percorso della metro A”.

Ma non è finita: i canadesi dovranno anche assicurare il 75% del percorso della linea B e il 50% della C. Insomma è roba grossa, roba che dovrà mettere la Capitale d’Italia ed una delle città più visitate del pianeta con un futuro doppiamente imminente. Per fisiologia di progresso e per impellenza di un evento cruciale: il Giubileo 2025 appunto.

Come stanno messe Frosinone e Latina

Ma come sta messo il Lazio con la tecnologie wi-fi? E le provincie di Frosinone e Latina? La regione era risultata seconda più coperta dalle reti 5G. Questo con il 14,7% del territorio regionale e rispetto ad una media nazionale del 7%. I dati di riferimento erano mutuati dal Piano Italia del 2021. Ci sono poi i piani prospettici di investimento che sì, puntano oltre il Giubileo, al 2026. E quelli dicono che fra due anni netti il segnale 5G dovrebbe raggiungere il 96,1% del territorio laziale. La regione era risultata addirittura prima per il posizionamento della fibra.

Chi lo sostiene? l report Policy brief dal titolo “Oltre la ripresa. Il Lazio tra innovazione e opportunità”, che è del 2022 e che porta la firma dell’Istituto per la competitività (I-Com). Anche in questo caso i dati sono disomogenei, con Roma che accentra i progressi ed i territori che ne vedono scampoli risicati.

Solita disomogeneità: come con le Zes

E’ il meccanismo perverso per cui il Governo non aveva concesso lo status di Zes a Frosinone e Latina: Roma fa curriculum in altero splendore e le altre non beccano agevolazioni d’impresa perché la somma regionale le mette in casella prog. La copertura Fttc tra la Capitale e le altre città è disomogenea e Latina è la sola provincia del Lazio, dopo Roma, a superare la copertura di metà delle famiglie residenti (57%). E Frosinone? Con Viterbo e Rieti spunta un dato in itinere e mogio: da noi c’è copertura di circa una famiglia su tre.

La città metropolitana di Roma capitale

A Roma il terreno di scontro è sulla copertura. In buona sostanza i quattro colossi hanno già i loro, di piani di investimento per il 5G a Roma, e sono piani monstre in quanto ad importi economici. Perciò vogliono fare comunque la loro rete 5G malgrado deputata a farla sia stata l’azienda canadese. A questo punto si profilerebbe uno scenario surreale. Quello di una mega opera in doppione e per di più “non essere integrata con la infrastrutture principali che sono già principalmente di Tim e Vodafone”, come spiega Il Foglio.

Il rischio doppione e i ricorsi al Tar

E tutto con un problema aggiuntivo non da poco: se ognuno fosse legittimato ad usare la propria rete 5G personale, il servizio di Boldyn Networks a chi andrebbe, ai gabbiani di Malagrotta? Roba contorta dunque, che è andata a finire a carte bollate e che ha già visto il Tar pronunciarsi in prima istanza. A dicembre 2023 i giudici amministrativi avevano infatti dato ragione a Gualtieri in ordine al primo ricorso in ordine cronologico, quello di Vodafone.

(Foto: Bruno Weltmann © DepositPhotos)

Dal Campidoglio fanno sapere: “Se si leggono le sentenze si capisce che noi siamo stati non solo legittimati, ma quasi obbligati a intervenire perché c’era una carenza del servizio. Siamo intervenuti, può sembrare paradossale, anche per aiutare gli operatori che, pur avendo pianificato gli investimenti, lo avevano fatto in un arco temporale lungo. E il dato clou sta tutto qui: Roma ha bisogno di attrezzarsi per un preciso ed invalicabile step cronologico e non può seguire l’usta cantieristica dei piani di ampio respiro delle telco ricorrenti.

Per il segnale 6mila punti di propagazione

Roberto Gualtieri (Foto © Roberto Vettese)

Senza contare che i prezzi canadesi sarebbero competitivi al punto da soddisfare perfino chi ha adito giudizio. Roma Today aggiunge dati: “L’infrastruttura messa in piedi dalla Boldyn sarà abilitata ad ospitare tutti gli operatori mobili attivi per un complessivo potenziale di 6.000 punti di propagazione di segnale.

E la rete wifi gratuita di Roma Capitale si dipanerà in copertura “attraverso 850 punti di presenza tecnologicamente avanzati, di cento piazze (e vie adiacenti) di rilevanza pubblica”. Questo pare non aver attenuato la “tigna” tra Gualtieri ed i quattro colossi, ma tant’è.

Giubilare un anno senza una rete adeguata è roba ormai impossibile e se il cattolicesimo dura da duemila anni è esattamente per questo motivo. Perché indica all’uomo l’al di là ma nel farlo si sa attrezzare benissimo per l’al di qua.