A Terracina e Fondi è Giunta l’ora… di fare due conti

Dopo le vittorie di Maschietto e Tintari inizia la conta per a Giunta a Fondi e Terracina. Il tradimento di Mastrobattista: per unificare il centrodestra in vista del voto a Latina?

Prima di ogni altra cosa. Prima addirittura della convocazione dei nuovi Consigli comunali. La prima cosa da sistemare per i neo sindaci di Fondi e Terracina é la Giunta. Perché é lì che si bilanciano tutti gli equilibri, lì si accontentano i vincitori in base al valore dimostrato alle urne. Lì però si creano anche gli scontenti: se qualcuno non viene gratificato nel modo adeguato. È questo il vero rischio, sbagliare il bilanciamento e creare da subito una macchina che non viaggi al meglio. (Leggi qui Cambiare senza cambiare: Tintari e Maschietto sindaci).

CLAUDIO FAZZONE E NICOLA PROCACCINI

Questo perché nei due Comuni appena reduci dal voto amministrativo le tessere da mettere nei rispettivi posti sono davvero numerose. E non tanto a Terracina quanto a Fondi. Lì dove l’inaspettato ricorso al ballottaggio motiva ora diversi partner dell’alleanza a guida Forza Italia e Lega. A far cosa? A chiedere il conto ed il massimo a Beniamino Maschietto, successore del sindaco diventato deputato europeo azzurro Salvatore De Meo.

Quel prezzo in più da pagare, non calcolato all’inizio, é la conseguenza della mancanza di 90 voti tondi tondi che avrebbero consentito di vincere subito le amministrative al primo turno, senza dover passare per il ballottaggio.

Roberta facile, Beniamino affatto

A Terracina lo scenario é diverso, il quadro era chiaro dal principio. Al punto che la neo sindaco Roberta Tintari oggi ha potuto dire di avere le «idee abbastanza chiare». Cioè riproporrà il modello di esecutivo che ha capeggiato sino a lunedì pomeriggio, ereditandolo come facente funzioni di Nicola Procaccini il sindaco diventato, anche in questo caso, parlamentare europeo.

Roberta Tintari festeggia a Terracina

Maschietto invece è il primo ad essere consapevole di dover trovare una complicatissima sintesi interna. I posti in Giunta sono al momento sei. E secondo il Testo Unico degli Enti Locali l’organo deve essere pari ad un quarto della composizione del consiglio comunale. A meno che lo statuto del Comune non preveda qualcosa di diverso. E al momento a Fondi fissa il numero massimo degli assessori proprio in sei.

All’interno della maggioranza Maschietto si sta prendendo in considerazione un’ipotesi. Cioè congelare il varo della Giunta e di procedere alla modifica dello Statuto comunale. L’obiettivo? Facile, estendere al massimo consentito (sul piano numerico) la squadra di governo.

Questo per soddisfare quel Partito monolite che continua ad essere Forza Italia. Ma anche il suo principale alleato politico, la Lega. Che sia stata incapace di eleggere un proprio rappresentante nel nuovo consiglio comunale, poco importa. Proprio per questo i primi mugugni arrivano da alcune delle liste civiche in sostegno di Maschietto. Liste che si sono rivelate autentici contenitori nei quali accogliere diversi “mister preferenze”. Personaggi che non avevano trovato posto nel listone bulgaro di Forza Italia. E che hanno rastrellato una buona messe di voti a differenza della Lega: reclamano il loro giusto riconoscimento

Giunta trappola: lì tagliano teste

Salvatore De Meo

L’altro fattore di cui deve tener conto Maschietto è se fare affidamento su neo consiglieri comunali. Su eletti disposti a dimettersi dall’incarico inseguito a colpi di centinaia di preferenze. Perché lo Statuto è chiaro: chi vuole fare l’assessore deve dimettersi da Consigliere. E rischiare di subire l’onta della revoca per un eventuale dissenso su questa o su quella delibera approvata. Perché il Consigliere è inamovibile, il sindaco non può toccarlo per nessun motivo, mentre l’assessore può essere mandato a casa in qualsiasi momento e senza un vero motivo.

