Ciccone: «Se Ottaviani rinuncia, sono pronto a sfidare Pompeo»

Il sindaco di Pofi viene indicato come il candidato più accreditato all'interno di Forza Italia per sostituire Nicola Ottaviani se rinunciasse alla presidenza della Provincia. Ecco perché.

Dicono che in caso di rinuncia del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani alla candidatura per le provinciali del 31 ottobre ci siano tre sindaci di Forza Italia pronti a sfidare l’uscente Antonio Pompeo (Pd).

Dicono anche che il nome scelto ma tenuto in pectore da Mario Abbruzzese (vice responsabile nazionale degli Enti Locali di Forza Italia) sia il sindaco di Pofi, Tommaso Ciccone.

Il curriculum giustificherebbe la scelta: al secondo mandato, mai uno schizzo di fango, sempre presente alle riunioni di Coordinamento, azzurro dalla prima ora. Soprattutto, leale. Prima di tutto ad Abbruzzese.

 

Alessioporcu.it – Nelle ultime settimane il confronto interno al centrodestra per la scelta del candidato alla presidenza della Provincia  si è molto intensificato. È vera intesa quella con la Lega e Fratelli d’Italia? (leggi qui Il candidato del centrodestra unito sarà Nicola Ottaviani (ma dirà no) )

Tommaso Ciccone – Intanto concentrerei l’attenzione su un dettaglio di non poco conto.

 

Quale?

E’ sicuramente positivo il fatto che tutti i soggetti, politici e civici, che si riconoscono nel centrodestra abbiano percepito la necessità di un confronto pacato e sereno. Non era affatto scontato che si arrivasse a tenere il tavolo unitario. E che quel tavolo si concludesse poi con una proposta unitaria. Credo si debba dare atto del lavoro svolto da Forza Italia: sia da Pasquale Ciacciarelli che ha invitato gli eletti e sia Adriano Piacentini che ha invitato i coordinatori.

 

Ma è alleanza vera o solo tattica? (leggi qui Il sottile gioco di Francesca e Carmelo per fregare Forza Italia)

Io vedo un dato di fatto. Che c’è stata una riunione al di là di ogni pregiudizio o perplessità. E ritengo che l’aver convenuto che l’unica strada per vincere la competizione provinciale sia quella dell’unità fissa, senza ombra di dubbio, un punto fermo nel percorso per l’individuazione di una candidatura condivisa che possa rappresentare al meglio questa unità.

 

Nicola Ottaviani dirà no?

Chiedetelo al sindaco di Frosinone

 

In caso di rinuncia, Tommaso Ciccone è pronto a scendere in campo?

Anche se lo fossi, da soli non si va da nessuna parte. Il candidato Presidente della Provincia deve essere frutto di una sintesi e di un dibattito politico.

 

Se Ciccone fosse il nome di sintesi?

Sono a disposizione del Partito.

 

Dicono che lei sia il nome ‘in pectore’ di Mario Abbruzzese…

Domandatelo ad Abbruzzese.

 

Quale strategia elettorale, secondo lei, potrebbe rivelarsi vincente nel confronto con il presidente uscente?

Dobbiamo partire dall’unità del centrodestra e spingerci oltre, operando per l’inclusione dei movimenti civici e di ogni singolo amministratore che non si riconosca nell’attuale governo di questa Provincia.

Non dobbiamo limitarci, però, a un semplice cartello elettorale, ma aprirci a una riflessione politica di più ampio respiro, capace di aggregare sulle idee e sulla progettualità, in cui ogni soggetto possa contribuire in modo propositivo e fattivo a scrivere i punti salienti di un vero e proprio Manifesto per il governo della Provincia e lo sviluppo del territorio.

 

 

Cosa fa, ruba le idee a Zingaretti ed al centrosinistra?

Io non rubo nulla. Semmai è il Centrosinistra ad accorgersi finalmente che senza allargarsi ai sindaci non c’è possibilità di governare i territori.

La mia idea è quella di una Casa comune delle idee, in cui stringere un patto tra i nostri sindaci ed anche quelli che non sono di Forza Italia ma non sono di centrosinistra. Ed elaborare un programma a vantaggio esclusivo delle municipalità locali, e quindi della collettività provinciale, in cui ogni amministratore possa riscoprirsi protagonista e artefice dell’azione politica territoriale.

