Top e Flop, i protagonisti di domenica 31 dicembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti del 2023. Per capire cosa ci attende nell’anno che è ormai alle porte.

I fatti, i personaggi ed i protagonisti del 2023. Per capire cosa ci attende nell’anno che è ormai alle porte.

FRANCESCO BORGOMEO

Francesco Borgomeo

Un anno iniziato in salita e terminato in pianura: oltre il cofano si intravedono la luce e la discesa. Il tessuto industriale della provincia di Frosinone è stato messo a durissima prova nel 2023. Uno stress test innescato dai conti lasciati aperti nei due anni precedenti.

Nei 12 mesi che ci stiamo lasciando alle spalle la geografia industriale è stata ridisegnata dalle bollette dell’energia schizzate alle stelle: hanno fatto scalare posizioni a realtà come la Turchia e l’Iran capaci di produrre con costi energetici molto più bassi. Il post Covid ha lasciato una Supply Chain del tutto diversa e costruita su criteri differenti dal passato. La bolla del Chimico Farmaceutico innescata dalla pandemia si è sgonfiata, il riassetto della rete Stellantis ed il suo passaggio all’elettrico sta ridefinendo equilibri e rapporti di forza anche nell’indotto; il segnale più evidente: la vendita di immobili iconici come la storica Palazzina Uffici di Piedimonte San Germano.

Tutte cose che ci riguardano da vicino: perché il territorio della provincia di Frosinone ha asset importanti nei settori del vetro, del cemento e della ceramica cioè realtà molto energivore. Le sue aziende fanno parte di varie catene di rifornimenti. Uno dei principali poli mondiali nella produzione dei medicinali è qui nel Lazio Sud dove ha sede uno dei pochi stabilimenti automotive per ora salvatisi in Italia.

Borgomeo in Regione con un sampietrino in grestone

Francesco Borgomeo ha affrontato la questione in una duplice veste: quella del presidente di Unindustria Cassino e quella da imprenditore. Che ha fondato e guida il gruppo Saxa Gres ed è nel capitale di Acqua e Terme di Fiuggi.

Nel 2023 la strategia di tenere unito l’indotto all’interno di una strategia ‘di filiera ha contribuito a convincere Stellantis ed a marzo il Ceo Carlos Tavares è stato a Cassino Plant per annunciare la nuova mission dello stabilimento: produzione dei modelli premium elettrici sviluppati sulla piattaforma Stla large. A fine anno sono iniziati i lavori per l’installazione delle nuove linee al posto della storica Piattaforma Giorgio su cui sono nate Giulia, Stelvio e Giulietta. Il tutto, con evidenti ricadute per tutta l’economia industriale dell’aera.

Sul piano interno, in autunno Francesco Borgomeo si siede in Regione e conferma i suoi progetti di sviluppo per gli stabilimenti del gruppo Saxa. A fine anno rivela il nome del fondo statunitense che ha presentato un’offerta vincolante di acquisto. Le energie del nuovo socio consentiranno di finire la conversione di Grestone a Roccasecca ed avviare un progetto con cui assicurare l’energia green agli stabilimenti. A fine anno l’azienda rientra nel suo perimetro, congeda le partecipazioni preparandosi alla ridistribuzione delle quote al nuovo socio nel 2024.

Abbiamo scollinato.

FRANCESCO DE ANGELIS

Francesco De Angelis

Non era cominciato sotto i migliori auspici questo 2023. Perché alle spalle Francesco De Angelis, padre nobile del Pd in provincia di Frosinone, aveva scelto di rinunciare alla candidatura a Montecitorio. Troppi veleni, troppe polemiche dentro un Partito Democratico attraversato da faide e vendette. Ma talvolta sono proprio le macerie la base migliore dalla quale iniziare a ricostruire.

Francesco De Angelis ha l’abilità di contribuire alla ricostruzione di un dialogo che coinvolge tutto il Partito su scala regionale. Promuove un Congresso nel quale non ci siano listoni o accordi a tavolino: saranno gli iscritti a determinare i nuovi equilibri. Ne deriva un’architettura capace di tenere tutti insieme e spegnere finalmente gli eterni conflitti. All’esito di quel Congresso, Daniele Leodori è il Segretario Regionale e Francesco De Angelis il presidente Pd del Lazio.

Una scelta politica fatta con il cuore. Perché De Angelis è consapevole che ci sarà un prezzo da pagare: in Regione Lazio si è conclusa la stagione del centrosinistra e la sua carica rende impossibile che i nuovi amministratori possano anche solo pensare di tenerlo come presidente del Consorzio Industriale del Lazio. È una sua creatura, lui ha avuto l’abilità di arrivare alla fusione dei singoli consorzi nel più grande consorzio industriale d’Italia. Ma a fine anno, dopo l’approvazione del Bilancio, annuncia la sua uscita di scena.

Francesco De Angelis

Nel frattempo però avvia progetti. Come quello per la nascita di una Hydrogen Vally recuperando l’ex porcilaia di Patrica. Satura in poco tempo tutti i volumi disponibili per la logistica, dando una nuova fisionomia industriale al territorio.

Come leader politico, il 2023 è un anno di successi. La sua componente Pensare Democratico partecipa alla costituzione dell’area regionale Rete Democratica ed assume una dimensione ancora maggiore. Contribuisce alla conferma di Sara Battisti in Regione Lazio dove diventa presidente di Commissione. A Ferentino i suoi Piergianni Fiorletta e Luigi Vittori trionfano alle Comunali. Assesta la zampata di fine anno alle Provinciali: eleggendo un Consigliere in più della tornata precedente.

