I protagonisti del giorno. Top e Flop del 29 gennaio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

LILIANA SEGRE

 «Anche oggi qualcuno non vuole guardare e anche adesso qualcuno dice che non è vero». Ha stupito tutti la senatrice a vita Liliana Segre intervenendo al Parlamento europeo a Bruxelles, parlando della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Segre ha citato Primo Levi: «lo stupore per il male altrui», che «nessuno che è stato prigioniero» nel campo «ha mai potuto dimenticare».

Liliana Segre © Imagoeconomica Paolo Lo Debole

Poi è andata dritta al punto spiegando: «La gente mi domanda perché c’è ancora l’antisemitismo e il razzismo. Io rispondo che c’è sempre stato», che prima «non c’era il momento politico per poter tirar fuori l’antisemitismo e il razzismo che sono insiti nell’animo dei poveri di spirito. Ma poi arrivano i momenti, i corsi e i ricorsi storici. Arrivano i momenti in cui ci si volta dall’altra parte, in cui è più facile far finta di niente».

La senatrice a vita ha lasciato il segno al cospetto di un Europarlamento che forse dovrebbe cominciare a prendere sul serio i segnali che arrivano ininterrottamente nel Vecchio Continente.

Anche dall’Italia. Immensa.

NICOLA ZINGARETTI

Dopo undici anni, la Regione Lazio ha effettuato l’ultimo passo per uscire dal commissariamento della Sanità. Il via libera è arrivato oggi durante la Conferenza Stato-Regioni convocata dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia. (leggi qui È finita: la Sanità del Lazio non è più commissariata).

Nicola Zingaretti

Il Governatore è riuscito a mettere le briglie ad un debito prima del tutto fuori controllo. E lo ha fatto senza chiudere ospedali. Ma aprendo nuovi punti di assistenza sanitaria, come le Case della Salute. E senza tagliare la qualità: gli indicatori certificano che il livello dell’assistenza è salito di dieci punti nel Lazio.

In pratica: stiamo pagando i debiti, non ne stiamo facendo di nuovi, i nostri servizi vengono messi a disposizione delle altre regioni e incassiamo registrando anche un utile.

Realizza così quello che lui stesso definisce il terzo goal: Movimprese ieri ha certificato che il Lazio è la Regione con il più alto numero di nuove imprese nel 2019, oggi è stato inaugurato a Frascati l’avvio del più importante centro di produzione nucleare di energia pulita d’Europa. Ed ora l’uscita dal Commissariamento. Meglio di Mourinho.

FLOP

RENATO BRUNETTA

Renato Brunetta non ha dubbi. Ha spiegato: “Un governo di centrodestra? Si può fare. Subito, già domani, perché il popolo sovrano ha sempre ragione. Basta che Renzi si decida e faccia un governo con noi, centrodestra unito — Lega, FI, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia — e le altre forze che si potrebbero aggregare”.

Renato Brunetta

L’ex ministro della Funzione pubblica e deputato forzista, in un’intervista a La Repubblica, ha continuato: “Basta che Renzi voti con noi sulla giustizia. Lui è contro questa oscena riforma della prescrizione. A livello programmatico con Italia Viva c’è quasi perfetta coincidenza, in economia, in politica estera e in molto altro Renzi rappresenta, da sempre, il suo “centro”, vicino al centrodestra. Ricordiamo tutti il suo Partito della Nazione. Il centrodestra ha attualmente più o meno 275/280 deputati. Ne servono altri 45. Con Italia Viva e venti grillini che sono già fuori dal Movimento, facciamo un altro governo”.

Il presidente del consiglio? Semplice: Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega. Ma Brunetta ne ha parlato con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini? Un’alleanza del genere renderebbe un esempio di coerenza la maggioranza giallorossa tra Pd e Cinque Stelle.

Ma poi, perché Renzi dovrebbe accettare un ribaltone del genere? Non importa, per Brunetta si può fare. Grande Fratello Vip.

ROBERTO FICO

Il M5S è assolutamente unito per andare avanti fino al termine della legislatura e a sostenere l’attuale governo“: lo ha detto il presidente della Camera Roberto Fico, rispondendo – nel corso della conferenza stampa con il presidente del consiglio nazionale austriaco, Wolfgang Sobotka – a una domanda sulla situazione all’interno del Movimento, dopo le dimissioni di Luigi Di Maio e la doppia sconfitta alle regionali di domenica scorsa.

Roberto Fico

Ma come arrivare alla fine della legislatura? I Cinque Stelle vengono da sconfitte politicamente ingestibili, sono passati dal 34% al 6% in due anni. Non si capisce chi detta la linea e, la notizia è di oggi, gli stati generali di marzo potrebbero slittare ad aprile.

Roberto Fico è uno dei fedelissimi di Beppe Grillo. Potrebbe provare a fare un passo avanti e magari provare a sfidare Luigi Di Maio, intenzionato a riprendersi lo scettro.

Ma il presidente della Camera nella mischia non entra. Dietro le quinte è facile.