Senza i Cinque Stelle non ci sono numeri per un Governo diverso

Le manovre in corso sembrano giochi di società, perché in Parlamento senza i pentastellati non esistono spazi per altre maggioranze. A meno di una coalizione nella quale stiano insieme Zingaretti, Salvini, Renzi e Berlusconi.

«Se rompe, si assume la responsabilità di portarci a elezioni in ottobre. E noi diremo che non esistono altri esecutivi possibili». È quanto emerge dalla videochat tra Nicola Zingaretti, Dario Franceschini, Lorenzo Guerini e Andrea Orlando.

Il soggetto sottinteso è Matteo Renzi, leader di Italia Viva, che nelle ultime ore ha fatto capire che sarebbe perfino prontosostenere un presidente del consiglio del Pd (Nicola Zingaretti o Dario Franceschini) pur di far sloggiare Giuseppe Conte da Palazzo Chigi.

Ma non ci sono i numeri. Perché i Cinque Stelle dovrebbero appoggiare un altro esecutivo se Conte viene giubilato in modo clamoroso?Perché Forza Italia dovrebbe appoggiare un Governo guidato da uno dei massimi leader del Pd?

Draghi?Addio cloche alla politica

Vittorio Colao Foto © Swiss-image/ Valeriano DiDomenico

L’opzione Mario Draghi non piace in realtà a nessuno dei grandi leader dei Partiti: non a Zingaretti, non a Renzi, non alla Meloni, neppure tanto a Berlusconi e Salvini. E non piace ai Cinque Stelle di Di Maio. Con Mario Draghi la politica non toccherebbe letteralmente palla.

Si continua a parlare di Vittorio Colao, ma anche questa ipotesi appare velleitaria.

La realtà è che se questo Governo dovesse cadere non ci sarebbero tante alternative se non quella di tornare al voto. Con l’attuale legge elettorale, che dà ai Partiti la possibilità di scegliere i nominati. Senza il taglio dei parlamentari, che dà agli stessi Partiti il numero dei seggi che ci sono adesso.

In effetti questo potrebbe rappresentare una tentazione. Ma c’è un’Italia da ricostruire, da rilanciare, da rinfrancare, da proteggere da una possibile seconda ondata del Covid-19.

La maggioranza con ‘Rafforza Italia’

Sergio Mattarella con Mario Draghi Foto © Paolo Giandotti / Imagoeconomica Roberto Gualtieri

Giuseppe Conte in realtà resterà al suo posto, almeno per adesso. Perfino le critiche sulla presunta incostituzionalità dei Decreti lasciano il tempo che trovano. Se così fosse stato, il Capo dello Stato Sergio Mattarella sarebbe intervenuto.

In questo Parlamento non ci sono maggioranze possibili senza i Cinque Stelle a meno di un “abbraccio” tra il centrosinistra e il centrodestra: tra Nicola Zingaretti e Silvio Berlusconi, tra Matteo Renzi e Matteo Salvini. Provando a coinvolgere anche Giorgia Meloni.

Tutto il resto sono chiacchiere, perfino le ipotesi di spaccatura dei Cinque Stelle. I quali, se perdessero l’unità formale, sarebbero finiti.

Questa legislatura andrà avanti e il momento in cui si capirà cosa succederà in futuro sarà l’elezione del presidente della Repubblica. Al momento sembra una corsa tra Mario Draghi e Romano Prodi.

Al momento però.