 

Un modello che si potrebbe applicare anche a livello nazionale.

La crisi profonda che stanno attraversando alcuni Partiti che fino a qualche anno fa avevano consenso e seguito fra la gente dimostra che è necessario ricostruire la proposta politica, ripensarla alla luce di esigenze mutate e di una società che negli ultimi decenni è cambiata profondamente.

Non penso che il futuro di questa nazione sia a tinte gialloverdi. Siamo in un’ennesima fase di transizione, politica e partitica, dov’è necessario, per alcune forze che si propongono alla guida del Paese, riappropriarsi del proprio ruolo e ridefinire i principi ispiratori della loro stessa azione politica.

La grande capacità di Silvio Berlusconi, negli anni ’90, fondando Forza Italia, fu quella di aver saputo compiere un’analisi lucida e attenta di quel particolare contesto storico, riuscendo a elaborare un modello politico vincente, imperniato sui timori e sulle aspettative degli Italiani di allora.

 

Su cosa baserebbe il suo programma elettorale se venisse candidato alla Presidenza della Provincia?

Premettiamo che in questo momento non sono candidato: chi entra Papa esce dal conclave solo cardinale. Penso però che chiunque sarà il candidato, sia prioritario un progetto basato sulla concretezza delle azioni, con ricadute positive facilmente percepibili dall’opinione pubblica. Un po’ come facciamo noi sindaci tutti i giorni, attenti nell’affrontare e risolvere, in modo fattivo, i più disparati problemi legati alla quotidianità di ogni singolo cittadino, senza trascurare, comunque, progetti e programmi più impegnativi e maggiormente complessi, peculiari nell’attività di ogni buona Amministrazione comunale. Forse sarebbe più opportuno ripartire dall’esperienza di chi il territorio lo governa dal basso, con le mani “imbrattate” di quotidianità.

 

Lei è in pectore a Mario Abbruzzese (e potrebbe piacere anche a Piacentini) perché: un “forzista” della prima ora, dirigente provinciale del Partito, da sempre militante nel centrodestra, non è del Cassinate. È amministratore comunale di lungo corso, confermato sindaco in un confronto a due con un significativo aumento di consenso; candidato, qualche anno fa, alla carica di consigliere provinciale, è risultato fra i candidati più votati. Farebbe anche il presidente della Provincia di Frosinone?

In piena sincerità, devo dire che molti sindaci e amici amministratori, anche non appartenenti alla mia stessa area politica, hanno in più di un’occasione manifestato l’intenzione di voler proporre, nell’ambito di una progetto più ampio, la mia candidatura alla presidenza. Soprattutto si sono resi disponibili a sostenerla.

Anche in questi giorni, in cui il mio nome è stato associato a quello dei possibili candidati, ho ricevuto numerose attestazioni di stima. E una serie positiva di riscontri fra i colleghi sindaci.

Conoscono il mio modo di operare e la disponibilità che ho sempre accordato a tutti gli amministratori del territorio, condividendo con loro percorsi e proposte per attività intercomunali di concertazione e programmazione.

Se la mia candidatura vuol dire essere il portavoce di quel modello di buona politica, inclusiva e propositiva, a cui ho fatto accenno prima, non vedo un motivo per non accettare la sfida. Una sfida che non sarà solo elettorale. Ma metterà di fronte due modi diversi d’intendere il governo di questa Provincia. Ribadendo in ogni sede l’urgenza di una difesa convinta del ruolo delle Province. E della loro funzione strategica.

 

 

Quando deciderete?

Sicuramente occorre accelerare i tempi e iniziare la campagna elettorale. Non si deve arrivare a candidature dell’ultimo momento, sacrificate sull’altare dell’incertezza. E della sterile contrapposizione partitica.

Io sono pronto a farmi carico di questo impegno. Sono pronto a competere per lo scranno di presidente di questa Provincia. Ma solo come espressione del centrodestra unito. Allargato alle civiche ed a tutti quegli amministratori che, come detto in precedenza, non si riconoscono nell’attuale governo provinciale. E che abbiano idee da proporre.