Esordio in consiglio comunale ad Anagni per il Consigliere di opposizione Antonio Necci. Che come primo atto fa un regalo alla maggioranza. Non votando contro il Bilancio.
Ci sono due modi per riportare quanto è accaduto in un consiglio comunale come quello sul Bilancio preventivo che si è tenuto ieri sera ad Anagni. Uno è quello classico; registrare e restituire fedelmente quello che si è detto durante la discussione. L’altro, meno preciso, ma più suggestivo, è quello di cogliere spunti e momenti significativi per abbozzare un’analisi.
Per esempio; in molti si chiedevano come avrebbe esordito il neo consigliere Antonio Necci, alla sua prima apparizione dopo le dimissioni di Daniele Tasca che lo hanno catapultati in minoranza. (leggi qui Tasca si è dimesso dal Consiglio. Natalia è senza avversari).
Al netto dei ringraziamenti a tutti (anche a noi, caro direttore, ma noi siamo riservati e non lo facciamo notare), il primo atto del neo consigliere è stato quello di uscire fuori dal Consiglio al momento topico, quello della votazione. Oddio, non che la presenza di un Consigliere comunale d’opposizione in più potesse cambiare qualcosa. Comunque, tanto per non sbagliarsi, Necci ha deciso di uscire fuori dall’assise per evitare di dire la sua.
Con una motivazione ufficiale corretta, niente da eccepire; “sono arrivato da troppo poco tempo per poter avere un quadro preciso della situazione; preferisco non votare”; questo il senso della sua dichiarazione di voto.
Resta il fatto che sul bilancio preventivo, mica bruscolini, il suo primo atto da consigliere di opposizione è stato quello di non partecipare al voto. Rendendo, quasi naturalmente, più autorevoli le voci di chi lo considera già, dopo un breve periodo di purgatorio, un nuovo esponete della maggioranza di Daniele Natalia.
L’altro momento altamente simbolico è stato quello proposto da Valeriano Tasca di Casapound. Che, ad un certo punto della sua requisitoria, ha spiattellato al sindaco quello che da tempo si dice in città; “caro Daniele, stai governando da solo, anche per l’inesperienza della squadra di governo che ti sei scelto”. Tasca ha detto a voce alta quello che in città molti sospettano da tempo (e dicono, anche se a bassa voce); ovvero, che la solidità del governo di Natalia si basa soprattutto sulla fragilità delle anime della sua coalizione. Nessuno degli elementi della quale è in grado di tenere testa ad un politico scafato come il sindaco.
Tanto che, altro momento centrale, il primo cittadino si è preso il lusso, alla fine della discussione, di rivendicare come punto di forza quello che da tempo veniva considerata una sua possibile debolezza; ovvero, il ritardo oramai endemico nella nomina di un nuovo assessore ai Lavori Pubblici, a mesi di distanza dalle dimissioni di Simone Pace.
Per la prima volta infatti, ieri Daniele Natalia ha ammesso a chiare lettere, e non al bar, ma nella sede più consona, di non pensare affatto ad una sostituzione. Almeno, non in tempi brevi: “conosco il settore, per essere stato a suo tempo assessore anch’io; voglio perciò far partire la macchina. Poi, forse, più tardi, penseremo al nuovo assessore”.
Chiarendo, casomai ce ne fosse ancora bisogno, chi comanda davvero in questa maggioranza.