Barillari è scotto: «Nessuna informazione, grazie»

Foto © Imagoeconomica, Stefano Carofei

L'ultima trincea del consigliere regionale del Lazio Davide Barillari. Avversario di qualunque dialogo con il Pd. A Bologna tenta di riunire i contrari all'intesa nazionale. Nonostante Grillo. Ed il voto su Rousseau

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

«Nessuna informazione, grazie»: cortese e ruvido. Domandare è lecito, rispondere è relazione. Quella che a Davide Barillari è sempre mancata. Fino dal primo momento: da quando una serie di click sul computer ha stabilito che doveva essere quello sconosciuto informatico venuto dal Nord a rappresentare il Movimento 5 Stelle nella sfida contro Nicola Zingaretti.

Davide Barillari

Anno domini 2013. Epoca del VaffaDay, dell’antipolitica, delle scatolette di tonno da aprire. Davide Barillari non si rassegna al fatto che il tempo passi, il mondo si accorci, i confini cadano. E che i nemici di oggi possano essere gli alleati di domani.

Lo ha scoperto a sue spese. Si era creato un nemico ideale sul quale riversare tutti i mali del mondo, distruggerlo era diventata la missione della sua vita. Fattasi poco alla volta ossessione. Fino alla tragedia intima più dolorosa: scoprire che l’unica possibilità di salvezza era proprio quello che per l’intera vita politica aveva considerato il male assoluto.

Il consigliere regionale del Lazio Davide Barillari non riesce a rassegnarsi. Ad accettare l’ineluttabile beffa che il destino gli ha riservato. Tradito sotto gli occhi di tutti su una spiaggia del Papeete Beach di Milano Marittima, ripudiato pubblicamente su un palco di una Sabaudia qualsiasi. Scaricato come una qualunque scialba amante che ha appena esaurito la sua poco edificante funzione. Incredulo di fronte ad un Matteo Salvini che ha appena raggiunto il suo scopo politico e si sta rialzando i calzoni: passare dal 17% dei voti al 34% del consenso scippandolo proprio al M5S di Barillari, dopo averlo costretto ad abdicare – ad uno ad uno – a tutti i suoi principi morali, dall’Ilva al Tap, dai decreti Sicurezza alla Tav.

Un mese fa al MoVimento del Vaffa non restava che il suicidio delle elezioni: ultimo gesto di eutanasia politica dopo una serie di macroscopici errori con cui disintegrare una incredibile massa di consenso di fronte alla scoperta che fosse stata affidata al nulla dell’inconsistenza.

Non è chiaro se a generare più sofferenza sia stato il gesto di Matteo Renzi che ha tolto dalle mani dei Barillari a 5 Stelle la spada rituale con cui aprirsi politicamente l’addome e farla finita alle urne. Oppure se sia stato proprio il fatto che il gesto di salvezza arrivasse da colui che nel suo immaginario incarnava il male assoluto. O, peggio ancora, che la via della salvezza venisse tracciata da un Mosè con le sembianze di Nicola Zingaretti: il male assoluto peggiore dell’assoluto male.

Davide Barillari Roberta Lombardi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Niente massacro, niente decimazione, niente fagocitazione e deportazione sul carroccio leghista. La sua nemica giurata, Roberta Lombardi, nei giorni scorsi ha spiegato che un’altra via esiste: si chiama modello Lazio, dove il M5S ha ragionato con il Pd di Nicola Zingaretti per un anno e mezzo pur restando fieramente all’opposizione. Raggiungendo l’obiettivo di approvare una serie di leggi regionali che facevano parte del programma pentastellato. Un modello che ora – ha spiegato Roberta – si può esportare sullo scenario nazionale dal quale l’avevano esiliata. (leggi qui L’esilio e la resurrezione di Roberta Lombardi).

Ma per Barillari quelle leggi a 5 Stelle non si dovevano approvare: Zingaretti andava politicamente abbattuto, quello doveva essere il primo obiettivo. Come se gli Usa, dopo la II Guerra Mondiale, invece di portarsi a casa Verner von Braun per farsi insegnare a lanciare i missili con cui difendersi dai comunisti russi lo avessero passato per le armi al primo muro incontrato a Berlino.

