I protagonisti del giorno * Top & Flop * Venerdì 18 ottobre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

MATTEO RENZI

È diventato l’incubo peggiore per Giuseppe Conte, presidente del Consiglio e nuovo pupillo di Beppe Grillo. Oggi, prima di aprire la decima edizione della Leopolda, ha sganciato un missile terra-aria che ha devastato il quartier generale del premier.

Renzi ha detto che Italia Viva presenterà un emendamento per cancellare Quota 100, misura che ritiene ingiusta. Renzi sa perfettamente che un atto del genere non ha alcuna possibilità di passare, ma ha voluto far piombare nel caos la maggioranza. E c’è riuscito.

Matteo Renzi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Conte (che ormai rimpiange Salvini) non ha fatto in tempo a dire che Quota 100 non si tocca perché è un pilastro della manovra, che gli si è aperto un altro fronte. Con Luigi Di Maio e i Cinque Stelle a dire che sul tetto del contante bisogna rivedere tutto. La manovra è stata appena approvata in Consiglio dei Ministri dopo una estenuante trattativa notturna. Matteo Renzi ha voluto far capire a tutti, soprattutto al Capo dello Stato, che la legislatura è blindata, ma il Governo no.

E che quindi il cambio del premier è possibile. Magari dopo le regionali in Umbria se dovesse vincere la Lega. Rottamatore.

SILVIO BERLUSCONI

Due passi avanti da “gigante”. Ha detto che la leadership del centrodestra appartiene a Matteo Salvini per un fatto semplice: la Lega ha la maggioranza dei voti, oltre il 30%. Per due anni il Cavaliere aveva sostenuto il contrario.

Silvio Berlusconi © Imagoeconomica

Poi ha aggiunto che domani a piazza San Giovanni interverrà, anche se dovesse essere fischiato da qualcuno. In realtà Silvio Berlusconi ha capito che Salvini ha capito. Il leader del Carroccio sa che per tornare al Governo del Paese non deve solo vincere le elezioni ma pure “rassicurare” l’Unione Europea, i mercati, le cancellerie occidentali e tutto il resto. Cosa che fece Silvio Berlusconi dopo la caduta del suo primo Governo.

Il 6-7% di Forza Italia vale oro, è indispensabile, perché i sovranisti non riescono a governare se anche vincono.

Il riconoscimento della leadership di Matteo Salvini consentirà a Berlusconi di restare fondamentale nel baricento della coalizione. E della futura maggioranza di governo. Immortale.

FLOP 

BEPPE GRILLO

Ormai è una “provocazione” continua. Su un palcoscenico da cabaret più che su una piattaforma politica. Oggi il leader dei Cinque Stelle ha proposto di non far votare gli anziani, perché da una certa età in poi non si ha più una visione del futuro che corrisponde con quello che serve al Paese.

Beppe Grillo © Imagoeconomica, Stefano Scarpiello

Ma chi decide cosa serve al Paese? I Cinque Stelle? Quelli del flop del reddito di cittadinanza, quelli della sostanziale abolizione del Parlamento, quelli dell’uno vale uno a patto che quando tocca all’uno decide tutto lui?

Il fatto è che Beppe Grillo, dopo essersi ripreso la guida del Movimento, adesso deve fare i conti con il ritorno di Luigi Di Maio. Il quale sta facendo squadra con i ministri, sta puntando i piedi, frena l’alleanza con il Pd e difende Quota 100 di Salvini.

In ogni caso legare l’elettorato attivo all’età era una cosa che non si era mai neppure pensata in Occidente. Ma si sa, i Cinque Stelle ormai stupiscono con effetti speciali, ma non vanno oltre i fuochi (fatui) artificiali. Se si torna alle urne, difficilmente tornerebbero al governo. Pifferaio tragico.

ROBERTA LOMBARDI

Non ha ancora deciso cosa fare da grande. Il gruppo regionale dei Cinque Stelle è spaccato a metà: 5 con lei, 5 contro di lei. La Lega ha lanciato l’ennesima inutile mozione di sfiducia nei confronti del presidente Nicola Zingaretti. (leggi qui Zingaretti Bonifica il Sacco e la Lega ne chiede la testa).

Lei ha rilasciato una dichiarazione laconica, nella quale non ha escluso che l’opposizione possa votare in effetti la sfiducia al Governatore.

Roberta Lombardi

In politica ci sta tutto, anche la voluta ambiguità del linguaggio. Però poi c’è la sostanza: Roberta Lombardi è la stessa che qualche giorni fa ha aperto alla possibilità di un’alleanza organica con il Partito Democratico, partendo dal laboratorio Lazio?

Se sì, perché non dire chiaramente no alla mozione di sfiducia. Va dove ti porta il vento.