Covid-19: “L’emergenza deve essere un’opportunità”

Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

L'ondata di richieste di cassa integrazione per via del Covid-19. Coppotelli: " l’emergenza deve essere un’opportunità. Va guidata innanzitutto nel Lazio una transizione “green” attraverso l’economia circolare"

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Ben 2.300 delle 3.500 domande individuali della provincia di Frosinone per accedere alla cassa integrazione in deroga provengono dal settore del commercio. A dimostrazione dell’impatto che la pandemia economica, oltre che naturalmente sanitaria, scatenata dal Coronavirus, ha avuto sul comparto. I dati sono forniti dalla Cisl.

Dal settore metalmeccanico le richieste sono finora circa 500, mentre 300 provengono dall’edilizia. Dal chimico-tessile 41 domande, dalle telecomunicazioni e carta 25. Ce ne sono poi 140 che arrivano dal settore dei trasporti e della logistica. Il resto da comparti vari.

Numeri destinati a salire, che danno il senso della vastità della crisi. L’assessore regionale al lavoro Claudio Di Berardino ha fornito invece i dati del Lazio. A ieri 14.050 le domande di cassa integrazione pervenute agli uffici della Regione, per un totale di 32.236 lavoratori coinvolti. Inoltre sono 7.755.613 le ore di lavoro su cui è richiesto l’ammortizzatore sociale e che impegna la Regione Lazio per 62,8 milioni di euro.

Di Berardino: Bilancio parziale

L’assessore regionale al Lavoro Claudio Di Berardino © Rocco Pettini / Imagoeconomica

Ha detto Di Berardino: «Si tratta di un bilancio certamente parziale ma indicativo sulla situazione della nostra Regione. La quasi totalità delle aziende che ha presentato la domanda è di piccole dimensioni, tanto che il 95% di esse ha meno di 6 dipendenti.

L’obiettivo è sostenere i lavoratori dando risposte veloci alle imprese; per questo la nostra task force continua a lavorare su due turni di lavoro e assicurando un servizio continuo anche durante il sabato e la domenica».

Più lavoro agile in pochi giorni che in anni

Enrico Coppotelli, segretario regionale della Cisl, in ogni caso guarda anche avanti. E spiega: «Nella nostra Regione abbiamo attivato più posti di lavoro agile negli ultimi giorni che in anni di discussione e si sono semplificate molte procedure burocratiche.

Ci siamo anche resi conto di cosa significa avere e pretendere un servizio sanitario efficiente dove tutti vanno rispettati, dal medico a chi lavora nelle pulizie. Per uscire da questa crisi servono risorse finanziarie per tenere insieme le aziende ed il lavoro, ma servono anche idee e progetti per riorganizzare la ripresa.

La sfida che abbiamo davanti è il rilancio e l’ammodernamento della nostra Regione. C’è prima di tutto una questione sanitaria a cui dare risposta con un grande piano di assunzioni negli ospedali, nei Pronto soccorso, nelle strutture di cura. Dopo anni di tagli bisogna assumere massivamente, e bisogna farlo subito. Servono nuovi medici, infermieri e personale ausiliario. Occorre stabilizzare i precari storici nella sanità e nella ricerca.

Abbiamo anche visto quanto nella nostra Regione le connessioni telematiche siano strategiche: dobbiamo superare situazioni di “digital-divide” per non alimentare ulteriori “analfabetismi digitali”. Nei prossimi giorni, lo anticipo, presenteremo alla Regione Lazio una piattaforma unitaria Cgil, Cisl e Uil sulle cose da fare per guidare la ripresa economica ed occupazionale. Pensiamo che “Invest Lazio” sia un nodo strategico, un luogo del fare tra istituzioni, imprese e sindacati che dovrà da un lato monitorare lo stato delle imprese e dell’occupazione, e dall’altro attrarre nuovi investimenti anche coraggiosi che intervengano su crescita, occupazione, inclusione, innovazione».

L’emergenza sia un’opportunità

Enrico Coppotelli

Sottolinea il leader regionale della Cisl: «Perché l’emergenza deve essere un’opportunità. Va guidata innanzitutto nel Lazio una transizione “green” attraverso l’economia circolare.

Ma non andremo da nessuna parte se non affronteremo preventivamente il tema delle autorizzazioni ambientali e la rimozione dei conflitti di competenza.

Vanno sviluppate e sostenute le filiere lunghe dell’automotive, del trasporto, delle infrastrutture materiali e digitali ma soprattutto vanno attratte nuove aziende, i cosiddetti Big Player. Non possiamo più permetterci la fuga da Roma verso Milano di grandi aziende perché nel Lazio non trovano un progetto politico che caratterizzi la capitale e la regione.

Non è più pensabile che la Capitale lavori separata dalla Regione, le Province vivano di loro peculiari e anacronistici localismi e che tutto sia asincrono e senza un progetto complessivo. Troviamo in questa difficoltà la possibilità di cambiare davvero. Ma in meglio».

Noi travolti dal ‘cigno nero’

Coronavirus, medici con tuta e mascherine Foto © Sergio Oliverio / Imagoeconomica

Prosegue l’analisi della Cisl Lazio: «Siamo stati investiti da una pandemia virale che nessuno poteva prevedere. Con il coronavirus si è concretizzato un incubo per la nostra società: quel fenomeno imprevedibile, drammatico, perché capace di sconvolgere le vite, cambiare le percezioni, far collassare a volte interi sistemi politici, intere economie, che viene chiamato ‘cigno nero’.

Anche noi come sindacato, siamo stati travolti da questa emergenza. Anche il nostro quotidiano è stato stravolto. Quindi capisco bene lo sgomento degli italiani, perché è il nostro. Così come comprendo l’allarme del mondo industriale, delle piccole imprese, degli artigiani, dei lavoratori autonomi per le perdite che si prefigurano per il Pil nazionale e, di conseguenza, per quello regionale.

Ma noi abbiamo il dovere etico e morale di salvaguardare, sopra ogni altro interesse, la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Su questo punto, nessuna deroga! Per cui, a ognuno il proprio ruolo. Senza tentennamenti. Detto ciò, però, siamo coscienti che disposizioni così dure determinano, come stiamo vedendo, problemi di sopravvivenza a famiglie, pensionati, precari. Il Governo ha dato una prima risposta importante varando la misura degli aiuti alimentari per le persone più fragili. Nella nostra Regione arriveranno 37 milioni: è una risposta, una prima risposta, a cui doverosamente ne dovranno arrivare altre.

Con la stessa coscienza e determinazione abbiamo raggiunto l’accordo quadro per la cassa integrazione in deroga: un tassello importante per aiutare i lavoratori e le lavoratrici. Nessuno escluso! Così come è stato importante, da parte del sindacato confederale, stabilire un’intesa con l’Abi per tagliare drasticamente i tempi dei pagamenti degli ammortizzatori sociali grazie agli anticipi degli istituti bancari».

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