La guerra è in…quota rosa. La First Lady Francesca, la Vedova Nera Sara e la ribelle Alessandra

Nel Pd il potere è donna. La Cerquozzi vuole scalare velocemente il partito, ma la Battisti presidia il quartier generale. Mentre la Sardellitti sta facendo letteralmente impazzire il circolo frusinate. Ma ci sono anche Spilabotte, Calcagni, Di Rollo, Grieco, Di Pucchio, D’Orazio, Maggiani e Martini.

La chiamano la “First Lady”. Francesca Cerquozzi, consigliere comunale di Veroli, è in rapida ascesa all’interno del Partito Democratico provinciale. Non senza problemi e fuoco di sbarramento, scusate il gioco di parole, da parte del “fuoco delle amiche” più che del “fuoco amico”. Lei però non se ne cura e va avanti, sia sul piano amministrativo che su quello politico. Confidando nello studio e nella competenza.

Ma se oggi c’è un Partito ad altissima competizione femminile, quello è il Pd. Dove la concorrenza è agguerrita e si combatte senza esclusione di colpi. Anche perché, se un pregio lo ha avuto, la riforma che ha introdotto le “quote rosa” ha introdotto uno strumento efficace per limitare la corporazione maschile. E consentire di poter aspirare, alla pari, a candidature che contano, alla Camera, al Senato e alla Regione.

Lo sa bene Sara Battisti, potentissima consigliera regionale, che fa parte sì di Pensare Democratico di Francesco De Angelis, ma che all’interno della componente si sta ritagliando spazi importanti di autonomia. Come quando ha sferrato l’attacco frontale al presidente della Provincia Antonio Pompeo in occasione del “post” galeotto di Daniele Maura (presidente del consiglio provinciale di Fratelli d’Italia, su indicazione proprio di Pompeo) sul Gay Pride. Sara Battisti è politicamente letale: basta un suo “morso” per scatenare la… febbre. La chiamano la Vedova Nera, con riferimento alla celebre eroina degli Avengers della Marvel. Sta vigilando anche sullo spazio che intenderebbe prendersi Francesca Cerquozzi.

Alessandra Sardellitti, consigliere comunale e provinciale del Pd, sta letteralmente facendo ammattire il circolo frusinate e una parte del gruppo consiliare di Frosinone. Lei d’altronde è immarcabile: spazia da un argomento all’altro con grande autonomia intellettuale e politica. Non è una che ama chiedere il permesso. Fa parte dell’area di Pompeo, ma anche in questo caso sarebbe sbagliato non tenere conto dell’indipendenza che Alessandra Sardellitti manifesta nella vita prima che nella politica. Potrebbe avere un profilo perfetto per la candidatura a sindaco di Frosinone, ma è anche consapevole che Andrea Palladino (segretario del circolo) e Angelo Pizzutelli (capogruppo) sarebbero disposti allo sciopero della fame a oltranza pur di scongiurare una simile ipotesi. Ma non per questo la Sardellitti si spaventa. Guarda con attenzione a quello che sta succedendo nell’area renziana e nella componente di Carlo Calenda. Si è guadagnata l’appellativo di “Alessandra la ribelle”. E ne va fiera.

Ma nel Pd sono tante le donne in carriera. A cominciare da Valentina Calcagni, renziana non pentita e anzi in servizio permanente effettivo. Con una spiccata propensione alla comunicazione. Valentina Calcagni è rimasta sempre dalla stessa parte, anche quando l’ex rottamatore è caduto in disgrazia politica. Si sentono, si messaggiano, si confrontano. È l’unica sul territorio ad avere accesso diretto a Renzi ed a tutto lo Stato Maggiore renziano, da Rosato in poi. Non è un caso che l’ultima presentazione del suo libro, Matteo Renzi sia venuto a farla a Frosinone, schivando la vicinanza di chiunque altro: salendo le scale di palazzo Iacobucci all’arrivo e scendendole al momento di ripartire, ha voluto accanto solo lei e nessun altro personaggio locale. Ne risentiremo parlare.

Così come risentiremo parlare di Maria Spilabotte, già senatrice e adesso amministratrice delegata di una realtà importante nel campo del Fashion che guarda al mercato cinese. Archiviata l’esperienza da senatrice, si è messa a studiare, a seguire corsi. Non dimenticando di raccontare nelle aule di tribunale gli insulti sessisti ricevuti, in modo che i responsabili rispondano di ciò che hanno fatto. Un modo per tutelare se stessa. ma soprattutto il mondo femminile ancora oggi oggetto di prevaricazioni sessiste e visioni da medio evo.

L’arcipelago del Pd è vastissimo. In questi ultimi mesi c’è stata l’ascesa di Barbara Di Rollo, perfetta nelle vesti istituzionali di presidente del consiglio comunale di Cassino, conquistato a suon di voti presi ad uno ad uno nelle scorse Comunali di Cassino fino a risultare la più votata. Mentre la stella di Sarah Grieco ha registrato un appannamento dopo le primarie che hanno dato la prima incoronazione al neo sindaco della Città martire Enzo Salera ed avere rinunciato a contarsi sul campo delle Comunali.

Sempre tostissima, sempre impegnata a “combattere” con il sindaco di Isola Liri Massimiliano Quadrini c’è Antonella Di Pucchio, ex talebana (o lo è ancora?) del senatore e segretario regionale Bruno Astorre? Mentre Maria Paola D’Orazio fa l’influencer politica, rimanendo dietro le quinte. Pare che abbia ricevuto l’incarico di vice responsabile provinciale della Consulta alle Pari Opportunità. Sta giocando benissimo di sponda con Antonio Pompeo, presidente della Provincia.

A Frosinone restano agguerritissime sia Stefania Martini che Alessandra Maggiani. Forse è arrivato il momento di una segretaria provinciale del Pd, ruolo coperto in passato da Sara Battisti. L’area di Francesco De Angelis e Mauro Buschini potrebbe provare a puntare su Francesca Cerquozzi. Ma sicuri che Domenico Alfieri starebbe in silenzio? O che i Giovani Democratici di Luca Fantini obbedirebbero tacendo?