Finisce il lockdown e si riapre la cantina: tornano le recensioni dei vini. Per ripartire: una degustazione difficile e impegnativa. Con la collaborazione dello chef Antonio Di Folco. In tavola una falanghina extra dry Tenuta le Vignole. Ed una vera chicca: l’Altea Bianco di Altea Illotto, un ‘nasco’ di grande pregio
Marco Stanzione
Il ricordo di un afoso pomeriggio in terra Toscana mi ha fatto conoscere l’azienda Luteraia, un vero colpo di fulmine. Alla scoperta del vino Indaco…
Ceccano-Birra, un binomio storico che oggi non guarda più alle multinazionali ma si affida al talento e all’iniziativa di giovani imprenditori, che amano il luppolo fin da quando erano ragazzini.
L’azienda campana Terra di Briganti della famiglia Di Cicco è un incontro felice fra la storia e il futuro. Futuro biodinamico per tirar su vini sorprendenti. Lì dove un tempo si dava assistenza ai briganti
La storia di Cannaceutica. Produzioni agricole ricavate dalla canapa in piena Valle di Comino. Le incomprensioni iniziali. Ora l’olio e la farina. Ma soprattutto… Raffaellesca, la birra con la cannabis
L’arte di intrecciare vimini: a Roccasecca è quella dei ‘Canestrari’ gente come Silvio Tedeschi, che ha ripreso in mano un’antica tradizione e la sta accompagnando lì dove il progresso non dimentica il passato.
È l’area nella quale si producevano i vini dell’antica Roma. Poi i Monti Cecubi sono stati dimenticati. Fino agli anni Ottanta, quando c’è stato chi è tornato a produrre. Negli anni ’90 la svolta. E oggi…
Sarà un cenone diverso. Ma nulla ci potrà togliere il gusto della buona tavola per salutare il nuovo anno. Cosa bere. Una serie di consigli per vini di qualità ed alla portata di tutte le tasche.
Una natività di quasi 90 metri quadrati. E tutta fatta a mano. Il presepe ‘con’ Roccasecca dentro realizzato da Gennarino Marcuccilli ed i suoi amici artigiani, ognuno con il suo mestiere. Che è arte.
Cambia il mondo, cambiano le scarpe, ma non cambia la voglia di Luigi Bendinelli di fare delle scarpe il centro della sua vita. Scarpe ‘notturne’ e ciocie per una terra che ha ancora molta strada da percorrere
A Sant’Elia Fiumerapido c’è quel che resta del vecchio cinema del paese. Un luogo della memoria bellissima di tempi in cui la fantasia trovava sfogo nel rito collettivo di guardare un film. Insieme.
La spina dorsale del versante Barbaresco e un’eredità di tenacia familiare che ha figliato vini immensi. Che soggiogano la memoria nei mille profumi di beve memorabili.
A Castro dei Volsci l’iniziativa di 15 artigiani che, all’insegna dell’eroina volsca virgiliana, hanno aperto le loro botteghe e schiuso un mondo. Per coniugare tradizione e turismo. E dare speranza ad un settore considerato “antieconomico”.
Un prodotto di nicchia. E quella nicchia è il paesino montano del Cassinate. Dove famiglie intere seguono una tradizione millenaria e fanno ruotare la loro esistenza sulla regina dell’autunno.
Il Museo della civiltà Contadina e dell’Ulivo di Pastena è uno scrigno di cose belle e antiche. Che hanno il fascino irresistibile di tempi non sempre luminosi, ma che hanno segnato la mappa emotiva della Ciociaria. Perché un popolo lo riconosci da quello che fa. E da quello che usa.
“Un bel giorno mi telefona Ennio Morricone…” e potremmo chiuderla qui. Punto. Ma vi perdereste una storia straordinaria, quella di un musicista che è stato al fianco dei più grandi, salvando dal tempo i suoi dell’antica tradizione
Fabrizio Germani e il lockdown. Ed il suo sogno di rimettere in sesto l’orto dietro casa. Che diventa l’Orto per Arce. Aperto a tutti quelli che vogliono riscoprire la terra. E come si coltiva. Ma anche fattoria didattica per disabili. E ancora totem di uno stile di vita che Covid e il lockdown hanno fatto riscoprire.
Il vino testardo dei fratelli Colangelo. Che nel Sannio antico non hanno avuto paura di sperimentare il nuovo. E che contro ogni previsione hanno avuto ragione. Fino a sedurre gli Usa.
La Val d’Aosta che ti aspetti ma che ti stupisce lo stesso. E’ quella della vinicoltura in purezza della famiglia Charrère. Dei sapori di una terra bellissima e del calore di un’azienda che per crescere ha seguito i ritmi del tempo. Che con il vino sono i ritmi giusti.
Nunc est Bibendum torna in irpinia per raccontarvi una giornata alla scoperta di nuove aziende e cosa vuol dire fare enoturismo. Ecco, Attilio Colucci è uno di quelli che lo ha capito benissimo.