Calenda: «Riformisti, netti, coerenti». Non dite a Carletto di Frosinone

Nel Capoluogo ciociaro è nato il Campo largo di centrodestra. Dentro, tolti i veli, c’è anche Azione: con il “suo” già candidato sindaco Vicano e la dirigente provinciale Sardellitti. Che è in profumo di assessorato per il sostegno garantito individualmente al ballottaggio a Mastrangeli

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

A Frosinone Carlo Calenda ha detto che «persino FdI è meglio del M5S». L’hanno presa tutti per quella che pareva: un’esasperazione del suo sentimento di repulsione verso i Cinque Stelle. Dopo oltre un mese, a questo punto, il leader di Azione twitta all’attenzione di Matteo Renzi rivendicando riformismo e coerenza. Un pezzo del suo Partito, però, potrebbe entrare nella costituenda Giunta frusinate di centrodestra. Sì, proprio con i conservatori: Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, in ordine di arrivo.

Lette le ultime dichiarazioni di Calenda, il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli proprio oggi si è appellato animatamente al segretario del Pd: «A Enrico Letta dico che le elezioni si vincono usando il linguaggio della chiarezza» ha urlato dal palco del meeting di presentazione dell’alleanza con Sinistra Italiana a favore di Nuove Energie. Aggiungendo «non si vince rincorrendo chi, come Carlo Calenda, parla la lingua della destra».

Matteo Renzi, dal canto suo, proprio oggi ha aperto a un Governissimo di transizione. Lo ha fatto nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «Rischia il Paese, non il Governo. Abbiamo inflazione, guerra, siccità, crisi energetica, carenza di materie prime e problemi legati al cibo. Serve un Patto per l’Italia per i prossimi dodici mesi e Draghi deve fare come Ciampi trent’anni fa. Tutti insieme: partiti, associazionismo, sindacati, categorie e imprese. La situazione è molto più seria di come viene raccontata».

Dal Pd ad Azione al Centrodestra

Alessandra Sardellitti

Nel Capoluogo ciociaro, oltre al “suo” già candidato sindaco Mauro Vicano (Centro), una dirigente provinciale del Partito di Carlo Calenda ha sostenuto individualmente al ballottaggio l’ormai sindaco di centrodestra Riccardo Mastrangeli.

È la già consigliera Provinciale e Comunale Alessandra Sardellitti, che quasi un anno fa è uscita dal Pd sbattendo la porta: «Basta con la logica da caserma». (Leggi qui: Sardellitti: «Addio caserma del Pd, mi hai deluso»).

Una logica, da caserma o meno, con cui il Pd aveva deciso inizialmente di puntare proprio sul nome di Mauro Vicano: poi rifiutato dalla sinistra e ora passato a destra. D’altronde era chiaro che più che di Centro fosse già un candidato sindaco di Centrodestra. (Leggi qui L’altro Vicano: «Il Centro sono io e attorno voglio una Città europea»).

Sardellitti in odore di assessorato

Alessandra Sardellitti tra Carlo Calenda e Mauro Vicano

Alle recenti Elezioni Comunali 2022 Alessandra Sardellitti si è candidata come capolista di Azione, ha raccolto 244 delle 544 preferenze totali; invece, i voti presi dalla lista di Partito sono stati 366. Sono state date indicazioni per spostare tutto verso il candidato di centrodestra.

È ormai in profumo di assessorato nel costruendo esecutivo guidato dal dottor Riccardo Mastrangeli. Non è stata eletta e il primo dei non eletti della coalizione è il civico Marco Sordi. La soluzione: Sardellitti in Giunta e Vicano, unico eletto, in Consiglio. Altrimenti, con Vicano assessore, la capolista di Azione starebbe fuori dai giochi; le indiscrezioni parlano di un ruolo manageriale per Vicano nella macchina amministrativa entro un anno e mezzo, facendo entrare così Sordi in Aula.

In ordine di arrivo, liste civiche a parte, l’avvocato Sardellitti sarebbe alleata di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. L’ex ministro Francesco Boccia, responsabile degli enti locali nella segreteria nazionale del Pd, era già balzato dalla sedia prima del ballottaggio: «Vicano e Azione stanno con la destra di Salvini e Meloni».

