Prosit per il 2019, cin cin al 2020: i miei vini di Capodanno

Cosa beve il sommelier di Alessioporcu.it la notte di capodanno? Abilitato al 'boccione' da 5 litri ed al vino in cartone, fino ai nettari più raffinati, ecco il menù e soprattutto la carta dei vini di Nunc Est Bibendum per salutare il 2019 ed accogliere il 2020

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Siamo agli sgoccioli di questo 2019, un anno per il sottoscritto decisamente positivo. Ho viaggiato molto, ho incontrato tantissimi produttori, sono venuto a conoscenza delle loro storie, dei loro segreti. Nunc Est Bibendum è una rubrica che sta riscontrando sempre più followers e di questo sono veramente felice perché vuol dire che forse sono riuscito a toccare le corde giuste e a far appassionare tante persone lontane dal mondo del vino.

Mi hanno scritto addirittura molti astemi che continuano a non bere (maledetti!) ma mi leggono perché si sono appassionati alle storie che vado in giro a cercare. Credo sia fondamentale riuscire ad andare nella direzione del lettore, farlo con storie vere, avvincenti, fatte di sudore, lacrime, sangue, sorrisi e sbronze…si, sbronze e risate perché sono estremamente convinto che l’ironia sia la chiave di lettura di ogni essere umano.

La cantina Fra i Monti

Vedete, i pregiudizi verso noi sommelier/fanatici del vino sono ancora presenti, ci vedono ancora come i sofisticati che disprezzano ormai i vini di casa o quelli sfusi di enoteca. Niente di più falso, anzi. Quando vengo invitato alle cene con più di 10 persone porto sempre “il bambinello” da 5 litri e credo che sia più onesto il vino in cartone che un DOCG di 3€ al Discount. Bevo tutto ciò che mi si offre. Semplicemente, dopo un percorso di studio ho imparato a scegliere e, soprattutto, a dosare le aspettative. E tanta è la meraviglia quando una bottiglia di 15€ ti sorprende di più rispetto ad una di 200. Perché succede, oh se succede!

In questo 2019 ne ho assaggiate tante di bottiglie buone e quelle che più mi sono rimaste nel cuore sono di produttori piccoli, indipendenti e spesso ribelli ma con un talento sconfinato. Il vino è più punk di quanto crediate!

Con queste righe oggi non voglio fare una classifica, non credo la farò mai perché il vino oltre all’esame visivo e gusto-olfattivo  viene da me sottoposto anche ad un esame umorale. Quindi le classifiche le lascio a chi non cambia mai idea. Piuttosto vi dico quello che berrò la notte di San Silvestro, scegliendo tra le bottiglie che hanno fatto capolino in questa rubrica durante il 2019, mentre degusto le pietanze che ho contribuito a preparare…ebbene si, quest’anno capodanno a casa!

Antipasto A la volee

Come antipasto abbiamo un’insalata di mare, leggera e senza fronzoli. Possiamo stappare subito il rifermentato  “A la volee” dell’azienda agricola Fra i Monti di Terelle in provincia di Frosinone, freschezza immediata, duttilità di abbinamento elevata (possiamo berlo anche col secondo) ma l’inizio con brio mi piace. Salivazione corposa, bicchiere chiama bicchiere. 10 minuti ed è già finito…A la volee proprio!

Primo con Oro di Baal

L’Oro di Baal, la seconda da sinistra

Primo piatto cucinato da me per la prima volta, lasagna bianca con pistacchi e mortadella. Ho voluto emulare a strati le pizze gourmet che tanto vanno di moda, esperimento riuscito. Si lo so, me lo dico da solo ma dovete fidarvi per forza, tanto la mangio io mica voi!

Qui possiamo aprire un’altra bollicina sgrassante, Oro di Baal, spumante metodo classico fiore all’occhiello di Casa di Baal, cantina che si trova a Montecorvino Rovella in provincia di Salerno.  Uno spumante di Fiano prodotto in maniera del tutto naturale, un perlage fine e persistente, un naso eccezionale, con aromi di frutta, agrumi e crosta di pane. Dosaggio zero, freschezza, sapidità ed estrema eleganza.

