Stellantis, i Consiglieri chiedono una seduta straordinaria

Le tensioni salgono riguardo al futuro dello stabilimento Stellantis di Cassino a causa di indiscrezioni non confermate sulla riduzione dei turni lavorativi. Consiglieri regionali chiedono una seduta straordinaria per discutere la crisi industriale e il futuro di Stellantis nel Lazio

Voci e concretezze. Parole senza conferma e carte intestate con numeri di protocollo. Sul futuro dello stabilimento Stellantis di Cassino sale la tensione. Da un lato c’è Fiom Cgil ad anticipare le indiscrezioni secondo le quali da gennaio si lavorerà con un turno solo anziché due. Nessuna conferma ufficiale al momento è arrivata. Dall’altro lato ci sono i Consiglieri regionali di opposizione che chiedono una seduta straordinaria per avere chiarezza.

Consiglio straordinario

(Foto: Regione Lazio Press Service)

A chiederla al presidente del Consiglio Regionale Antonello Aurigemma sono stati i consiglieri Alessio D’Amato, Mario Ciarla, Marietta Tidei, Adriano Zuccalà, Claudio Marotta, Alessandra Zeppieri, Sara Battisti, Marta Bonafoni, Salvatore La Penna, Rodolfo Lena, Eleonora Mattia ed Enrico Panunzi. Chiedono di discutere della crisi industriale e del futuro di Stellantis nel Lazio.

Nella richiesta evidenziano che negli ultimi sei anni il gruppo Stellantis in Italia ha perso oltre 7mila lavoratori di cui 1.200 a Cassino. E che la produzione complessiva al 2022 è stata pari a circa 686 mila veicoli: rispetto ai giorni d’oro del 2017 è un calo del 33%. Sottolineano poi che l’aumento dei volumi della Maserati Grecale non ha compensato la flessione riscontrata sulle due Alfa Romeo, Giulia e Stelvio assemblate a Cassino. (con 13.500 unità prodotte copre il 36% della produzione complessiva dello stabilimento).

Nel 3° trimestre 2023 (luglio – agosto – settembre) rispetto allo stesso periodo 2017 la produzione è diminuita del 62% (da circa 100.000 veicoli a 37.580 veicoli). E l’occupazione è scesa del 29% passando da circa 4.200 dipendenti ai 2993 di oggi: in ulteriore diminuzione con il piano di esodi incentivati.

Quello che preoccupa

La ex Palazzina Uffici

A preoccupare è il fatto che dall’inizio dell’anno sono stati circa quaranta i giorni di fermo produttivo a causa della carenza di materiali e dei lavori con i quali smontare una delle due linee di Verniciatura per unificare il processo tra la Verniciatura rimasta e la Lastratura. Al momento sono 60 i lavoratori con Contratto di Solidarietà. La loro scadenza è al 31 marzo ma è possibile una proroga fino al 30 settembre.

Ulteriore elemento di preoccupazione per i Consiglieri è la vendita dell’immobile ex Palazzina uffici e delle aree ex sottoservizi Itca. (Leggi qui: Stellantis, la vendita non è più riservata. E leggi anche Non solo la Palazzina, in vendita anche due aree ex Itca. E il Politecnico…).

I segnali positivi che danno una rotta precisa per il futuro di Cassino Plant sono quelli portati personalmente dal Ceo Carlos Tavares lo scorso marzo quando ha annunciato l’assegnazione della piattaforma Stla large BEV, che sarà utilizzata per la produzione di nuovi modelli Premium. Lo stabilimento di Cassino è uno dei 3 impianti Stellantis  (su 6 in Italia) in cui è prevista la riconversione all’elettrico. (Leggi qui: Tavares annuncia: “C’è un futuro premium per Cassino Plant”).

Solo voci per il momento

Poi ci sono le voci. Non confermate. Nè dagli altri sindacati né dall’azienda. Ma che hanno un’origine presa, non banale: Fiom Cgil. Secondo la quale a partire dal 2024 i dipendenti dello stabilimento di Cassino dovranno adattarsi a un nuovo scenario lavorativo, passando da due a un unico turno settimanale. Significa che anziché avere a disposizione 10 turni settimanali, gli operai ne avranno solo 5 o al massimo 6. Con un impatto significativo sulle buste paga.

Le sigle sindacali Fim-Cisl, Uilm, Fismic, Ugl e Aq, hanno convocato un’assemblea per il 22 novembre per fare il punto. Vogliono valutare la situazione e decidere le strategie comuni di fronte alle scelte dell’azienda.