Top e Flop, i protagonisti di venerdì primo settembre 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì primo settembre 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì primo settembre 2023

TOP

PIERPAOLO BOMBARDIERI

Da tempo ormai le organizzazioni sindacali “ex confederali” sono in perfetto equilibrio tra i desiderata di chi dà la rotta ed una mission nobilissima la cui natura non si è affatto persa. Ciascuno di essi, secondo precise (e individuabili) gradazioni, corre dietro alla sua natura di parte sociale con il passo scandito della singola bottega. Cgil picchia duro, Cisl tende a picchiare poco e proporre di più, Uil picchia dove e quando serve.

Ovviamente qui generalizziamo e la funzione dei sindacati resta cruciale e nobilissima in ogni sua declinazione, sia chiaro. Però le sfumature, primeve e contingentate sul momento, ci sono e si fanno sentire. Oggi, con l’esordio in calendario del mese-bouqet per quello che in vulgata si chiama “autunno caldo”, la Uil fa i conti. E sono conti più tra i suoi meriti che tra le fallacità.

Pierpaolo Bombardieri, che della Uil è segretario generale, ha preso abbrivio dalla questione del salario minimo. E lo ha fatto con eleganza, cioè senza mettere troppo alcuno… “alla Sbarra” ma neanche senza rinunciare a qualche stoccata. Spiegando: “Non commento le dichiarazioni dei colleghi, ma il salario minimo serve”.

E per Bombardieri serve per un fatto semplice che non ammette miopie. “Perché 3 milioni di lavoratori sono sotto quella soglia, i numeri parlando chiaro, soprattutto quelli del Cnel”. La domanda di origine era infida, perché non chiamava in causa fatto e rotte della Uil, ma gli omologhi della Cisl, tradizionalmente organizzazione più “filogovernativa” o disposta al dialogo che dir si voglia.

“I contratti firmati da Cgil, Cisl e Uil sono sopra la soglia dei 9 euro l’ora ma c’è un problema relativo ai contratti pirata. Sono quelli noti e “firmati anche da quei sindacati gialli che spesso il governo chiama a quel tavolo e che dialogano molto bene con Sbarra. Poi la chiosa con l’eleganza messa un attimo in doveroso cantuccio: “Quindi credo ci sia un problema di questa natura”.

C’è perché “la perdita di potere d’acquisto ha colpito lavoratori dipendenti e pensionati. Bisogna fare di più, si deve intervenire sul cuneo fiscale, aiutando il rinnovo dei contratti, detassando la contrattazione di secondo livello”. Più chiaro e in sintonia col cognome di così…

Bravo Bomber.

GUIDO ANGELOZZI e MAURIZIO STIRPE

Guido Angelozzi e Maurizio Stirpe

Non contano solo i risultati in campo, non conta solo la classifica. Un progetto è fatto da decine di altre componenti. Che non si esauriscono all’interno del perimetro di quel cantiere. Prendete il Frosinone Calcio: solo uno sciocco potrebbe pensare che il suo progetto si esaurisca dentro uno stadio, in una classifica, contando il numero di vittorie e di punti.

Non è così: il Frosinone Calcio è uno straordinario riflettore acceso sulla Ciociaria che ha cambiato completamente la luce sotto la quale ci troviamo. Oggi non ci ricordano per Bastiano il Pecoraio: fortunato personaggio di Nino Manfredi che ci tolse dall’anonimato, affibbiandoci per decenni un’etichetta. Oggi, come dici Frosinone pensi a qualunque latitudine ad una squadra di Serie A, ai conti in ordine, ad un modello organizzativo, un modo di fare. Che – a cascata – riflette la sua luce sull’intero territorio.

Non è più un fenomeno momentaneo: è un modello. In virtù del quale il suo massimo interprete con gli anfibi sul terreno, il Dg Guido Angelozzi, ha potuto permettersi di formulare una proposta al procuratore di Reinier Jesus Carvalho, trequartista brasiliano scuola Flamengo, Nazionale Under 21 carioca, cartellino del Real Madrid che tre anni fa lo ha pagato 30 milioni di euro. Ed un’altra proposta al procuratore di Kaio Jorge Pinto Ramos: attaccante di movimento, scuola brasiliana del Santos, cartellino torinese della Juventus, dotato di un tiro molto preciso e di una buona visione di gioco.

Real Madrid e Juventus hanno prestato al Frosinone non due riserve: gli hanno messo in campo due talenti sui quali scommettono per il futuro e che costano una tombola. Lo stesso ha fatto un certo Francesco Totti nel momento in cui ha dovuto consigliare il futuro al figlio, che ora sta nella Primavera canarina.

Significa avere un patrimonio di credibilità e di affidabilità che nessuno prima d’ora avrebbe mai nemmeno immaginato. E quei valori non si costruiscono con i soldi. Ma con l’impegno, il lavoro, la serietà. Che il presidente Maurizio Stirpe ci ha messo in abbondanza e Guido Angelozzi ha seminato con oculatezza. Ottenendo ora i risultati. Per il Frosinone.

Quelli per il territorio sta a noi andarli a mietere.

Chinaglia al Frosinone è roba del passato.

FLOP

RENATO BRUNETTA

Renato Brunetta (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

È diventato uomo totem di una questione che almeno un merito lo ha avuto: rimettere lui, Renato Brunetta, al centro del mainstream dopo l’esperienza ministeriale con Mario Draghi ed il “lascio” a Forza Italia. Oggi Brunetta è l’uomo di punta del Cnel, un organismo che ha natura costituzionale, finalità sociali e utilizzo vagamente random in quanto a salario minimo.

Solo che sempre lui, Brunetta, sul salario minimo aveva già una sua idea ed è idea partigiana. Quindi il problema è semplice: non si discute tanto il fatto che Brunetta veda il salario minimo come un San Bernardo vede un monolocale.

No, quello che si discute è il fatto che il presidente di un ente per definizione “arbitro” abbia già una netta posizione in merito a ciò su cui è chiamato ad arbitrare. E a quel giudizio di congruità argomentativa Brunetta ce lo aveva chiamato Giorgia Meloni per togliersi dalla mano il cerino acceso di una questione che ha arroventato tutta l’estate.

Elly Schlein lo ha detto bene: “Il Cnel non è la Terza Camera, rivedo Meloni solo se ha proposte serie. E’ un’istituzione prestigiosa ma non può essere né la Terza Camera, né un governo ombra. Noi saremo sempre disponibili al confronto nel merito, ma non arretriamo di un centimetro sui pilastri della nostra proposta”.

E per Renato Brunetta, “il salario minimo è un errore, mortifica la contrattazione e finirebbe per distruggere lo strumento che imprese e lavoratori hanno costruito per governare i processi economici e il mercato del lavoro”. La riprova di questo “fumus” di giudizio? Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro aveva già depositato una memoria in Parlamento.

In essa si sostiene che per affrontare la questione salariale bisogna partire da riforma fiscale, contrattazione di secondo livello, welfare aziendale e detassazione degli aumenti. Il minimo legale rischierebbe di mettere in secondo piano gli altri istituti che i contratti regolano”. In pratica è la stessa a tesi del governo che ha chiesto al Cnel di formularne una di suo, indipendente e terza.

Giudice parziale.