Se le tasche lo permettono possiamo stappare anche una bella bottiglia di Champagne Première Cuvée Rosé di Bruno Paillard, rosato di Pinot Nero, un prodotto di spessore ed eleganza con pochi eguali, bellissimo già dal colore, un rosa ramato cristallino e dal  perlage fine, al naso è nitida la presenza di frutti di bosco, sentore percepibile anche al palato.

Secondo con i Colli di Lvni

L’Etichetta Nera 2018

Il secondo piatto è una classica, corposa e deliziosa frittura di pesce. Anche in questo caso pochi fronzoli, siamo di fronte ad un piatto che non stanca mai, una pietanza che mangiamo sempre, anche quando siamo già sazi.

Qui possiamo spaziare con tante tipologie di vini bianchi fermi o frizzanti, importante è che ci sia una decisa acidità o effervescenza. Scelgo due vini, il Vermentino Colli di Lvni Etichetta Nera 2018 dell’azienda ligure Ca’ Lvnae. Recentemente votato come miglior vino bianco dell’anno dalla guida Gambero rosso questo Vermentino è elegante ed equilibrato, ciò che puoi percepire al naso lo assapori anche bevendolo, fiori selvatici, note speziate e dopo qualche minuto emergono sentori di frutta matura ed un leggerissimo retrogusto di miele. Fresco, sapido e di buon corpo Colli di Lvni mantiene in bocca una piacevolissima persistenza.

L’altro vino da bere con la nostra frittura è del mio territorio, il mio adorato Sannio, la Falanghina di Giovanni Iannucci. Giovane in gamba, viticoltore onesto, ha tirato fuori nel 2018 una falanghina outsider nel vero senso della parola, lui ha detto che con “La Forma” ha solo sperimentato per divertirsi e invece ha tirato fuori una piccola perla.

Un vino giallo ambrato, frutto di una macerazione sulle bucce di ben 15 giorni. Affinamento in damigiane di vetro per circa un anno e mezzo; secco, caldo e di buon corpo, percettibile addirittura il tannino, sapido e fresco, un vino arcigno ma abbastanza equilibrato.

Lenticchie e zampone

Barbera D’Alba di Cascina Fontana

Non è notte di San Silvestro senza lenticchie e zampone. Quando arriva questo piatto in tavola solitamente si è già sazi o sbronzi (spesso entrambe le cose) ma come si dice al sud “le lenticchie portano fortuna” e quindi non importa se stai per sentirti male, le devi magiare!

Qui ci bevo un rosso, il Barbera D’Alba di Cascina Fontana, un piccolo capolavoro di Mario Fontana.  L’unico dei vini di  Cascina Fontana che segue un percorso che si allontana un po’ dalla tradizionalità. Si avvicina in maniera più decisa al modus operandi di Mario; infatti dopo la fermentazione, la maturazione avviene in parte in botticelle di legno usate ed in parte in vasche di cemento. La spiccata acidità viene attenuata in questo modo fornendo al vino una eleganza non indifferente.

Un naso intenso, spiccano i sentori fruttati di mora, ciliegia e confettura di frutti rossi, in bocca è pieno e corposo, di pronta beva ma estremamente elegante. 

I dolci

Passito di Aleatico della Cantina Georgea Marini

I dolci sono gli stessi dalla notte di Natale. Sono li pronti ad essere finiti, pronti per completare l’opera distruttiva di una settimana fa. Ci sono i torroncini di San Marco dei Cavoti e quelli allo Strega, i panettoni artigianali ciociari, le ciambelline al vino, i cantucci… . E c’è anche il mio stomaco che isserà bandiera bianca.

Lo capisco poverino, ma lo addolcirò con un Passito di Aleatico della Cantina Georgea Marini di Gradoli, nel viterbese. Un Lazio che sorprende, un passito rosso che lascia di stucco, avvolgente e intenso.

Capodanno è alle porte, mi sveglierò col mal di testa e con un macigno nello stomaco. Ma sopravviverò. Auguro il meglio a tutti voi cari amici e lettori. Vi auguro un 2020 pieno di ottime bevande, io continuerò a consigliarvi e a raccontarvi storie avvincenti, ve lo prometto!

Vi dedico una canzone che è un consiglio per ripartire bene e per scegliere meglio. Tutta da ballare: Cheap Wine, Cheap Ramen dell’ensable Country “Buck Satan and the 666 Shooters“. Benvenuto 2020!