Top e Flop, i protagonisti del giorno: 18 giugno 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

GUIDO D’AMICO

Oggi e domani a Fiuggi gli Stati Generali del Turismo per individuare le strategie per quella ripartenza fondamentale nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (Leggi qui Fiuggi torna salotto della politica, parola… D’Amico).

Associare il turismo alla città termale è un riflesso condizionato nel mondo. E tra oggi e domani a Fiuggi ci saranno ministri come Massimo Garavaglia, Renato Brunetta, Mara Carfagna, Stefano Patuanelli, Elena Bonetti. Più svariati sottosegretari, tra i quali Pierpaolo Sileri, che sulla pandemia fa il punto della situazione da sempre. Oltre al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Naturalmente ci sono pure esponenti di primo piano dell’informazione, del pensiero, dell’economia.

Alla regia di tutta questa organizzazione c’è lui, Guido D’Amico: membro di Atf di Fiuggi ma anche presidente nazionale di Confimprese e consigliere della Camera di Commercio. Non è stato semplice mettere insieme una platea del genere, ma è evidente che se da tutto questo nascerà un piano di rilancio del turismo in Italia, il suo operato non potrà passare inosservato.

Dalle Terme con furore.

ROBERTO GUALTIERI

Il ministro Roberto Gualtieri

Adesso che la situazione a Roma si sta delineando si comincia a vedere la strategia del candidato sindaco del Pd al Campidoglio. Toni bassi ma idee chiare. Il suo obiettivo è arrivare al ballottaggio e poi da lì provare a vincere. (Leggi qui Su Roma nessuna possibilità di accordo Pd-M5S).

L’eterna questione dell’emergenza rifiuti mai risolta può pesare su Virginia Raggi e probabilmente non è un caso che la Regione stia accelerando per risolvere la situazione sottolineando però che quello che si sta verificando è responsabilità del Comune di Roma.

Carlo Calenda da mesi sta portando avanti una campagna elettorale formidabile, ma più di questo non può fare. E Roberto Gualtieri pare aver messo la freccia. Le tensioni nazionali tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini inevitabilmente avranno degli effetti in campagna elettorale.

Tra i tre litiganti il quarto gode.

FLOP

ANTONIO TAJANI

Una due giorni come quella che inizia oggi a Fiuggi fino a tre anni fa non si sarebbe potuta organizzare senza il semaforo verde di Antonio Tajani. Ma il coordinatore nazionale di Forza Italia nella città termale (dove pure abita) ha abdicato da tempo. Finendo inevitabilmente con indebolire anche il peso di Forza Italia in tutta la Ciociaria.

Ha spostato l’asse a Viterbo. Ma sinceramente si fatica a comprendere i motivi, tanto più che la provincia di Frosinone è stata una roccaforte storica del partito. Potrebbe cercare di recuperare, ma in nessun momento ha dato la sensazione di volerlo fare. Anche quando Forza Italia ha continuato e continua a perdere pezzi, perfino quando ha avuto la tentazione di provare a commissariare il coordinamento regionale. Non riuscendoci però.

In ogni caso non sarà semplice neppure per lui assistere ad una due giorni di questo livello senza ripensare a quando era lui l’assoluto leader di Fiuggi.

Nostalgia canaglia.

CASALEGGIO-CASALINO

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Storie naturalmente molto diverse, ma unite da una difficoltà del momento complicata da gestire più che da superare. Davide Casaleggio non è soltanto il figlio di Roberto (fondatore e cervello del Movimento Cinque Stelle), è anche quello che in questi anni ha contribuito in maniera decisiva a portare il Movimento al Governo. Ora è uscito e ha pure stabilito una sorta di accordo per facilitare i tanti passaggi che ci saranno.

E’ vero: con Giuseppe Conte alla guida non è più il Movimento al quale Davide Casaleggio ha dato tutto. Però da mesi Conte è il capo eternamente in pectore del Movimento. Forse Casaleggio poteva provare ad ingoiare qualche rospo e ad accomodarsi sulla riva del fiume. Come sta facendo Luigi Di Maio.

Rocco Casalino è con ogni probabilità l’unico fuoriclasse vero dello staff dell’ex presidente del consiglio. A Palazzo Chigi ha dato la sua impronta. Nel Movimento Cinque Stelle è enormemente più difficile, perché i tanti big marcano stretto Conte e conoscono le strategie comunicative di Casalino. Inoltre bisognerà sempre districarsi, come sta succedendo per il terzo mandato, tra Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e  Vito Crimi. Neppure un fuoriclasse della comunicazione come Rocco Casalino avrà vita facile.

Uniti da un insolito destino in un azzurro mare di giugno.