Via al 'pensatoio' che dovrà ridisegnare i modelli di assistenza agli anziani nel Lazio. Un mese fa l'invito del vescovo Spreafico sul Corriere della Sera. Oggi l'assessore regionale alla Sanità annuncia la creazione del team di esperti
Il segnale lo aveva mandato Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone ed autorevole voce del Dialogo all’interno della Conferenza Episcopale Italiana. Nei giorni più drammatici della pandemia aveva detto che l’assistenza agli anziani andava ripensata. Completamente. (leggi qui Covid-19, la strage nelle Rsa. Il vescovo Spreafico: «Salviamo gli anziani»).
Troppi morti nelle Rsa e nelle Case di Riposo. Troppo abbandono in troppi casi. E come esempio alternativo aveva indicato alcune sperimentazioni avviate proprio dalla diocesi di Frosinone.
Al Corriere della Sera aveva raccontato che «Si deve favorire la permanenza degli anziani a casa, con un’assistenza più leggera e di gran lunga meno costosa per lo Stato. Costruendo attorno a loro una rete di prossimità e di solidarietà. La formula c’è già, è il co-housing, piccole convivenze opportunamente monitorate e imperniate sull’assistenza domiciliare; basterebbe applicarla su larga scala, senza cedere a scorciatoie istituzionali o, peggio ancora, ad interessi di privati».
Il Think Tank
La regione Lazio lo ha preso sul serio. Molto. Al punto che l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato annuncia ora che «La prossima settimana saremo al lavoro per la creazione di un think tank sulla riforma dell’assistenza agli anziani formato da autorevoli rappresentanti del mondo scientifico, della comunicazione, della sanità e del mondo religioso».
L’assessore lo ha annunciato oggi durante la quotidiana video conferenza con i direttori generali delle Asl e degli ospedali del Lazio. Il virus è ormai quasi del tutto sotto controllo: nelle ultime ventiquattrore ci sono stati 32 casi positivi, il trend di crescita è allo 0,4%.
La regione quindi può concentrarsi sul nuovo obiettivo: cambiare il modello dell’assistenza agli anziani. Ieri l’assessore aveva annunciato che non ci sarebbero stati sconti per chi aveva violato le regole. (leggi qui Lazio, via ai test sierologici: i più imponenti in Italia)
Ad oggi i controlli regionali sulle Rsa e le strutture socio-assistenziali private accreditate sono 678. Da domani si inizia a pensare in modo diverso.