Colpi di spillo nel Pd. Pompeo: “Non siamo il Pci”

Tensioni durante la Direzione Provinciale. Al punto che il Segretario Regionale Bruno Astorre assiste ai lavori. Fantini rivendica i meriti di Zingaretti. E non apprezza la divisione alle Provinciali. Battisti bacchetta chi ha spostato il dibattito fuori dal Partito. Pompeo chiede coinvolgimento e ricorda "Non siamo né il Pci né i Ds"

Quattro cartelle fitte. Poco meno di duemila parole. Iniziate con il più ortodosso dei saluti: “Cari compagni e compagne, cari amici e amiche”. Luca Fantini ha iniziato così il suo intervento alla Direzione Provinciale del Pd di Frosinone. Per dire cose tutt’altro che ortodosse.

Il filo che unisce tutto il Pd

Il Segretario ha spiegato che un filo unisce tutto il Pd legando il profilo nazionale del Partito a quello locale. Ha ricordato la centralità politica riacquistata sotto la guida di Nicola Zingaretti. Rivendicato i risultati ottenuti dal Segretario nazionale: non solo le vittorie alle Regionali ma su tutti il ruolo nel dibattito politico nazionale riconquistato dal Pd dopo essersi ritrovato in macerie al termine della gestione Renzi.

Luca fantini ed i dirigenti Pd

L’analisi è proseguita esaminando le scelte fatte sulla crisi, la sua gestione, la formazione del nuovo Governo guidato da Mario Draghi e che vede il Partito insieme alla Lega ed ai Cinque Stelle. Luca Fantini ha sottolineato il senso di responsabilità messo in evidenza dal Partito Democratico.

Le tensioni locali

Teorie. Belle, interessanti: ma lontane. Durano due pagine. Al termine delle quali il Segretario Provinciale inizia ad affondare la lama sulle tensioni locali. Non ha gradito per niente le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi sulle elezioni Provinciali. Secondo quelle voci il Pd non si schiererà con una sua lista ma si dividerà tra due civiche: una della componente Pensare Democratico (Francesco De Angelis – Sara Battisti – Mauro Buschini) ed una di Base Riformista (Antonio Pompeo). (Leggi qui Il senso del Pd per la “conta”: anche alle Provinciali).

Al Segretario l’idea non piace. Non piacciono le conte interne, sopporta poco le correnti. E lo dice quando chiede di «Salvaguardare l’unità, l’identità e la funzione».

Non è un caso che ad assistere alla Direzione ci sia il Segretario regionale del Partito, Bruno Astorre.

Le elezioni alle porte

Bruno Astorre (Foto: Alvaro Padilla / Imagoeconomica)

Le divisioni emergono con chiarezza nel dibattito per individuare i candidati sindaco ad Alatri e Sora.

Il Segretario fa il punto. Spiega che «Ad Alatri c’è stato un primo confronto con tutte le forze di centrosinistra che ritengo positivo. Siamo stati noi a convocare il tavolo e a promuovere il confronto».

Nel Partito si confrontano la richiesta di continuità con l’amministrazione di Giuseppe Morini e la richiesta di cambiamento per adeguare la proposta ai tempi. Ammette Fantini che «C’è la necessità e la consapevolezza condivisa di aprire una nuova stagione dopo dieci difficili anni di amministrazione. È emersa la disponibilità a lavorare, assieme, ad una piattaforma programmatica comune, aperta al mondo civico e alle migliori energie della città»

A Sora è stato necessario inviare due commissari: Stefania Martini e Adamo Pantano. Non per colonizzare il Circolo ma per favorire la ricostruzione serena di un dibattito interno: il filo del dialogo si era spezzato nei mesi scorsi appena si era aperto il confronto sulle candidature. «Su Sora siamo intervenuti tempestivamente, avviando un percorso di commissariamento senza intenti politicamente invasivi né tantomeno punitivi ma, come a Ceccano e Pontecorvo, con il solo obiettivo di ridare centralità alla realtà sorana e di ripristinare uno spazio di confronto franco e leale».

Enzo Petricca, Massimiliano Iula, Stefania Martini

D’accordo, ma cosa stanno realizzando? «Il loro paziente lavoro e il senso di responsabilità della classe dirigente sorana ha già portato al raggiungimento di obiettivi importanti: stiamo salvaguardando l’identità e la funzione centrale del Partito Democratico cittadino all’interno di una coalizione forte di centrosinistra. Anche qui: ora bisogna aprirsi all’esterno, al civismo, a chi vorrà dare un contributo».

In pratica: a Sora il Pd parteciperà ad una coalizione di centrosinistra, con un ruolo fondamentale nel sostegno al candidato sindaco.

