Top & Flop * Lunedì 23 settembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

LUCIANA LAMORGESE

Accordo sui migranti al vertice di Malta dell’Unione Europea. L’Italia porta a casa due principi che dovrebbero rappresentare la base del nuovo patto di solidarietà sui flussi migratori: chi sbarca in Italia o a Malta sbarca in Europa, l’accoglienza ma anche i rimpatri di chi arriva non saranno più solo sulle spalle dei Paesi di approdo. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha centrato il meccanismo di redistribuzione automatica dei migranti salvati nel Mediterraneo settentrionale.

Il prefetto Luciana Lamorgese

Ha detto Luciana Lamorgese: “Da oggi possiamo dire che l’Italia non è più sola nella gestione dei flussi migratori. Sono molto soddisfatta della disponibilità mostrata dagli altri Stati a seguire una linea finalmente europea. E non era affatto scontato. Porteremo la bozza di accordo al Consiglio degli affari interni a Lussemburgo il prossimo ottobre e speriamo che aderiscano molti altri paesi. Non è un pacchetto chiuso, siamo aperti ad eventuali emendamenti, ma è la base per il superamento dell’accordo di Dublino”.

Tutto arrosto e niente fumo.

ROSY BINDI

È tornata a partecipare ad una riunione della direzione nazionale del Pd dopo tempo immemorabile. E lo ha fatto quando Matteo Renzi è andato via. Non è un caso.

Rosy Bindi

Ma Rosy Bindi non ha “sparato” su quello che ha sempre percepito come un avversario, non solo interno. Ha spiegato ai cronisti Rosy Bindi: “Non sono affatto sorpresa dalla scelta di Matteo Renzi. Non mi sono mai fidata di lui, ma non tiro certo un sospiro di sollievo”. Alla fine ha fatto prevalere l’analisi politica. Italia Viva di Matteo Renzi non va affatto male nei sondaggi e in ogni caso rappresenta una spada di Damocle sul governo Conte bis, sostenuto anche dal Pd  di Nicola Zingaretti. Democristiana.

FLOP

LUCA LOTTI

Stava a Matteo Renzi come Adriano Galliani sta a Silvio Berlusconi. Eppure è rimasto nel Pd. L’ex ministro dello sport Luca Lotti ha spiegato così la sua scelta: “Oggi la sfida, si gioca tra il populismo e il riformismo. Serve fare i conti col principio di realtà. Questo è il compito dei riformisti“.

Luca Lotti con Maria Elena Boschi © Imagoeconomica, Benvegnu’ Guaitoli

In Italia, in questo momento storico, per me lacasadeiriformistinon può essere che il Pd. Ho deciso di restare nel Pd non solo perché questa è la mia casa, ma anche per difendere e non disperdere la nostra storia. Il nostro “turbo-riformismo” ha prodotto tante leggi che hanno reso l’Italia più moderna, efficiente e giusta“. Poi ha detto che “un partito di massa come il Pd deve recuperare l’originaria vocazione maggioritaria. Le correntisono una ricchezza per rendere una vita di partito profondamente democratica: credo sia un erroreaverne paura“.

Il punto è questo: o Luca Lotti ha sbagliato prima o sbaglia adesso. Perché tutto si può pensare dell’ex rottamatore, meno che non abbia sempre marcato la sua differenza dal Pd. Lotti semplicemente si è convertito al verbo zingarettiano. Folgorato sulla via del Nazareno.

MATTEO SALVINI

Ieri abbiamo visto un Salvini coraggioso. Mi sembrava interessante mettere un politico tanto amato e tanto criticato di fronte a personaggi popolari che lo avevano attaccato, invece di fare quello che fanno benissimo altri programmi facendo confrontare i politici con altri politici o con i giornalisti

Matteo Salvini © Livio Anticoli, Imagoeconomica

Lo ha detto Barbara D’Urso all’AdnKronos. Domenica sera l’ex ministro dell’Interno ha partecipato alla puntata di “Live non è la D’Urso”, confrontandosi con Asia Argento, Idris, Alda D’Eusanio, Alba Parietti e altri ospiti. È vero che nella politica 4.0 sono saltati tutti gli schemi, ma passare da un confronto con Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Matteo Renzi ad un programma di  intrattenimento (rispettabilissimo e di grandi ascolti) è il segno di cosa sia diventata oggi la politica. Senza confini. Giochi senza frontiere.