La “missione” di Pompeo: sostenere Zingaretti sganciandosi dalla logica delle componenti

Il presidente della Provincia ha chiamato a raccolta i fedelissimi per mappare il territorio e gli spazi politici a disposizione. E’ stato chiaro: “Non è una sfida tra me e De Angelis”. Si tratta invece di portare a votare più gente possibile. Con l’obiettivo di risultare decisivo.

L’accelerazione è inevitabile e alla fine potrebbe rivelarsi non soltanto funzionale ma perfino decisiva. Antonio Pompeo, sindaco di Ferentino e presidente della Provincia, lo ha capito perfettamente. Per questo ieri sera, terminata la seduta del consiglio comunale a Ferentino, ha chiamato Simone Costanzo (leader di AreaDem) per confrontarsi sul da farsi.

Per questo, entro il termine massimo di tre giorni, vuole avere un elenco completo di tutti quelli che sono disposti a mettersi in gioco alle primarie del 3 marzo.

Le indicazioni le ha date in maniera chiara: “Non è una corsa tra me e Francesco De Angelis, si tratta di portare più gente possibile a votare per Nicola Zingaretti, si tratta di ottenere un risultato importante che rilanci il Pd e che metta la nostra provincia al centro dello scacchiere nazionale”.

Non si tratta nemmeno soltanto di dare vita ad una nuova componente, raccogliendo l’eredità di quella di Francesco Scalia. Si tratta invece di saper guardare, contemporaneamente, al risultato delle primarie del marzo e allo scenario successivo, nel quale ci sono le provinciali, le amministrative in 38 Comuni della Ciociaria e le europee.

Antonio Pompeo ha già definito bene i contorni dello schieramento che vuole trasformare in un valore aggiunto per Zingaretti. Lo ha fatto proprio nella recente intervista ad Alessioporcu.it, quando ha spiegato che bisogna assolutamente andare oltre il voto degli iscritti, per staccarsi dalla “maledetta” percentuale del 18%. (leggi qui  Pompeo: «Sosterrò Zingaretti per un Partito unito ma plurale»).

Lui guarda all’ala Popolare e della ex Margherita del Partito Democratico, ma guarda soprattutto ad amministratori ed esponenti di liste civiche. Guarda perfino ai malpancisti del centrodestra, a tutti coloro che non si riconoscono nel binomio Salvini-Meloni e che quindi non andranno nella Lega o in Fratelli d’Italia.

Guarda ai risultati ottenuti nel mandato bis come sindaco di Ferentino prima e come presidente della Provincia dopo. Ha una prospettiva ampia e sa perfettamente che la sua componente deve confrontarsi su un terreno diverso da quello di Pensare Democratico di Francesco De Angelis.

Con De Angelis ha rapporti continui, ma rivendica l’autonomia nelle scelte. Antonio Pompeo è perfettamente consapevole che il partito, al proprio interno, è diviso esattamente in due: da una parte Zingaretti, dall’altra i renziani, come dimostra il risultato “sommato” di Maurizio Martina e Roberto Giachetti.

La differenza si fa alle primarie, quando alle urne andranno i cittadini. Si tratta di convincerne il più possibile. Non è una sfida tra lui e De Angelis, è un momento decisivo per il Partito Democratico e per Nicola Zingaretti.

E Antonio Pompeo ha deciso di fare il suo gioco. Rien ne va plus.