Forza Italia, via al regolamento di conti

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Quadrini invita alle dimissioni Ciccone. Che gli risponde "Siamo sulle stesse posizioni". L'incontro di ieri a Fondi. Le 'dimissioni' informali di Toti. E la posizione di Fazzone. Abbruzzese nella Costituente totiana.

Il regolamento di conti è iniziato. Direttamente tra le macerie ancora calde di Forza Italia. Nemmeno il tempo di lasciar posare il polverone che si è alzato con l’esplosione del Partito. (leggi qui Forza Italia, «Ognuno per conto suo»). Il vice coordinatore del Lazio Gianluca Quadrini ha aperto il fuoco e chiesto conto al coordinatore provinciale di Frosinone Tommaso Ciccone delle sue dichiarazioni in favore di Giovanni Toti.

«Se è così, per coerenza dovresti rassegnare le dimissioni» gli ha detto Quadrini. Che nelle prossime ore potrebbe formalizzare il tutto con una nota ufficiale.

L’artiglieria del coordinatore provinciale ha risposto con precisi colpi di rincalzo. «Non ho fatto dichiarazioni contro il presidente Silvio Berlusconi, come tutti gli altri dirigenti in Italia ho fatto la mia personale analisi sulla situazione. Che in larga parte è in sintonia con la richiesta di rinnovamento sollecitata più volte dal coordinatore regionale Claudio Fazzone». Che è il referente politico di Quadrini.

Lo scambio d’artiglieria non è casuale. Nè nei tempi né nei modi. Nel pomeriggio di ieri a Fondi c’è stato un incontro tra il coordinatore regionale Claudio Fazzone, il suo vice Gianluca Quadrini, una serie di sindaci ed amministratori della provincia di Frosinone. Nelle ore immediatamente successive c’è stata l’apertura delle ostilità.

L’obiettivo? Spazzare via dal campo Tommaso Ciccone. E con lui diseredare tutto lo Stato Maggiore di Forza Italia che è pronto a seguire Giovanni Toti. Primo tra tutti Mario Abbruzzese: che nelle ore scorse è stato inserito dal governatore della Liguria nel comitato Costituente del nuovo soggetto politico in via di formazione. Ma allo stesso tempo è ancora vice coordinatore nazionale degli Enti Locali per Forza Italia.

Nell’elenco c’è anche Pasquale Ciacciarelli (Presidente della Commissione Cultura in Regione Lazio) e via via tutti gli altri che hanno dichiarato la loro adesione.

Con quale scopo? Prendere le cariche provinciali di Forza Italia, riassegnarle, sostituire alla svelta i quadri dirigenti, marcare immediatamente le distanze.

Diciamo le stesse cose

La reazione di Tommaso Ciccone non è campata in aria. Tiene conto delle frasi dettate alle Agenzie di Stampa dal Coordinatore Regionale Claudio Fazzone.

Che subito dopo la riunione del Tavolo delle Regole in cui sono stati defenestrati sia Giovanni Toti che Mara Carfagna non ha nascosto le sue perplessità. Dicendo «Un Partito che il 19 giugno nomina due coordinatori con l’intendimento di rinnovarsi e di trovare una sintesi sul percorso da intraprendere per il futuro e che poco più di un mese dopo li rinnega è sull’orlo della follia».

Per Claudio Fazzone quello che è accaduto l’altro giorno è l’inizio della fine. Lo considera un errore di strategia e di metodo. «Quanto accaduto ha del tragicomico. Berlusconi con un atto di forza ha voluto dimostrare che il partito è suo. Legittimo. Ma si è caduti di nuovo nello stesso errore».

Dove sta l’errore di Berlusconi? «Scelte come queste devono essere condivise con la base e non calate dall’alto. Un partito che vuole cambiare, davvero e non solo  a parole deve ripartire dalla base, non può continuare a marginalizzare ed ignorare la classe dirigente che è la vera forza del Partito e che doveva essere resa partecipe di queste decisioni».

Claudio Fazzone è stato tra i primi a sollecitare un cambiamento dal basso. Un rinnovo della classe dirigente che tenesse conto dei territori. «Berlusconi può fare quello che vuole ma deve dire in modo palese, ed una volta per tutte, quale è il suo intendimento. Ci sono tante persone, tanti amministratori che hanno creduto e credono in lui. Dobbiamo dare certezze ai nostri amministratori».

Nessuno esce ad agosto

Se Claudio Fazzone uscirà da Forza Italia non lo farà ad agosto. Lo ha detto all’inizio della settimana ad Alessioporcu.it. (leggi qui Fazzone: «Non è tempo di strappi. Ma di organizzare gli amministratori locali»). Un motivo c’è ed è chiaro: intende mettere sul tavolo tutto il suo peso. Aspetterà che gli altri a settembre presentino i loro circoli e gli amministratori che hanno aggregato. Poi, se deciderà di aderire, pretenderà di avere un ruolo politico adeguato al peso che a quel punto metterà lui sulla bilancia. Nessuna adesione ‘a rimorchio‘, nessun ruolo alla pari con chi pesa meno di lui.

Sotto il profilo formale nemmeno Giovanni Toti se n’è andato. Ma è solo una questione di forma. Che il Governatore della Liguria ritiene anche inutile. Lo ha detto a Genova a margine di un incontro politico.  «Stracciare la tessera di partito? No, ci mancherebbe. Non ho mai stracciato niente in via mia. Sono tutti cari ricordi. Ma io Io le dimissioni le ritengo già formalizzate. Non saprei come renderle più esplicite». 

C’è già il passo successivo. Ha varato la Costituente ed ha nominato al suo interno anche Mario Abbruzzese che dovrebbe essere il coordinatore regionale del Lazio nel nuovo Partito.

Ma tutto prenderà forma a settembre. Perché ora ci sono le ferie di agosto. Ed in Italia sia sa, le rivoluzioni si fanno dal lunedì al venerdì: poi al sabato bisogna accompagnare la moglie a fare la spesa e la domenica c’è la partita di pallone.