I protagonisti del giorno. Top e Flop del 25 marzo 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

VINCENZO DE LUCA

«Permanendo questa nullità di forniture, non potremo fare altro che contare i nostri morti». Al Governatore della Campania Vincenzo De Luca non difetta certo la chiarezza. Ma la lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro della salute Roberto Speranza e a quello degli affari regionali Francesco Boccia merita di essere letta tutta.

De Luca ha scritto nell’incipit: «La comunicazione di questi ultimi giorni relativa alla epidemia è gravemente fuorviante. Il richiamo a numeri più contenuti di contagio al Nord, rischia di cancellare del tutto il fatto che non solo la crisi non è in via di soluzione, ma che al Sud sta per esplodere in maniera drammatica».

Vincenzo De Luca

Poi, tanto per non usare eufemismi, ha sottolineato con l’evidenziatore: «I prossimi dieci giorni saranno da noi un inferno. Siamo alla vigilia di una espansione gravissima del contagio, al limite della sostenibilità. La prospettiva, ormai reale, è quella di aggiungere alla tragedia della Lombardia quella del Sud. Per noi è questione di ore, non di giorni. Abbiamo fatto con migliaia di operatori, sforzi giganteschi per poter reggere. Ma non si può scavare nella roccia con le mani nude. Dobbiamo registrare il fatto che dal punto di vista delle forniture essenziali per il funzionamento dei nostri ospedali, in queste settimane da Roma non è arrivato quasi nulla. Il livello di sottovalutazione è gravissimo. Non si è compreso che gli obiettivi strategici sono due: contenere il contagio al Nord; impedire la sua esplosione al Sud. In queste condizioni, ci avviamo verso una tragedia doppia. Il quadro riassuntivo, per noi, è contenuto in questo prospetto allegato».

Infine, la conclusione: «Dopo aver creato decine di posti letto nuovi per la terapia intensiva, rischiamo di non poterli utilizzare per mancanza di forniture essenziali. Zero ventilatori polmonari; zero mascherine P3; e pure zero dispositivi medici di protezione. A fronte di un impegno ad inviare in una prima fase 225 ventilatori sui 400 richiesti, e 621 caschi C-PAP, non è arrivato nulla. Questi sono i dati. E dunque, non si può non rilevarlo in maniera brutalmente chiara. So che la situazione è difficile per tutti. Non voglio alzare i toni. Ma non posso non dire che per quello che ci riguarda, ci separa poco dal collasso, se il Governo è assente. Mi auguro che almeno i numeri rendano evidente la drammaticità della situazione. Si rischia di vanificare un lavoro gigantesco che ci ha consentito di reggere, in una realtà della cui complessità non è il caso di parlare oltre, e di offrire anche al Paese una terapia farmacologica utile».

E meno male che non voleva alzare i toni. Lanciafiamme.

CLAUDIO DI BERARDINO

La Regione Lazio è stata la prima in Italia a sottoscrivere un accordo quadro dopo l’ufficializzazione del decreto per la cassa integrazione con cui sostenere le imprese costrette a fermarsi per rallentare la diffusione del Covid-19.

Claudio Di Berardino

La firma sotto all’intesa è arrivata dopo ben 10 ore di trattativa tra Regione, sindacati e ben trenta associazioni datoriali. Il regista dell’operazione è stato l’assessore al Lavoro Claudio Di Berardino. La Regione, i sindacati e le associazioni degli imprenditori hanno elaborato un modello che permette di definire in tre giorni al massimo gli accordi tra ogni singola azienda e le sigle sindacali di categoria.

Inoltre l’accordo non è richiesto per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti. La cassa in deroga va a coprire i lavoratori che non potevano ricorrere alla Cassa ordinaria. Le pratiche verranno lavorate in base all’ordine di arrivo, entro 48 ore. Insomma, tutto e subito. Nella logica della burocrazia zero. Non era facile. C’è riuscito.

Di lotta e di governo.

FLOP

DAVIDE BARILLARI

C’era una volta vecchia filastrocca dei fumetti: «Qui finisce l’avventura del signor Bonaventura». L’avventura (questa è stata) di Davide Barillari nel Movimento Cinque Stelle si avvia a terminare nel peggiore dei modi. Con l’espulsione in teleconferenza.

Davide Barillari

Lui fino a ieri aveva cercato di spostare il tiro altrove. Dicendo: «Io invece ho chiesto che all’ordine del giorno come primo punto ci sia la mozione di sfiducia a Roberta Lombardi». E poi: «La motivazione ufficiale è aver creato un sito internet che “confonde” i cittadini, ma che in realtà contiene solo atti presentati in Regione e informazioni sull’emergenza Coronavirus. La vera motivazione è che do fastidio al Partito Democratico e non mi sono mai allineato a Zingaretti, svolgendo il mio ruolo di opposizione senza mai abbassare la testa. Dieci anni di battaglie nel MoVimento 5 Stelle».

Infine. La caricatura di un re nudo, con tanto di mantello e scettro, circondato da mani che applaudono, un bambino che lo indica stupefatto e sotto la scritta ‘Il Re e’ nudo‘. È ciò all’ultimo momento è stato messo on line sul tanto contestato sito. È l’ultima trovata del consigliere regionale del 5 Stelle, forse per tentare di evitare in extremis l’espulsione dal gruppo. Dice: “era solo una trappola ben architettata. È servito a smascherare tutti. Smascherati i veri rapporti fra M5S e Pd in Regione Lazio”.

Magari doveva dirlo prima di essere cacciato. Ci crede solo lui. Il problema è che non gli crede più nessuno. Nemmeno una stella.

BERTOLASO-BORRELLI

Chiariamo subito: il flop è per la sfortuna. Ma il fatto è che il segnale al Paese non è per nulla rassicurante. Guido Bertolaso è risultato positivo al Coronavirus ed è stato ricoverato al San Raffaele di Milano.

Angelo Borrelli e Silvio Brusaferro Foto © Alvaro Padilla / Imagoeconomica

L’ex capo della protezione civile, scelto come consulente della Regione Lombardia per portare avanti il progetto dell’ospedale negli spazi della Fiera di Milano, ha dato l’annuncio via social: «Sono positivo al Covid-19. Quando ho accettato questo incarico sapevo quali fossero i rischi a cui andavo incontro, ma non potevo non rispondere alla chiamata per il mio Paese. Ho qualche linea di febbre, nessun altro sintomo al momento. Sia io che i miei collaboratori più stretti siamo in isolamento e rispetteremo il periodo di quarantena. Continuerò a seguire i lavori dell’ospedale Fiera e coordinerò i lavori nelle Marche. Vincerò anche questa battaglia». Guido Bertolaso è un combattente, ma la sua positività al Coronavirus è un brutto colpo per la Lombardia.

L’attuale capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha la febbre da mercoledì mattina. Attesa per il secondo tampone. Ma anche in questo caso è chiaro che viene a mancare il pezzo principale della catena di comando nel momento più delicato.

Nel giorno in cui è risultato positivo perfino il principe Carlo d’Inghilterra, il Coronavirus fa capire che davvero non guarda in faccia a nessuno.

In Italia un terribile doppio colpo anche sul piano emotivo: il Covid-19 ha infettato i suoi principali avversari. “AAAAh annamo bene… proprio bbene!” (Sora Lella)