“Ecco chi fece cadere D’Alessandro ed ha ucciso il centrodestra”

I giochi su tre tavoli. Perché all'ultimo momento abbandonò De Angelis ed appoggiò Scalia facendo diventare Pompeo presidente della Provincia. Tutta la verità di Abbruzzese. Quella notte in cui nacque Ncd: "Pregai Alfredo di non andare". La caduta del centrodestra a Cassino: "Ero un bersaglio, volevano colpire me, hanno ucciso una generazione politica”

Abilissimo giocatore sul tavolo della politica. Insuperabile nel condurre tre partite insieme. E chiudere solo sul tavolo dove incasserà di più. Mario Abbruzzese rivela per la prima volta come andò in tre momenti chiave della politica locale. I retroscena delle Provinciali che fece vincere ad Antonio Pompeo dopo avere trattato fino a notte fonda con De Angelis. Dietro le quinte della notte in cui nacque Ncd di Angelino Alfano: “Pregai Alfredo Pallone di non andare”. La caduta del centrodestra a Cassino: “Ero un bersaglio, volevano colpire me, hanno ucciso una generazione politica”.

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Lei passa per essere un giocatore abilissimo al tavolo della politica: dove ha imparato?

Io non sono abilissimo, uso la testa. Non uso la rabbia, non uso il rancore, non ho quel sentimento invisibile dell’invidia: quando sei sereno hai una marcia in più per poter decidere. Poi è chiaro che più eserciti quest’azione più l’affini durante il percorso.

Da fuori quella che lei chiama tranquillità viene vista come freddezza e cinismo.

Al contrario… Mi faccio prendere dai sentimenti, anche se non passa. In politica qualcuno mi ha detto: “Non ci vuole né sentimento e neanche amore: per fare la politica perché devi usare sempre la freddezza”. Però io ho sempre pensato che se si usa solo la freddezza si cade nel cinismo totale e manca quel valore umano che serve per affrontare i rapporti tra gli uomini.

La trattativa più difficile?

La trattativa più difficile fu nel riconfermare quattro o cinque anni fa un consigliere provinciale, non cito il nome per una questione di correttezza. Non volevano chiudere su questa candidatura, alla fine io e un sindaco fummo costretti a discutere cinque ore, durante il periodo delle elezioni, per convincere quattro o cinque consiglieri comunali a votare questo candidato alla Provincia.

Mario Abbruzzese negli studi di Faccia a Faccia
La politica è più furbizia o strategia? E quanto di scorrettezza?

No, no. La politica secondo me è una questione di correttezza, solo di correttezza. Chi è scorretto prima o poi pagherà con la scorrettezza. Quindi io cerco sempre di insegnare ai giovani che bisogna essere onesti e trasparenti quando si siglano gli accordi e quando si sottoscrivono degli impegni.

Lei lo è sempre stato? Onesto e corretto negli accordi? 

Io posso dire con molta onestà che ho costruito una grande squadra in questa provincia, ma anche in questa regione. Per non allontanarci troppo…

Dopo la mia elezione a consigliere regionale nel 2013 avevamo preso l’impegno per costruire una mia successione alla Regione: prendemmo l’impegno per Pasquale Ciacciarelli ed è stato mantenuto, in modo molto trasparente e onesto. Prendemmo l’impegno di candidare Gioacchino Ferdinandi sindaco di Piedimonte e lo abbiamo mantenuto. Poi di candidarlo alla Provincia e lo abbiamo mantenuto. Di candidare Danilo Magliocchetti alla Provincia e lo abbiamo mantenuto. Tutti gli accordi, anche su Cassino, sono stati mantenuti. 

Poi è chiaro che su Cassino è successo qualcosa di strano: è successo un incidente mortale e di conseguenza sono saltate anche le aspirazioni e le successivi operazioni.

Nel 2018, ricordo con grande freddezza in questo momento, che incontrai Tajani, era il mese di dicembre, e suggerì due nomi da poter candidare alla Regione: avremmo vinto le elezioni. Uno era Paolo Barelli presidente della Federazione Italiana Nuoto, l’altro era Maurizio Gasparri. Io dissi: “Se noi candidiamo uno di questi due, vinceremo le elezioni”. (Leggi qui Il caos calmo nel centrodestra che non mobilita il soldato Gasparri).

