Se a Frosinone Tafazzi siede all’opposizione

L'occasione mancata da un'opposizione che non ha forzato su un varco "facile" nella giunta Mastrangeli. Sul bilancio di previsione il sindaco partiva da un teorico meno otto: ma l'opposizione nemmeno ha visto se ci fossero margini per un assalto

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Incomprensibile. Non ha una spiegazione logica quanto accaduto ieri a Frosinone tra i banchi dell’opposizione, durante la seduta del consiglio Comunale. Non era una seduta qualsiasi. All’Ordine del Giorno c’era il Bilancio di previsione ed il sindaco veniva da una seduta nella quale gli erano mancati ben otto dei 22 voti della sua maggioranza. Tentare l’assedio sarebbe stato il minimo. Quantomeno verificare se in Aula ce ne fossero le condizioni. Invece il grande assente è stata proprio l’opposizione. Quasi a rasentare il tafazzismo più esasperato. (Leggi qui: Mastrangeli incassa il Bilancio: subito e con 22 voti).

La strategia del sindaco

La maggioranza Mastrangeli, dopo la clamorosa frattura dello scorso Consiglio con ben otto consiglieri comunque assenti al momento del voto sulla delibera rifiuti, ha fatto fino in fondo il proprio dovere. (Leggi qui: Ora a Frosinone tutto può succedere).

Sono stati compiuti, da parte del sindaco, incontri preliminari con i Consiglieri ribelli. Sono intervenuti, più o meno ufficialmente i Partiti, per cercare di rasserenare gli animi. O comunque far decantare la situazione. Rimandando a dopo l’estate ogni confronto e ogni richiesta di maggiore visibilità degli otto consiglieri, sotto qualsiasi forma, non esclusa quella di assessore.

E’ stata studiata una strategia d’aula. Per questo, per la prima volta in undici anni (non era accaduto nemmeno durante l’amministrazione Ottaviani) il Consiglio si è svolto in prima convocazione. E cioè alle 8 di mattina. Tutti erano presenti all’appello e il bilancio è stato approvato con 22 voti. Tutti quelli disponibili.

Assemblaggio perfetto” avrebbe detto lo straordinario Robert De Niro nel celebre film Men of Honor – L’onore degli uomini ). Questo quando dopo ben 10 ore di lavoro in immersione il palombaro di colore Carl Brashear (interpretato da uno straordinario Cuba Gooding Jr), faceva risalire in superficie un attrezzo da assemblare. E che gli era stato sabotato per impedirgli di concludere la prova. Chi  invece i pezzi non è proprio riuscita a metterli insieme né ci ha provato, incredibilmente è stata l’opposizione.

Minoranza non pervenuta

Non c’è notizia di una riunione dei Consiglieri di minoranza prima della seduta. Non si sa se ci sia stata qualche telefonata. Né se abbiano fatto preliminarmente la conta dei presenti e degli assenti, anche in previsione della prima convocazione alle 8.30. Soprattutto non c’è notizia di qualche emendamento: è lì che si mette sotto scacco la maggioranza, avanzando proposte che possano metterla in difficoltà. Ad esempio durante le tappe di avvicinamento, Angelo Pizzutelli aveva proposto alcune esenzioni per i commercianti. E l’assessore Adriano Piacentini aveva detto che le avrebbe fatte proprie.

In assenza di emendamenti, la minoranza non potrà rivendicare la paternità di un solo atto all’interno di questo Bilancio. Di avere inciso almeno un po’ sul futuro della città. Troppo pochi quattro Consiglieri presenti al momento del voto sul bilancio. Alessandra Mandarelli, Domenico Marzi, Armando Papetti e Vincenzo Iacovissi. Oltretutto rimasti addirittura in tre sulle altre delibere. Troppo pochi per impensierire, almeno un po’, il sindaco e la sua maggioranza. Ma soprattutto per continuare quel percorso di accreditamento come futura alternativa di governo cittadino che sembrava essere iniziato qualche tempo fa.

Ieri la minoranza consiliare ha palesato, in maniera plastica, tutta la propria oggettiva debolezza e fragilità. Dandosi incredibili colpi sul sospensorio che copre l’inguine con la bottiglia di plastica. Proprio come il personaggio televisivo Tafazzi. Quella stessa fragilità che invece, nei giorni precedenti, era stata attribuita all’amministrazione Mastrangeli.

Senza unità, ecco cosa è mancato

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli

E’ mancata la strategia. E’ mancata l’unità. Sono mancati gli emendamenti di sostanza. È mancato il dibattito, o meglio il confronto, peraltro sul documento principale dell’amministrazione. E’ mancata la politica. È mancata, circostanza più eclatante ed evidente di tutte, la presenza in aula.

Certamente gli assenti avranno avuto validissimi motivi di lavoro. O improrogabili e comprensibili impegni personali. Ma la percezione di una opposizione senza alcuna visione, attuale e futura,  è stata palpabile. E questo non va bene, per nessuno. Nemmeno per la città ed i cittadini che non hanno votato per Mastrangeli. I quali si aspettano che qualcuno in Aula consiliare dica e sostenga qualcosa di diverso rispetto alla maggioranza. Faccia le battaglie, non quelle ideologiche, di partito e di coalizione.

Una vulgata, più o meno accreditata, vuole che qualche Consigliere di minoranza non si sia volutamente presentato in aula. Questo per lanciare un segnale di “disponibilità futura” al sindaco. I fatti testimoniano che l’amministrazione Mastrangeli ha approvato tutti di documenti, in pochissimo tempo, senza alcuna difficoltà. Senza nessuna ipotesi correttiva sul Bilancio, proposta dai Consiglieri di minoranza. Giusta o sbagliata che fosse.

L’occasione mancata

IL PERSONAGGIO DI TAFAZZI

L’opposizione, ergo il centrosinistra, ha dunque perso una straordinaria occasione. Per intraprendere il percorso di avvicinamento in maniera strutturata, condivisa ed unitaria, alle prossime elezioni comunali. Un percorso che dovrà necessariamente passare anche attraverso la costruzione di una candidatura a sindaco della coalizione. Che sia percepita, autorevole, spendibile e in grado di battere Mastrangeli.

E che debba avere come primo interlocuzione di riferimento, necessariamente, i Consiglieri comunali. Ieri, di fatto, non pervenuti. I partiti e le liste civiche della coalizione di centro sinistra avranno molto da lavorare nei prossimi mesi, se vogliono provare a governare Frosinone, tra qualche anno.

In caso contrario, il tafazzismo è la strategia perfetta.