Nel 2024, se anche dovesse apparire solitario, su una sedia in una stanza spoglia, accanto all’interruttore della luce, va ricordato che per lui vale ciò che si disse di Massimo D’Alema: “State certi che prima o poi da quella luce accesa o spenta passeranno i destini di tutto un territorio”.

L’anno del Presidente

DANIELE NATALIA

Un’immagine vale più di mille parole. Nell’ultimo Consiglio comunale del 2023 il sindaco Daniele Natalia ha avuto di fronte un solo Consigliere di opposizione: tutti gli altri, ufficialmente o ufficiosamente, sono in sintonia con lui.

Ha costruito una rete di consenso che nasce dai progetti e dallo sviluppo. Anagni è una delle capitali della nuova economia ciociara legata alla logistica, che poco alla volta ha sostituito il ruolo avuto nei decenni precedenti dal comparto meccanico. Ha mantenuto il suo ruolo centrale nel distretto del Chimico Farmaceutico, conosciuto su scala mondiale. È stato tra i primi a parlare di un ambientalismo cosciente tracciando un solco nel quale distinguere tra chi fa il gioco delle ecomafie impedendo la nascita dei nuovi moderni impianti e chi invece le combatte sottraendogli la materia prima.

C’è lui dietro alla decisione di mettere un ex funzionario di polizia, specializzato proprio in infiltrazioni e con i giusti contatti negli apparati di sicurezza, a capo della società che si occuperà della nascita del biodigestore. Grazie al quale Anagni avrà una struttura capace di generare gas dalla semplice macerazione di erbacce ed avanzi di cucina. Assicurando la fornitura al sistema industriale ed attirando così nuovi investitori: primo tra tutti il fondo americano che ha subito compreso la potenzialità della Saxa Gres.

La m,ano di Natalia

Il 2023 è stato l’anno della sua rielezione. Per tentare di impedirla è stato costruito un caso nazionale, sostenendo che il sindaco avesse fatto il saluto fascista dal palco durante un comizio, esaminato letteralmente alla moviola; geniale la sua risposta: “A scanso di equivoci, da oggi saluterò così” tirando fuori una gigantesca mano aperta in polistirolo. In quelle elezioni ha preso impegni dai quali non potrà tornare indietro: la realizzazione di reparti nell’ex ospedale cittadino: sulla carta, il governatore Francesco Rocca lo ha previsto.

Il 2024 dirà se quei reparti arriveranno davvero. E se Daniele Natalia intenderà fermare al Comune di Anagni la sua esperienza. Oppure metterla a disposizione del suo Partito, Forza Italia, che alle Provinciali di dicembre ha dimostrato di essere viva e vitale. E che alle prossime Regionali tenterà di riscrivere la mappa degli equilibri sul territorio.

Un uomo solo al comando.

LUCA DI STEFANO

Foto © Stefano Strani

Luca Di Stefano, il presidente della provincia di Frosinone. Ovvero, l’anti divo per eccellenza. È stato eletto sul filo di lana a dicembre 2022 e per tutto il 2023 ha messo a segno una serie di rivoluzioni organizzative alle quali è mancata una sola cosa: i riflettori e le grancasse con cui farle capire bene al pubblico.

Scorriamo l’elenco. I Comuni ciociari avevano su un conto svariati milioni di euro disponibili attraverso la legge sui Prusst cioè i Piani di Recupero Urbano e Sviluppo Sostenibile. Su quei soldi si era fatta la muffa: perché nessun Comune aveva avuto la capacità di intercettarli: mancano i tecnici, mancano i progettisti, manca chi sia capace di incasellare i progetti all’interno della norma europea. Luca Di Stefano si è mosso negli uffici giusti, ha fatto togliere la muffa da quei soldi ed ha convocato i Comuni: proponendogli di mettere a loro disposizione gli uffici della Provincia per sviluppare in maniera organica i progetti ed intercettare le somme.

L’Agenzia di Formazione è una realtà fondamentale per quei ragazzi che vogliono imparare un mestiere. Da anni era commissariata per riportarla nei binari di una gestione efficace. Luca Di Stefano ha avuto il coraggio di metterla su strada: nominando un presidente, un CdA e chiedendo progetti a misura di ragazzi d’un territorio nel quale sono tantissimi quelli che né studiano né si cercano un mestiere.

Francesco Rocca e Luca Di Stefano

Ha dato le carte durante la partita tra centrosinistra e centrodestra per la nuova governance della Saf, la società pubblica formata da tutti i Comuni ciociari per la gestione dei loro rifiuti. L’attuale punto di equilibrio è figlio di una mediazione nella quale ha silenziosamente svolto la sua parte.

Il vero segno sul 2023 però sono stati gli Stati Generali. Cioè la convocazione di tutte le forze produttive presenti in Ciociaria per elaborare un documento di sintesi da portare all’attenzione del governo Regionale e di quello nazionale. Il governatore Francesco Rocca nelle settimane scorse è stato a Frosinone in un Salone di rappresentanza gremito. E dopo avere ascoltato ha creato un apposito capitolo nel Bilancio regionale. Servirà per combattere le deindustrializzazione del territorio.

Il 2024 dirà quanta sostanza c’è dietro a quella dichiarazione di principio.

Un anno da presidente ma senza grancassa.