Si guarda alla Saf ma con un occhio a Frosinone

Gli assetti al vertice della Saf sono solo un pretesto. È un'altra la battaglia per la quale stanno incrociando le lame Lega e Fratelli d'Italia. Ed il rischio è che si estenda

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Preoccupazione. E binocoli puntati verso sud. Dal municipio di Frosinone osservano preoccupati la battaglia politica che si è innescata per il controllo della nuova governance della Saf. Il timore è che il conflitto possa estendersi. E contagiare anche palazzo Munari nel capoluogo ciociaro. Le condizioni ci sono tutte: è una contrapposizione politica tutta interna al centrodestra, vede la Lega da una parte e Fratelli d’Italia dall’altra; con Forza Italia senz’altro più vicina alle posizioni del Partito di Giorgia Meloni. Il rischio ci contagio c’è e se dopo l’estate il confronto dovesse trasferirsi al Comune di Frosinone molti degli attuali assetti finirebbero in bilico. (Leggi qui: La lunga domenica sul filo del rasoio per Saf).

Soprattutto dopo quanto è accaduto nella scorsa seduta di Consiglio comunale: quando otto Consiglieri della maggioranza hanno fatto saltare il loro voto sul Piano dei Rifiuti. Il sindaco Riccardo Mastrangeli è rimasto a galla solo grazie alla lealtà di Fabio Tagliaferri e del suo gruppo di Fratelli d’Italia. Ma Riccardo Mastrangeli è un civico in quota Lega ed il suo mentore è Nicola Ottaviani cioè il Coordinatore provinciale del Carroccio ed autore della mossa che sta mettendo sotto attacco FdI alla Saf ed in discussione la sua richiesta di avere il presidente del CdA. (Leggi qui: Ora a Frosinone tutto può succedere).

La dottrina Ottaviani

(Foto © Stefano Strani)

Gli osservatori rilevano che quella messa in atto fino ad ora da Nicola Ottaviani è solo dialettica. E non scontro politico vero e proprio. Per essere più chiari: ha manifestato il suo disappunto per come si sta costruendo la nuova governance della società tra i 91 Comuni ciociari che gestisce lo smaltimento dei rifiuti. Ma non ha compiuto azioni ostili tali da autorizzare una rappresaglia politica.

È un modo per alzare il prezzo. Ottaviani sa che non può avere molto più di quello che è già stato offerto alla Lega nell’ambito del riassetto della governance: uno dei 3 posti in Consiglio d’Amministrazione. Mentre Fratelli d’Italia ha rivendicato la presidenza del Consiglio d’Amministrazione, dal momento che può vantare un peso politico maggiore. Il Partito Democratico manterrebbe il core business, il controllo gestionale indicando l’Amministratore delegato. Gli altri posti in CdA andrebbero uno all’area civica del presidente della Provincia Luca Di Stefano, uno a Forza Italia.

Cosa c’è dietro alla manovra di Ottaviani? Un ragionamento politico per nulla secondario. Il deputato della Lega scinde i piani: Saf è una società formata dai 91 Comuni e ciascuno ha una quota in parti uguali, pertanto gli equilibri – ritiene l’ex sindaco di Frosinone – non vanno ponderati sulla base né dei risultati delle scorse Politiche né su quelli delle scorse Regionali. Ma su quelli delle Comunali. E Ottaviani ritiene che FdI non abbia diritto alla presidenza: semmai dovrebbe esprimerla la Lega.

Il rischio di escalation

Lucio Migliorelli, presidente uscente Saf

In questo scenario tutti i protagonisti sono intenti a marcare i colleghi di coalizione: per impedirne fughe in avanti, per bloccare eventuali accordi trasversali che potrebbero portare ad una gestione della Saf limitando il peso dell’uno o dell’altro.

Solo dialettica quindi, fino ad oggi. Ma se si arriverà ad una contrapposizione vera si rischia di replicare lo scontro fratricida a cui si è assistito per le candidature alla presidenza della Provincia o per il Consiglio d’Amministrazione dell’Egato. Anche lì Lega e Fratelli d’Italia sono state a fronteggiarsi come veri nemici politici. (Leggi qui: Egato, Buschini presidente: la Lega caccia Quadrini e Girolami. E leggi qui: L’affaire Quadrini: cosa c’è dietro alla sua espulsione).

La vera posta in gioco

Un’espansione del conflitto finirebbe subito con il coinvolgere il Comune Capoluogo.

Il problema vero è quello della leadership provinciale del centrodestra. È questa la vera battaglia che si sta giocando sulla Saf. L’appannaggio dei ruoli gestionali nella società sono solo un pretesto, vengono dopo. Nessuno tra Lega e Fratelli d’Italia può permettersi che uno dei due alleati cresca “troppo” rispetto all’altro. Prendere il timone della Società assegnerebbe un grande potere di relazione con tutti  i sindaci del territorio.

Il problema è tutto politico. Chi, nel centrodestra, dovesse governare la Saf, governerebbe anche la coalizione. Anche se in eventuale compartecipazione con altre forze politiche del centrosinistra. Vedasi quanto già accaduto in Provincia dopo la vittoria del Presidente Luca Di Stefano: immediatamente dopo l’esito elettorale Lega e Fratelli d’Italia, pur avendo sostenuto candidati diversi, sono andate subito nell’ufficio Di Stefano più per marcare l’alleato della coalizione e per non lasciargli troppi spazi di manovra, piuttosto che per “chiedere” in proprio.

È chiaro però che l’eventuale scontro non potrà spingersi troppo oltre, lasciando sul campo feriti o strascichi polemici non più risanabili. Proprio per evitare che la frattura potenziale a livello provinciale tra il Partito di Giorgia Meloni e quello di Matteo Salvini abbia poi effetti sulle amministrazioni Comunali ed in particolare sull’amministrazione Mastrangeli ma anche sul dialogo per costruire la coalizione per le Comunali di Cassino. (Leggi qui: Elezioni, gli anti Salera saranno o “Mario free” o “Mario Boys”).

Core ingrato

Fabio Tagliaferri (Foto © Stefani Strani)

C’è però un’evidenza: fino ad oggi la guardia pretoriana del sindaco di Frosinone indossava la corazza con le insegne di Fratelli d’Italia. Fabio Tagliaferri ha garantito lealtà al progetto. Sarebbe stato lecito attendersi, per logica e coerenza politica che gli scudi invece fossero degli altri Partiti del centrodestra o dalle liste civiche che sostengono l’amministrazione.

Se la coalizione di centrodestra dovesse andare in frantumi sulla Saf, gli effetti per l’amministrazione Mastrangeli potrebbero essere imprevedibili. Fratelli d’Italia potrebbe anche togliersi la divisa di guardia pretoriana del sindaco.

E Forza Italia? È chiaro che nell’immediato nulla accadrà. Il bilancio di previsione del Comune verrà approvato, senza problemi e forse anche con tutti i voti della maggioranza. Ma in autunno a Frosinone  le cose potrebbero cambiare. E dipende molto da come si arriverà all’elezione dei vertici della Saf.