di ROBERTO CALIGIORE
Sindaco di Ceccano
Le spire della malavita possono uccidere irrimediabilmente il nostro territorio, tanto più se in provincia il contagio avviene nel silenzio e nell’indifferenza! Condivido l’appello dei miei colleghi di Pastena (leggi il precedente) e Ceprano (leggi il precedente) e confermo, anche come uomo dello Stato, che davanti a simili testimonianze è necessario, ma soprattutto vitale, iniziare a denunciare, ma in primo luogo parlare e iniziare percorsi di educazione alla legalità che possono vedere coinvolti in particolar modo i Comuni.
Perché i Comuni sono le vere e proprie amministrazioni di prossimità che, nel paese, sanno essere vicine proprio ai cittadini.
Il rispetto delle regole e della convivenza civile va però insegnato a scuola, promosso si dalle Amministrazioni civiche, ma deve essere sostenuto dalla società civile, abbandonando silenzi e indifferenza che conducono solo alla normalizzazione dell’omertà. E l’omertà è il primo campanello che suona, ecco perché non si può stare in silenzio quando si ascolta l’allarme.
Bisogna operare insieme, condividere conoscenze e da noi, in provincia di Frosinone, un movimento di sensibilizzazione contro la camorra o la mafia può fortunatamente emergere e crescere senza che qualcuno – come purtroppo accaduto in altri contesti del paese – ci abbia ancora rimesso la pelle. E quando parlo di qualcuno debbo, purtroppo, fare riferimento anche al mondo della politica. Perché per come la vedo io, la mafia o la camorra non potrebbero esistere se non avessero rapporti con la politica, ma parlo naturalmente di politica corrotta e corruttibile.
Sono ben cosciente che gli atti di minaccia e di intimidazione mafiosa e criminale hanno molteplici finalità: servono per incutere paura a chi si oppone all’illegalità oppure servono per punire o “richiamare all’ordine” chi scende a patti con i mafiosi, tradendo la fedeltà alla nostra Repubblica ed alle sue genti.
Se questo accade nella nostra provincia, non va lasciato sotto silenzio.
Va denunciato, messo al bando e eliminato da un contesto che solo insieme, condividendo questa battaglia, diventerà possibile fare.
Iniziamo, io personalmente non mi tirerò indietro, e con me anche i colleghi di Ceprano e Pastena che per primi hanno fatto un passo avanti in questa direzione. Se le intimidazioni ricadono in un campo o in un altro, spetta di certo alla Magistratura stabilirlo.
Ai partiti ed ai cittadini-elettori spettano invece altre precise responsabilità. I partiti devono candidare persone oneste e competenti, allontanando coloro che hanno avuto – ed hanno – problemi con la giustizia o è plausibile pensare che ne possano avere. Ai cittadini-elettori dobbiamo lasciare la possibilità di sostenere e manifestare il loro consenso verso persone perbene e dovranno farlo con costanza e non solo nel chiuso dell’urna elettorale. Tocca, infatti, ai partiti ed ai cittadini-elettori costruire e rafforzare la buona politica. Il che significa, tra le altre cose: essere al fianco di quelle centinaia di amministratori locali che quotidianamente in provincia s’impegnano per il buon governo, la legalità, la democrazia, la giustizia sociale e spesso senza godere di grandi remunerazioni economiche e di privilegi.
Per queste ragioni, essere coscienti che la crisi di fiducia nel sistema partitico, che attualmente è in atto in Italia, non ci deve indurre in atteggiamenti di inopportuna generalizzazione, questo vogliono i camorristi ed i mafiosi. Ecco perché diventa importante fare in modo che non ci impediscano di cogliere e valorizzare il positivo che, sul nostro territorio, ancora fortunatamente esiste.