Cassino e Veroli, tutti quelli sulla graticola

I risultati delle comunali nei due centri più grandi determineranno vincitori e vinti: Mario Abbruzzese, Giuseppe Golini Petrarcone, Enzo Salera, Simone Cretaro, Marco Bussagli. Ma soprattutto Pd, Forza Italia, Cinque Stelle. E la Lega, principalmente la Lega.

Cassino e Veroli sono gli unici due Comuni della Ciociaria al di sopra dei 15.000 abitanti che vanno al voto domenica. Gli unici due nei quali è previsto il ballottaggio se nessuno dei candidati a sindaco riuscirà a chiudere la partita subito, raggiungendo la maggioranza assoluta. Ma sono anche gli unici due Comuni nei quali ci sono le liste dei vari Partiti e dove la posta in palio sul territorio non soltanto sarà altissima. Ma anche “visibile”.

A Veroli

Iniziamo da Veroli. Per il centrosinistra e per il Partito Democratico in realtà non c’è molta scelta: Simone Cretaro punta al bis. Con lui l’intero partito è schierato in trincea: da Francesco De Angelis ad Antonio Pompeo, da Mauro Buschini a tutti gli altri. L’obiettivo è vincere al primo turno, arrivare al ballottaggio sarebbe comunque una piccola “crepa” in uno di quelli che tradizionalmente è il fortino dei Democrat negli ultimi anni. Rispetto a cinque anni fa, stavolta il partito è unito. Con Cretaro è schierato pure Danilo Campanari.

Il centrodestra ha come candidato sindaco Marco Bussagli. L’unica tappa elettorale in Ciociaria di Matteo Salvini è stata quella di Veroli. Restare fuori dal ballottaggio rappresenterebbe una sconfitta enorme, vincere un trionfo eccezionale. Per il resto, saranno le percentuali a definire i confini. Anche e soprattutto dei singoli partiti. Di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. Ma anche e soprattutto della Lega considerando che di Veroli è il senatore Gianfranco Rufa.

Il Movimento Cinque Stelle ha tutto da guadagnare e nulla da perdere. Ma la percentuale sarà fondamentale, per capire quanto conta e quanto pesa il radicamento sul territorio. Ricordiamo che il leader Luigi Di Maio ha parlato di prossima svolta nel partito, con un’attenzione particolare alle comunali.

A Cassino

A Cassino il discorso è complesso. Il centrodestra si presenta con il leader di Forza Italia Mario Abbruzzese candidato sindaco. Lo ha fatto per tenere insieme la coalizione dopo le dimissioni di massa che hanno interrotto la consiliatura di Carlo Maria D’Alessandro. E dopo il caos provocato dalla Lega: che ha determinato la crisi e solo dopo si è accorta di non avere un’alternativa, tornando così suoi suoi passi.

Abbruzzese si gioca molto, non tutto. Perché naturalmente ha provveduto a definire i paracaduti per quella che resta soprattutto una candidatura di servizio. Se però dovesse vincere, allora ci sarebbero tutti i “connotati” per un trionfo.

Il centrosinistra guidato da Enzo Salera deve fare i conti con la coalizione civica di Giuseppe Golini Petrarcone. Certo è che se il Pd dovesse restare fuori dal ballottaggio, sarebbe arduo non parlare di fallimento. La verità è che tra centrosinistra e coalizione di Petrarcone ci sono tante variabili, tanti conti in sospeso, tante situazioni poco chiare sul piano della scelta politica.

Peppino ha tutto da guadagnare e pochissimo da perdere. Per il Partito Democratico è l’esatto contrario.

Ma a Cassino conteranno molto anche i voti e le percentuali dei Partiti: Forza Italia, Pd, Fratelli d’Italia, Movimento 5 Stelle. E Lega, soprattutto Lega. Carmelo Palombo, dimessosi da commissario provinciale, vuole consumare la vendetta dell’ex. Nei confronti di Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi. Che solo qualche ora fa hanno detto che tutto è colpa sua. (leggi qui Le amnesie della Lega sul caso Cassino. E l’ossessione di Zicchieri per il blog).