A Fondi pochi sono ora i consiglieri eletti disposti a rischiare pur di sedere in Giunta. Soprattutto dopo l’incredibile terremoto verificatosi nella giornata di martedì. L’ottimo portavoce del comune di Fondi, Marco Grossi è stato letteralmente ‘cacciato’ dal comune. Era stato per dieci anni la “voce” del sindaco Salvatore De Meo.

La notizia l’ha data il diretto interessato attraverso un’email di ringraziamento e di commiato. Mail inviata a tutti gli organi d’informazione accreditati ed affermando due cose. Che l’indirizzo di posta elettronica del comune di Fondi da mercoledì 8 ottobre «non sarà più attivo». E che «è stato un piacere aver lavorato per tutti voi. Con sincero spirito di collaborazione per oltre dieci anni. Un cordiale saluto». A comunicare il benservito a Grossi è stato la segretaria comunale Anna Maciariello. E’ stata di poche parole. «Oggi è stato il suo ultimo giorno di lavoro. Non mi chieda altro, per favore. Così è stato deciso e questo le riferisco».

La segretaria comunale si è trincerata dietro la terza persona singolare. Facendo intendere che la decisione di rimuovere l’addetto stampa di Salvatore De Meo sindaco è stata assunta da tempo dall’alto. E che probabilmente il deputato europeo l’ha dovuta accettare per tutelare la “ragione di stato”. Il suo rammarico Grossi l’ha condiviso con mezza stampa della provincia di Latina. Ha lasciato intendere che lo stesso Maschietto gli aveva espresso la volontà di dare una continuità alla comunicazione del comune di Fondi. Questo a fine febbraio, quando aveva assunto le redini del comune dopo la partenza per Bruxelles di De Meo.

C’è un Palazzo dietro il caso Grossi

Il sindaco di Fondi Maschietto e Claudio Fazzone

C’è stata poi la campagna elettorale e di questo rapporto professionale non si è più parlato. Ma cosa sarebbe o è successo?

Grossi è un grande appassionato di cinema. Da anni è alla testa dell’associazione “Giuseppe De Santis”. Gruppo che porta avanti una fine attività culturale di recupero e di tutela del filone del neo realismo italiano. Associazione di cui il regista fondano è stato uno dei fondatori nel secondo dopoguerra. E chi è il presidente di quest’associazione? Lo sanno tutti negli ambienti cinematografici italiani. È l’avvocato Virginio Palazzo, di Fondi, che nella velenosa campagna elettorale è stato il più stretto collaboratore dell’ex sindaco Luigi Parisella. Cioè dello sfidante di Maschietto al ballottaggio.

La sua rimonta qualche motivo di preoccupazione l’ha data all’entourage di Claudio Fazzone. L’ex primo cittadino è stato capace di passare dal 19,43% (pari a 4454 preferenze) al 45,83% (8173 voti) del secondo turno. Questo alla testa di tre liste civiche decapitate da esclusioni eccellenti. Esclusioni ratificate dal Consiglio di Stato e ancor prima del Tar.

La rimonta c’è stata ma non è stata piena e totale. Per Parisella i 1500 voti di differenza tra lui e Beniamino Maschietto devono trovare ragione in due fattori.

Parisella: due modi di perdere

Innanzitutto l’eccezionale risultato personale del sindaco facente funzioni Beniamino Maschietto nelle sezioni elettorali in cui vive. Cioè il Salto di Fondi. Lì ha superato l’80% dei consensi.

