I protagonisti del giorno. Top e Flop del 2 giugno 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

SERGIO MATTARELLA

È un 2 giugno diverso da tutti gli altri, ma l’unico che se ne è davvero accorto è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Infatti ha detto: «C’è qualcosa che viene prima della politica e segna il suo limite. Qualcosa che non è disponibile per nessuna maggioranza e per nessuna opposizione: l’unità morale, la condivisione di un unico destino, il sentirsi responsabili l’uno dell’altro. Una generazione con l’altra. Un territorio con l’altro. Un ambiente sociale con l’altro. Tutti parte di una stessa storia. Di uno stesso popolo».

Sergio Mattarella

Ha sottolineato il Capo dello Stato: «Siamo tutti chiamati a un impegno comune contro un gravissimo pericolo che ha investito la nostra Italia sul piano della salute, economico e sociale. Le sofferenze provocate dalla malattia non vanno brandite gli uni contro gli altri».

Una bacchettata sulle mani a tutti quelli che organizzano manifestazioni e contromanifestazioni, strumentalizzando perfino una pandemia di queste proporzioni. Il problema però è che quella di Mattarella sembra l’unica voce che si leva in questi frangenti.

Nume tutelare.

MAURIZIO STIRPE

Partiamo proprio da Alessioporcu.it: «In pochi anni la Prima diventa una Holding: Prima Sole Components Spa. Oggi non produce soltanto ma progetta: componentistica in plastica per il settore automotive e per quello degli elettrodomestici. Dal 2000 avvia l’internazionalizzazione con l’apertura di tre stabilimenti di cui uno in Francia per la fornitura di Whirlpool Europe, uno in Germania e uno in Slovacchia per servire i settori automotive e degli elettrodomestici. Oggi i pezzi da un milione di cicli sono sulle auto Fca, Bmw, Volvo, Volkswagen e Mercedes Daimler» (leggi qui Maurizio come Benito Stirpe, ora anche lui è Cavaliere del Lavoro)..

Il Cavalier Maurizio Stirpe

La Prima opera con 12 stabilimenti produttivi: 8 in Italia e 4 all’estero. Più 2 centri di ricerca e sviluppo con 60 ricercatori. L’export vale il 30% del fatturato. Occupa 2.920 dipendenti, di cui 1.990 in Italia.

È questo l’impero di Maurizio Stirpe, insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica direttamente dal Quirinale. Ed oggi sarebbe stato il giorno della consegna delle insegne in una solenne cerimonia pubblica al Quirinale, se la pandemia non avesse imposto una cerimonia più light.

Quella croce da cavaliere non va solo al Maurizio Stirpe industriale, ma anche al ‘politico’ chiamato alla vicepresidenza nazionale di Confindustria, con delega al Lavoro. Ed allo sportivo, capace di prendere una squadra di calcio da un campo di Serie C e portarla fino in A dotandola di un’organizzazione di categoria e di uno stadio modernissimo.

Va poi al simbolo del Lavoro che gli Stirpe hanno saputo incarnare: da papà Benito al figlio Maurizio passando per i fratelli. Non è un caso che anche Benito fosse Cavaliere.

Nel nome del padre.

FLOP

LUCA PALAMARA

Ospite di Massimo Giletti a “Non è l’Arena”, Luca Palamara ha fatto affermazioni come queste: «Ho anticipato il Covid: chi ha attuato il distanziamento sociale con me si è salvato. Io il male assoluto? Potrebbe fare comodo a qualcuno farlo pensare. Certo non ho inventato io il sistema della correnti nella magistratura».

Luca Palamara da Massimo Giletti Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

E poi: «Sta emergendo un’immagine che non corrisponde alla realtà perché Luca Palamara fa parte di un organo composto di 27 persone. Non mi sono mai sentito onnipotente, ma al servizio dei colleghi».

Ma soprattutto, a proposito delle frasi su Salvini: «Quando si comunica in segretezza, come stabilito dalla nostra Costituzione per le comunicazioni, ci sono situazioni in cui non si può mai pensare che un giudizio, magari espresso in maniera frettolosa, o sintetica, o errata possa diventare di dominio pubblico. E quando lo diventa bisogna dire quando si è sbagliato e riconoscere che quelle frasi non rispecchiano fedelmente il pensiero. La frase sull’ex ministro dell’Interno? Va circostanziata».

Giusto, ma doveva valere negli ultimi 25 anni, per qualunque tipo di intercettazione. Anche per quelle dei politici.

Due pesi e due misure.

MATTEO SALVINI

È caduto nella trappola di Giorgia Meloni. La manifestazione di domani in piazza porterà consensi a Fratelli d’Italia, non alla Lega. Perché la Lega è abituata a folle che non potranno esserci per via del distanziamento sociale.

Matteo Salvini, Foto: © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Mentre Fratelli d’Italia si muove benissimo in un contesto ridotto. Nel centrodestra è in atto da tempo un riequilibrio di posizioni e lo si vede anche nei sondaggi. La Meloni vola, Salvini annaspa.

Caduta libera.