Stefano Parisi

Nessuno volle crederci perché io percepivo che in quel momento c’era un modo identitario, di appartenenza, tanto che alla fine tirarono fuori il candidato due giorni prima e paradossalmente vincemmo come coalizione, cinque punti in più addirittura, e perdemmo come candidato: Stefano Parisi, persona per bene e che stimo, molto preparata, non poteva recuperare il gap su Nicola Zingaretti.

Però in politica molte volte nelle trattative si deve fare il gioco delle tre carte. A lei invece gli avversari rimprovano di voler in qualche modo giocare con le carte truccate. Due episodi su tutti. Trattativa per le elezioni provinciali: lei fino alla sera prima è con Francesco De Angelis per sostenere come presidente della provincia il sindaco di San Donato Val Comino Enrico Pittiglio, al mattino dopo, invece, si schiera con Antonio Pompeo e lo elegge. Altro episodio. Fino alla sera prima era con Alfredo Pallone per favorire la nascita del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano e invece il mattino dopo lei dice: “No, io sto con Forza Italia”.

E’ una narrazione sbagliata.

E allora me la racconti lei… sono tutt’orecchi.

Voglio dire… ha letto un libro sbagliato.

Per quanto riguarda le elezioni provinciali… Voi sapete che c’è uno splendido rapporto con Francesco De Angelis. Un rapporto basato sul rispetto dei ruoli, sul rispetto della politica e sul rispetto della persona. È chiaro quindi che favorivo un accordo più con Francesco De Angelis che con Francesco Scalia, all’epoca. Alla fine io cercai di far passare tra i miei il ragionamento del candidato Pittiglio. Purtroppo, quando tornai dai miei amministratori, dai miei sindaci mi fecero capire che non erano contenti di questa eventuale sceltaA quel punto non ho fatto altro che ritornare da De Angelis e da Schietroma e dire: “Guarda, non è possibile mantenere più questo accordo perché non trovo la sintesi nella mia squadra”.  Quindi non c’è stata una scorrettezza, c’è stato un rapporto di trasparenza.

Con Alfredo Pallone, Ncd e Alfano come andò?
Alfredo Pallone e Mario Abbruzzese

Per quanto riguarda Alfredo Pallone: è persona che stimo e alla quale voglio molto bene perché è una persona che mi è stata molto vicino e mi ha regalato anche il successo ed una crescita politica. Io ho cercato di sconsigliargli di andare via da Forza Italia. Io non ho mai voluto costruire il Nuovo Centro Destra perché percepivo che sarebbe stato un fallimento. Lo pregai di non andare, di non partecipare. Invece il giorno dopo Alfredo partecipò alla nascita del Nuovo Centro Destra, io partecipai al nuovo congresso di Forza Italia. La verità è questa, sempre con grande trasparenza.

Il discorso di fondo è: non bisogna pugnalare alle spalle nessuno. Se in politica c’è un rapporto corretto deve rimanere tale, anche con posizioni diverse.

A proposito di pugnalate alle spalle… chi buttò giù Carlo Maria D’Alessandro e l’amministrazione di centro destra che lei fece nascere a Cassino?

Beh…questo è scritto sui libri di storia. Se cinque o sei consiglieri di maggioranza firmano la sfiducia c’è un motivo di fondo. E’ chiaro che poi alla fine il motivo è intuibile.

No, onorevole. Perché se chi firma questa sfiducia, contro il volere del Partito, resta in quel Partito e anzi viene premiato con un incarico di dirigente provinciale del Partito… beh, allora il dubbio è legittimo. Chi è che volle far cadere il centro destra guidato da Carlo Maria D’Alessandro?

La caduta del centrodestra guidato da Carlo Maria D’Alessandro ha una regia più ampia, più larga, che non è certamente Cassino. 

Il centrodestra cade a Cassino perché io mancai l’elezione al Parlamento. Perché se fossi stato eletto al Parlamento sicuramente non sarebbe andata a casa l’amministrazione governata da Carlo Maria D’Alessandro.

Carlo Maria D’Alessandro e Mario Abbruzzese
Hanno approfittato di un suo momento di debolezza politica?

Certo. E’ una cosa normalissima questa, no?

A chi conveniva?

Mah…credo a nessuno.