Luigi Parisella

Poi il “tradimento” compiuto ai suoi danni dall’ex candidato a sindaco di Fdi Giulio Mastrobattista. Parisella le sue affermazioni le ha cadenzate davanti ad una telecamera. «L’avvocato Mastrobattista aveva lasciato libero il suo elettorato. Con una stretta di mano sotto il suo studio legale in pieno centro a Fondi aveva sancito un accordo tra galantuomini. Il candidato escluso dal ballottaggio avrebbe aiutato lo sfidante di Maschietto».

«La mia rincorsa si è concretizzata in un’affermazione nei seggi del centro storico e nelle campagne. Invece l’avvocato Mastrobattista nel secondo turno ha fatto campagna elettorale a fianco del candidato a sindaco di Forza Italia. Era il Partito che FdI avrebbe dovuto contrastare. Mi sa che l’avvocato Mastrobattista ha tradito l’elettorato di FdI che l’ha candidato a sindaco. Mi dispiace per lui».

Il tradimento di Mastribattista

Mastrobattista non ha negato. Tutt’altro. Replicando, ha dichiarato di aver sostenuto «molto volentieri Maschietto al ballottaggio. L’ho fatto per una valenza squisitamente politica. Io sono di Fratelli d’Italia. E in quanto tale, avevo l’obbligo politico di far affermare il candidato sindaco appoggiato da altri due alleati dello schieramento. Vale a dire Forza Italia e Lega. Avrei potuto sostenere Parisella per quello che ha rappresentato la sua amministrazione (di Forza Italia)».

Giulio Mastrobattista, Parisella lo accusa di ‘tradimento’

«Ricordo però che all’epoca ha subito la richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale da parte del Ministero dell’Interno per infiltrazione mafiosa. Certo che allora dico no! Il mio ‘no” è dettato da motivazioni morali. Ho sostenuto Maschietto anche per una ragione amministrativa. La mia città, in caso di vittoria di Parisella, sarebbe stata governata da una maggioranza di soli quattro consiglieri comunali. E il ricorso ai cambi di casacca sarebbe stato inevitabile. Ma stiamo scherzando?».

E quella stretta di mano sotto il suo studio? Mastrobattista ha chiosato. «Mi dispiace ma è una non-notizia. Perché Parisella aveva chiesto l’apparentamento ufficiale e gli risposto di no».

L’endorsement di De Filipps

A dar manforte a Parisella è stato il dirigente della Regione Lazio Raniero De Filippis. Candidato sindaco del Pd al primo turno, ha conquistato un deludente 7,52% dei voti.

«Il voto ha esternato una chiara volontà di cambiamento. Questo da una più ampia parte della città. Parisella ha visto quasi raddoppiare i suoi consensi rispetto al precedente turno. A comprova del fatto che il governo attuale non è più granitico come un tempo».

Raniero De Filippis

«Certo, il radicamento del potere è ancora forte. E affinché un cambiamento reale possa compiersi occorre lavorare. Farlo coinvolgendo settori sempre maggiori della cittadinanza. È significativo infine il divario di scelta fra gli elettori residenti nel centro città e quelli delle contrade. Questo è sicuramente il primo dato su cui riflettere. E da cui ripartire a lavorare per assicurare un futuro migliore alla città».

E mentre continuano a volare gli stracci tra accuse al vetriolo si pone un quesito. La personale generosità elettorale del solo avvocato Mastrobattista potrebbe essere servita per gettare un ponte? Ponte per ricostruire i rapporti, al momento insistenti, tra FdI da una parte, Forza Italia e Lega dall’altra?

Il decisionismo e la rinnovata forza elettorale di Claudio Fazzone potrebbero ora fare il resto. Questo in prospettiva delle elezioni amministrative della prossima primavera a Latina. (ma si voterà anche in altri centri importanti come Minturno). Per il parlamentare un’intesa politica per il ricompattamento dell’intero centrodestra è «ancora possibile. ma bisogna con urgenza abiurare logiche caratterizzate da facili personalismi. Personalismi coltivati a livello locale».

Il nodo da sciogliere è proprio questo..