Il prefetto di Frosinone torna nella sua Sicilia. Farà il Commissario dello Stato. Presidente dell'influente Anfaci, verrà sostituito dal barese Ernesto Liguori.
Commissario dello Stato per la Regione Sicilia: Palazzo Chigi ha chiamato il prefetto di Frosinone Ignazio Portelli e gli ha assegnato un nuovo incarico di frontiera. Torna sull’isola dove aveva mosso i primi passi nell’amministrazione dello Stato come funzionario a Palermo, accettando incarichi per nulla comodi come quello di commissario a Montelepre. (Leggi qui Ignazio Portelli, il prefetto del silenzio operoso).
In Sicilia c’era stato dal 1985 fino al 2011. Poi a Roma si erano accorti della sua preparazione in materia giuridica. Così palazzo Chigi lo chiama per assegnarlo al Ministero per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione come capo dell’ufficio legislativo. Incarico che manterrà a lungo, prima della parentesi a Frosinone.
Diretto a costo di apparire ruvido
È il presidente della influentissima Anfaci, l’Associazione Nazionale dei Funzionari dell’Amministrazione Civile dell’Interno. È l’organizzazione che riunisce tutti i prefetti per valorizzare il patrimonio culturale del Corpo Prefettizio e che mantiene strettissimi legami con i prefetti di tutta l’Europa.
Gli anni di Ignazio Portelli a Frosinone passeranno alla storia per avere firmato le prime interdittive antimafia con le quali stroncare da subito le relazioni tra aziende sane e società con frequentazioni ritenute poco opportune. Più ancora verrà ricordato per il suo approccio molto diretto e senza alcun fronzolo: anche a costo di urtare la sensibilità di qualche sindaco.
L’ultima esternazione è di qualche giorno fa. L’ha fatta sul quotidiano L’Inchiesta diretto da Stefano Di Scanno. Al quale ha detto: “Sono sono preoccupato perché non vedo crescere la consapevolezza che la gran parte della qualità della vita in questa provincia dipende non solo dallo sviluppo economico e da un ambiente risanato. Dipende anche dal rispetto dei principi di legalità. Abbiamo avuto vari esempi ma non si è visto sollevarsi quel muro di indignazione che dovrebbe costituire il vaccino per il futuro migliore. Chiesa, Partiti, sindacati e movimenti società civile sono rimasti tutti zitti. Anche quando una famiglia di imprenditori dell’autotrasporto si è è saputo che per oltre quarant’anni a trafficato con i Casalesi”.
Moderno e senza riserve
Nel corso della stessa intervista aveva detto pane al pane anche sul tema dei biodigestori. “In una società avanzata non funziona più la logica del ‘fare dappertutto ma non qui da me‘. Sono scorrette talune frasi che ho letto sulle malattie che diffonderebbe un Biodigestore. Il tema dello smaltimento da noi crea solo preoccupazione se non addirittura terrore. Lo smaltimento dei rifiuti è un argomento serissimo. Nelle nostre zone viene vissuto come tema di sporcizia, in altre aree del Paese invece come occasione di ricchezza e di opportunità di crescita. I rifiuti ciociari sono richiesti in Veneto, Lombardia, Friuli ed Emilia. Questa circostanza dovrebbe far riflettere su cosa si può fare con i rifiuti. Basta un giro per l’Europa più progredita per rendersi conto”.
Al suo posto arriva Liguori
Per sostituire Ignazio Portelli arriva Ernesto Liguori. Barese, è un prefetto di prima nomina, quasi coetaneo di Portelli. Ha accumulato molta esperienza nel campo dell’immigrazione. È stato presidente della Commissione Territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale a Monza e Brianza, vice prefetto vicario di Biella e Vice prefetto a Bari, vice capo di gabinetto a Foggia. È stato Commissario Straordinario in diversi comuni pugliesi.