La “super destra” pontina che rischia nel derby a Latina

La destra ha stravinto le elezioni Regionali in provincia di Latina. I segnali su Latina città sono stati chiari. La candidatura a sindaco dovrà essere decisa da un tavolo nazionale. Altrimenti si rischia di tornare allo scontro individuale. Infatti...

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Giocando individualmente, giochi per l’avversario
Helenio Herrera

E mo’? E mo’… Moplen! L’era della plastica è iniziata con questa pubblicità e con il premio Nobel a Giulio Natta che la plastica aveva inventato. Ora che in sedicesimi il Natta è Giorgia Meloni il nodo è il “moplen“: come usare questo nuovo prodotto? In soldoni come tradurre i voti della destra alle Regionali in sindaci. E qui viene il bello, sono mille e più varianti.

Il peso dei Partiti della destra

Claudio Fazzone (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

Fratelli d’Italia sta ben oltre il 30%: se non è una riedizione per consensi della vecchia Dc poco ci manca. E la Dc il sindaco non lo manco chiedeva, lo pretendeva. Ma gli altri Partiti del centrodestra in queste elezioni appena passate non hanno fatto tracollo, hanno retto. E nell’incastro con Aprilia e Terracina hanno ragioni.

La Lega sta al 21.7% che è roba ormai da nord. Forza Italia si ferma a poco più del dieci in città ma in provincia sta oltre il 20 ed è il secondo Partito. Insomma i numeri delle votazioni fatte una settimana fa in provincia di Latina dicono molto ma anche cose diverse. La dialettica è forte. (Leggi qui Latina si ritrova nella sua destra che prenota le Comunali. E leggi anche I magnifici sei eletti che… dovrebbero cambiare la provincia ).

Le legittime ambizioni

Massimiliano Carnevale

In tanti hanno corso per la Pisana pensando a piazza del Popolo. Per i non pontini: i Partiti hanno affrontato con il coltello tra i denti queste Regionali e le hanno stravinte eleggendo ben 6 consiglieri regionali; la vicina Frosinone che ha gli stessi parametri ne ha eletti appena 3. Ma per le Segreterie politiche il vero obiettivo erano le Comunali che in primavera daranno un nuovo sindaco al capoluogo Latina.

La lista dei sindaci di fatto (o se preferite, degli aspiranti sindaci) è lunga. Nella Lega ad esempio la vittoria di Angelo Tripodi ed il seggio preso in Regione aprono aspirazioni per i candidati leghisti Massimiliano Carnevale (che alle Regionali ha preso oltre 6mila voti) e Patrizia Fanti (ben oltre le 2mila preferenze). Non sono stelle che stanno a guardare e chiederanno.

Così come Forza Italia è pronta ad un rilancio. L’ex sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano è stato eletto dall’alto degli oltre 12mila voti di preferenza ottenuti: ma in lista c’era anche Annalisa Muzio (consigliere uscente al Comune di Latina, che ha preso quasi 3mila preferenze). Lei giocava la carta di Roma per Latina. Quelle tremila preferenze legittimano anche la sua aspirazione comunale.

I rischi di aver vinto troppo

Damiano Coletta (Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica)

A Latina città, il centrodestra ha il 67.78% dei voti roba da far dimenticare l’incubo civico Damiano Coletta, riuscito a farsi eleggere sindaco due volte di fila; la seconda pure con l’anatra zoppa e se non fosse cascato il Governo Draghi ancora starebbe in municipio ad amministrare, grazie all’intesa tecnica con quelli di Forza Italia.

Quel quasi 68% autorizza a pensare che era solo l’incubo di una notte e che la destra sia tutto. Ma anche a Latina non sono andati tutti a votare per le Regionali, anzi sono andati proprio in pochi. Ha votato meno del 40% degli elettori. C’è un 60% di cittadini e cittadine che sono rimaste mute e nulla è per sempre. Magari in primavera decidono di parlare e quando parla il popolo mica sai cosa dice, potrebbe contraddirti. Difficile da credere: ma dipenderà dai progetti che sapranno mettere in campo, centrodestra e centrosinistra; se il progetto non è credibile, una città di destra vota due volte Coletta.

La plebe è tumultuante per abito, malcontenta per miseria, onnipotente per numero” ammoniva Giuseppe Mazzini. E quindi può cambiare i numeri se non li leggi per agire. Ma questo aspetto sta passando in  secondo ordine e i sindaci possibili sono tanti quanto i funghi nel bosco di Sabaudia quando torna l’umido. Già una volta nel sentirsi tutto hanno giocato partite solitarie e hanno “creato” Coletta.

L’avversario è anche la destra stessa

Valeria Campagna

in politica il vuoto non esiste, la sinistra ora è uno spazio “disponibile” in città. Qualcuno lo occuperà. Il Pd ha nodi nazionali con pericolo di diventare scorsoi, il mondo civico di Coletta si è pesato su una sola candidata, Valeria Campagna che si è fermata a 1.830 voti. Non proprio tanti se su di lei c’era la benedizione di Coletta e dei suoi.

Sui calendiani siamo agli accenni, poco più del 3%. Bisogna vedere chi occuperà questo spazio perchè nulla è dato per sempre. Ma serve coraggio, forza di uscire dagli schemi e sperare nelle contraddizioni dell’avversario. 

L’avversario c’è sempre e mentre tu sei tronfio della tua vittoria lui prende casamatta dopo casamatta. Un giorno vai a cercare il tuo trionfo e ti trovi circondato. Giochiamo sul pensiero di Antonio Gramsci, ma i trionfatori che non sanno dei loro limiti…