Il nodo Provinciali ed il doppio Pd

Il nervo scoperto però sono le Provinciali. Luca Fantini prende i dirigenti e gli impone in piccolo bagno di realismo. Doppia lista? «In considerazione del rinvio delle elezioni che sembrerebbe profilarsi nel Milleproroghe che verrà approvato giovedì, il mio invito è a non affrettare in maniera spasmodica ed eccessiva i tempi di un dibattito che, a questo punto, potrebbe addirittura essere prematuro».

In pratica: ma di che state parlando se giovedì si deciderà, con ogni probabilità, di spostare le elezioni?

«Non voglio, con questo, evitare di affrontare la questione o rinviarla a un tempo indefinito. Voglio semplicemente richiamare alla necessità di un confronto pacato e sereno che, in ogni caso, dovrà svolgersi dentro i confini del Partito e garantire la salvaguardia della nostra identità nelle scelte che faremo».

Il presidente con il presidente

Mauro Buschini

Il presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini si schiera a difesa del presidente della Regione e Segretario del Partito, Nicola Zingaretti. Se i tamburi di guerra rullano tra le componenti Dem e qualcuno vorrebbe mettere in discussione la Segreteria, Mauro Buschini dice da subito che quel dibattito è fuori luogo.

Dice il presidente d’Aula: «eravamo marginali rispetto allo scenario politico nel 2018, oggi il Partito democratico è tornato centrale, ha rimesso in campo un grande progetto riformista».

Manda un messaggio a Base Riformista, la componente dei renziani rimasti dentro al Partito. L’impressione è che il destinatario non sia il livello nazionale e nemmeno quello regionale: bensì l’area di Antonio Pompeo. «Sbaglia chi dice che si sente un ospite all’interno del Pd. Il Partito democratico riguarda tutti noi, nel nuovo gruppo dirigente sono tutti coinvolti: nessuno vuol cacciare nessuno, ma c’è l’idea che bisogna fare un lavoro condiviso».

C’è il nodo delle Comunali da sciogliere: «Per le amministrative occorrono coalizioni larghe: non sono un nostalgico né di carattere né di cultura, ma in passato siamo stati coinvolgenti dando una funzione a tutti, anche ai Partiti più piccoli. Dobbiamo intercettare voto moderato in un rapporto positivo tra riformisti e centro della nostra provincia. Aggregare i civici su progettualità, con personalità forti. Se il voto sarà spostato a ottobre, per coalizioni larghe sarei favorevole allo strumento delle primarie».

I panni si lavano a casa

Mauro Buschini, Sara Battisti, Antonio Pompeo

Un messaggio in direzione di Antonio Pompeo lo fa partire anche il consigliere regionale Sara Battisti. Nemmeno lei ha apprezzato il dibattito sviluppatosi sui giornali, a proposito della possibilità di una doppia lista civica alle Provinciali anziché una di Partito.

«Le questioni politiche del Partito vanno affrontate in sede di Direzione politica. Non altrove. Davvero auspico che non ci sia un ritorno a vecchi schemi del passato, quando si scavalcavano gli organismi dirigenti del Partito e decidevano in pochissimi».

Siamo il Pd, non siamo il Pci

A tutti risponde il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Nei giorni scorsi aveva chiesto a Luca Fantini un maggiore coinvolgimento di Base Riformista all’interno del Partito. E ora ribadisce il concetto. Con forza. «Ho ascoltato molti interventi circa un auspicio di maggiori aperture a sinistra. Dico che dobbiamo guardareanche e soprattutto al centro. Siamo il Pd. Non il Pci o i Ds. C’è tutta una parte che proviene dalla Margherita e che rappresenta un punto di riferimento per moderati e centristi. Quando nei giorni scorsi ho chiesto uno scatto al segretario Luca Fantini, l’ho fatto in virtù di un ragionamento di pieno coinvolgimento di tutti all’interno del Partito».

Antonio Pompeo (Foto: Stefano Strani)

Sul rapporto tra Pd e Cinque Stelle è in sintonia con Matteo renzi e non con Nicola Zingaretti: «Va bene il senso di responsabilità, ma dobbiamo essere noi a dettare l’agenda. Evitando sbilanciamenti del tipo “mai coni Cinque Stelle” o “mai con la Lega”. Abbiamo visto che poi le situazioni cambiano».

Ha impostato il suo approccio in maniera amministrativa. E lo dice anche durante la Direzione. «Per quanto riguarda il ruolo delle Province, anche come presidente dell’Upi mi auguro un cambio di passo da parte della Regione Lazio. Il Governo, anche nel Testo unico degli enti locali, ha dato segnali importanti sul versante delle funzioni e delle risorse. Poi però registriamo che la Regione, sul tema del turismo, procede con la cancellazione della parola Province. Non va bene, non può andare bene. Pongo il tema sul tavolo della direzione provinciale del Pd. Considerando pure l’importanza del ruolo degli amministratori nel nostro Partito».

Dopotutto è il dibattito, il sale del centrosinistra.