Pre ballottaggio: «Non vogliamo incarichi»

Antonello Antonellis, segretario provinciale di Azione

Azione Frosinone, di cui è segretario provinciale Antonello Antonellis, aveva lasciato libertà di voto ai suoi elettori. Aveva messo in chiaro che né le iniziative di Vicano né quelle dei singoli candidati erano da considerarsi prese a nome del Partito di Calenda.

Hanno anche precisato che «Alessandra Sardellitti e tutti i candidati non sono interessati ad alcun incarico politico-amministrativo né ad accordi di qualunque genere con la coalizione che andranno a sostenere ma, con passione e dedizione, seguiranno attentamente l’operato dell’Amministrazione facendo proposte concrete sui temi di interesse per la comunità, cercando sempre una sintesi quando possibile».

Calenda, però, era stato contestato in ogni caso su Twitter dopo la presenza sul palco con Enrico Letta a Lucca in accordo con il Pd mentre a Frosinone il suo Partito veniva associato al centrodestra. Contro il competitor del Campo largo progressista costruito attorno al Pd. «Controlla bene, è una singola persona – ha twittato Calenda -. Ho tanti difetti, ma se faccio una scelta non la nascondo».

Calenda: «Comportamenti netti e coerenti»

Tweet e commento di Carlo Calenda

Oggi Calenda, mentre procedono i lavori per il Centro (politico), ha replicato al leader di Italia Viva: «Oggi Matteo Renzi rivendica di essere stato decisivo in tutti i passaggi della legislatura – ha twittato -. Ha impedito la nascita del Governo Pd-5S; ha favorito la nascita del Governo Pd-5S (imponendo Conte); ha fatto cadere il Governo Pd-5S. Sostiene che per questa ragione lui è un grande politico e io no».

Per creare un distinguo tra lui e Renzi, allora, ha anche commentato: «La nostra idea era che l’alleanza con i 5S avrebbe fatto male all’Italia e non avrebbe determinato un calo della destra – ha postato Calenda su Twitter -. La nostra sfida è quella di costruire un’area riformista forte con un lavoro serio e comportamenti netti e coerenti».

A Frosinone, invece, un’area riformista l’hanno iniziata a costruire il Psi e Più Europa, rappresentati ora in Consiglio dal già candidato sindaco Vincenzo Iacovissi. Che è vicesegretario del Partito socialista ed esponente del Nuovo Centrosinistra. A livello nazionale, tra l’altro, Azione di Calenda e Più Europa di Emma Bonino sono federate tra di loro. A Frosinone, però, la locale Azione ha detto che non sta (per ora) col centrodestra. A immagine e somiglianza del suo leader.

L’abbraccio del Centro col Centrodestra

Vicano e Sardellitti sul palco con Mastrangeli per la chiusura della campagna elettorale

Vicano e Sardellitti, però, sono poi apparsi anche sul palco del comizio con cui Mastrangeli ha chiuso la sua campagna elettorale. Mastrangeli, nell’occasione, ha detto che stima Calenda e spera di conoscerlo presto.

Del resto il neo sindaco è passato dal 49.26%, con cui ha sfiorato la vittoria al primo turno, al 55.32% del secondo: il sei percento in più. Di fatto la coalizione di Centro per Vicano sindaco – oltre ad Azione due liste civiche con candidati di Udc, Autonomi e Partite Iva, e Progetto Lazio – ha portato a casa il 4.5%. A quel migliaio di sostenitori hanno detto di prendere la scheda elettorale e mettere la croce sul nome di Mastrangeli.

Si puntualizza, però, che non era a nome e per conto di Azione. Anche se i voti, in fin dei conti, li ha spostati la responsabile della comunicazione della Segreteria provinciale, Alessandra Sardellitti. E tra le foto più significative di queste storiche Comunali non può di certo mancare l’abbraccio tra l’appena eletto sindaco di centrodestra e la capolista di Azione. Proprio davanti al Comitato Mastrangeli, tra la folla in festa, nella centrale via Aldo Moro.