Cui prodest… se faccio due conti… Claudio Fazzone si è irrobustito molto di più.

Io parlo di me.

Il nome lo faccio io. Cui prodest, a chi conveniva?

Per quanto riguarda gli esterni sicuramente: è chiaro che all’epoca io avevo una forza smisurata, quindi cercavano di ammazzarmi politicamente. Poi sono stati anche bravi a farlo, tanto per essere chiaro.  

Però il ragionamento è che a livello locale, secondo me, hanno commesso un errore. Perché coloro che hanno sfiduciato Carlo Maria D’Alessandro hanno decretato la loro morte politica, perché loro pensano di poter riprendere un percorso, ma sarà molto, ma molto, ma molto difficile. 

Quindi, credo sia stato un errore storico da parte di quei consiglieri apporre una firma di sfiducia sotto un sindaco eletto. Ad esempio io ho sfiduciato il sindaco Di Zazzo, ma stavo all’opposizione, era una cosa normalissima.

In questo caso l’obbiettivo era Mario Abbruzzese in realtà. Quanto era un’operazione interna? Quanto un’ operazione esterna?

E’ chiaro. C’era uno scontro interno e c’era uno scontro esterno. Internamente c’erano giovani che sgomitavano e che pensavano che io facessi loro ombra. E c’era poi ovviamente un’azione esterna, svolta da alcuni dirigenti regionali di altri Partiti.

Anche del suo?
Claudio Fazzone e Antonio Tajani

Mah…Non lo so, a me non risulta. Comunque non mi interessa più. Questo ormai per me appartiene al passato, fa parte anche del gioco della politica. Fa parte anche delle guerre che ci sono e che esistono all’interno di un Partito. 

Quindi, io so solo una cosa: Carlo Maria è persona per bene e che io stimo e che ritengo sia stato un grand attore. Nel senso che ha governato, soprattutto la sua campagna elettorale, in modo eccellente, perché solo con lui avremmo potuto battere Petrarcone. Io penso che chi ha provocato le dimissioni di Carlo Maria ha fatto un errore madornale che non permetterà più loro di tornare sulla scena politica.

Lei ha scoperto, cresciuto e lanciato molti giovani. Ha anche litigato con molti di loro. Cosa le ha fatto più male?

No, no non ho litigato.

Politicamente si intende…

Politicamente è chiaro che poi quando ti abbandonano o quando ti tradiscono rimani male, soprattutto da un punto di vista personale e umano, non politico.

Sono sempre gli altri ad abbandonare? A tradire? Lei non ha responsabilità?

Ma come no. Quando c’è un divorzio c’è sempre una corresponsabilità. Poi è chiaro che 80/20, 60/40, 50/50…questo poi lo dirà il tempo.

Lei cosa farà nel prossimo futuro: entrerà nella Lega? 
Pasquale Ciacciarelli (Foto Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Assolutamente no, non mi interessa di entrare nella Lega e non lo farò. Magari qualcuno si sta preoccupando, ma voglio tranquillizzarlo, anche perché oggi è il momento di andarsene dalla Lega. Però sto lavorando su un progetto nuovo a livello nazionale che vede una formazione politica centrista e liberale nel nostro Paese.

 E lei come giornalista dovrebbe ricordare un mio intervento in Consiglio comunale quando cercai di disegnare quello che sarebbe successo per quanto riguarda la riforma elettorale e per quanto riguarda l’elezione del Presidente della Repubblica in questo Paese. Quindi, fino al mese di febbraio rimarrà tutto così. Ma sono convinto che dopo l’elezione del Presidente della Repubblica ci sarà un big bang della politica e verrà fuori un nuovo soggetto politico. 

Anche perché diciamo che Forza Italia ha esaurito la sua spinta propulsiva e di attrazione nel nostro Paese, la Lega continua a indietreggiare. Fratelli d’Italia ha scelto una localizzazione politica, da un punto di vista fisico in Parlamento, nell’opposizione perché se non entri nel Partito Popolare Europeo difficilmente potrai andare ad occupare uno spazio di governo del nostro Paese. Sono convinto che si tornerà al Proporzionale e un giorno potrà dire: “Questo lo avevamo già scritto”, come è abituato a fare lei. 

Si tornerà al proporzionale perché sono convinto che questo Paese abbia ancora bisogno di Draghi.