Davide Barillari

Davide Barillari si è opposto con tutte le sue forze al cambiamento del mondo. Ha avvertito. Esortato. Sollecitato. Implorato. È stato da tutti ignorato. Esattamente come fecero quando si ostinò a portare avanti la battaglia contro i vaccini. Ed in Europa cominciavano a domandarsi se schifare gli Italiani che rischiavano di ravvivare nel continente malattie ormai sconfitte. Più triste ancora il finale: Barillari sconfesssato pubblicamente sul blog nazionale, reti Rai riempite di pubblicità Progresso con cui spiegare che i vaccini invece fanno bene. (leggi qui: Vaccini, anche il M5S sconfessa Barillari).

Tempi più recenti. Davide si sente costretto in una gabbia dorata. (leggi qui: Barillari in crisi con il M5S: «Voglio uscire dalla gabbia dorata»). Che per quanto sia dorata ogni fine mese è pur sempre una gabbia. Minaccia di rinunciare a tutto quell’oro e di andare. Nessuno muove un dito per trattenerlo. Lui alla fine, eroicamente resta. A costo di sconfessare se stesso. (leggi qui Barillari si tiene le coliche e non lascia il Movimento 5 Stelle)

Ora si oppone al nuovo orizzonte, all’ex nemico che ti tende la mano, all’inaccettabile ammissione di avere sbagliato e dover ammettere la sconfitta. È tetragona la certezza che lo convince di essere nel giusto: dopo pochi minuti Grillo l’Elevato dice che stanno sbagliando quelli come lui. Genera tenerezza la fiducia con cui confida in Rousseau: ma quasi l’ottanta per cento della base gli dice che a sbagliare è lui.

Minacciava di andare via: rimane ancora una volta. Lo ha annunciato sulla sua bacheca. Resta. Spiega che non lo fa per lo stipendio da consigliere regionale. Lo fa per un’idea. «Fanculo la poltrona, la mia presidenza di commissione, lo stipendio di consigliere….ve lo assicuro».

Davide Barillari

E cosa farà? «Continuerò, in nome del mandato che ho ricevuto dai cittadini nel 2018, a fare opposizione intelligente e concreta alla politica malata di Zingaretti che sto combattendo da 6 anni: non smettero’ di denunciare sempre i suoi impicci nella sanità, le sue nomine illegali, i suoi appalti, i suoi bandi e i suoi concorsi nei quali si sa sempre prima chi vince». Ad ora non risulta che Nicola Zingaretti sia inquisito per alcuna delle denunce proposte dal Consigliere Barillari. Risulta, viceversa, per sua ammissione, che l’inquisito sia Barillari, denunciato da Zingaretti per diffamazione.

Va a Bologna. Lì riunirà tutti i dissidenti, contrari al nuovo governo e favorevoli al massacro che avrebbe decimato il MoVimento alle urne. Abbaiano alla luna ora che s’è fatto giorno.

Se gli si chiede se èonfermato l’incontro di domani a Bologna, se c’è un numero orientativo di persone che ha già dato l’adesione, se c’è qualcosa in particolare che posso aggiungere, per presentare l’evento, oltre quello che hai scritto sul tuo post? La risposta è «nessuna informazione, grazie».

Davide Barillari Foto © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Invece no, Consigliere. Nessun silenzio. Assiteremo in diretta a questa nuova diretta streaming con cui sentire, ancora una volta, la discussione: così come è avvenuto per Ilva, Tav, Tap, autorizzazione a procedere contro Salvini, dibattito sullo spionaggio russo. Sentiremo l’esortazione ad ignorare i princìpi che impongono di rispettare la linea del MoVimento, a restare ognuno al proprio posto senza dimettersi, per difendere il mandato. E se lo si deve fare da dentro la gabbia, pazienza. È una scomodità che si imporranno di sopportare pur di rispettare il mandato elettorale.

Ma per favore, nessuna notizia grazie.