«Il sindaco di tutti». Ma nella Ztl volevano Marzi

Il sindaco Mastrangeli con sua figlia Anastasia, a cui ha dedicato la vittoria elettorale

Mastrangeli, come ribadito ieri sera nella “Festa di tutta Frosinone” al Parco Matusa – il verde del centro(destra), realizzato dalla Giunta Ottaviani, in cui Mastrangeli era Mastro (contabile), l’assessore al Bilancio – vuole essere «il sindaco di tutti»: di chi gli ha dato il voto, anche quelli a cui piace disgiunto, e di chi non l’ha nemmeno votato.

Lui la vittoria l’ha dedicata in primis a sua figlia Anastasia, poi anche all’ex moglie Flavia per l’impegno da madre: sì, è proprio un Lord. E poi a sua sorella Isabella, per il ruolo significativo che ricopre nella sua vita.

Al centro, non quello politico bensì cittadino – quindici seggi elettorali dentro o appena fuori dalla Ztl – volevano, però, come sindaco Domenico Marzi: che hanno messo al centro del Campo largo progressista, secondo lui stesso «a testimonianza – ha detto a sorpresa subito dopo la sconfitta – del fallimento del centrosinistra a livello di ricambio generazionale». Una bombetta fatta esplodere vicino alla Villa comunale che realizzò da sindaco – e si parla del periodo tra il 1998 e il 2007 – ma coperta dai fuochi d’artificio per la vittoria dell’odierno primo cittadino Mastrangeli.

«Io, un assessore, meglio di due ex sindaci»

Riccardo Mastrangeli con Mary Segneri

Il Lord Riccardo Mastrangeli è stato molto meno diplomatico durante «quella che è una festa di ringraziamento». Introdotto dalla giornalista Mary Segneri, sulle note dell’inflazionata Il Cielo è sempre più blu di Rino Gaetano (stavolta, però, in versione remix rispetto all’originale proposta da FdI) e tante pon-pon gialloblù scatenate, il Sindaco ha fatto altri distinguo.

Nei giorni precedenti un emozione dopo l’altra: l’elezione al ballottaggio, la festa, la proclamazione a sindaco e il rituale passaggio della campanella. (Leggi qui La campanella passa dallo Zar al Lord).

Riccardo Mastrangeli ha mancato la vittoria al primo turno per un punto percentuale. Ma stavolta Il Mastro ha tenuto a dire “forte e chiaro”, come lo slogan di Marzi, che «il risultato del primo turno è stato meraviglioso, a un passo dalla vittoria, mai quanto dare 2.500 voti di distacco, dieci punti percentuali, a due ex sindaci insieme. Un risultato che in Italia non ha fatto mai veramente nessuno». Si riferisce, oltre che a Domenico Marzi, al suo alleato Michele Marini: già vice, successore, avversario e nuovamente alleato dell’amico Memmo.

«Ottaviani bis al primo turno? Era già sindaco»

L’ormai ex sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani

Non gli è proprio venuta fatta di vincere al primo turno. Nicola Ottaviani ci riuscì nel 2017, centrando oltre il 56% dei voti. «Ma era il sindaco di questa nostra città  – si è messo a confronto Mastrangeli -. Io, invece, un assessore al Bilancio che attraverso le Primarie partecipava a questa competizione».

Ora, tornando più alla versione signorile, è anche tempo di rivendicazioni: «Grazie alle sette liste per il loro lavoro e mi prendo la mia piccola parte di merito. Io ci ho messo energia, anima, corpo. Ci ho messo tutto, ci ho messo tutto il mio entusiasmo».

E poi ancora: «Se avessero vinto gli altri, non so se oggi saremmo stati qui a dire che tra due giorni partono i lavori della Variante Casilina e dei Piloni. Queste non sono promesse elettorali, come dicevano. Sarò il custode della realizzazione del nostro programma. Siamo la Frosinone del fare, la Frosinone delle cose che si realizzano». Anche il Campo largo di centrodestra con il già candidato a sindaco di Centro e la capolista di Azione.

La soluzione? Un assessorato civico: la Lista Vicano Sindaco è a disposizione.   

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