Frosinone, tutto quello che può succedere nel 2024

Il punto di non ritorno per l'amministrazione Mastrangeli sarà rappresentato dalla votazione sul Bilancio di previsione 2024. Sulla carta ci sono 23 voti favorevoli nella maggioranza. Nessun pericolo di bocciatura. Ma il vero segnale saranno le astensioni: potrebbero innescare una possibile spaccatura nel centrodestra cittadino. Le elezioni anticipate potrebbero ridefinire il quadro politico. Gli attuali patti a destra salterebbero del tutto. Mentre a sinistra...

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il punto di non ritorno per l’amministrazione Mastrangeli sarà rappresentato dalla votazione sul Bilancio di previsione 2024. Non tanto sull’approvazione del documento, il cui esito positivo è pressoché scontato e già dato per acquisito. Quanto sui voti favorevoli che la maggioranza sarà in grado di esprimere.

Sulla carta quelli potenzialmente disponibili sono 23: i voti dei 22 consiglieri più il voto personale del sindaco. Nei mesi scorsi le frizioni interne hanno portato 4 Consiglieri della maggioranza a non firmare il documento in cui si ribadiva la fiducia al sindaco. E dopo le Provinciali altri 2 consiglieri della maggioranza di centrodestra sono particolarmente urtati con il sindaco: non sono stati eletti per per un soffio e nessuna strategia è stata costruita a livello di maggioranza. (Leggi qui: Provinciali, Frosinone resta a guardare. E ora?).

Il segnale dalle astensioni

A sua volta, Riccardo Mastrangeli è piuttosto irritato per la situazione. Non è ancora chiaro se proverà ad anticipare i tempi, per forzare la mano e “pesare” il malcontento latente nella sua maggioranza. Cosa significa anticipare i tempi?

Di fatto la Conferenza Stato – Città – Autonomie Locali nella seduta del 22 dicembre 2023  ha disposto il differimento del termine per l’approvazione del Bilancio di previsione 2024/2026 da parte degli enti locali. Dovranno vararlo entro il 15 marzo 2024. Il che darebbe oltre due mesi di tempo a Riccardo Mastrangeli per “preparare” la votazione ed arrivare ad un voto pressoché unanime di tutta la maggioranza.

Un risultato scontato. Perché è sempre accaduto in passato per tutti i documenti contabili portati in Aula e nonostante i vari “distinguo” da parte di qualche consigliere, su altre tematiche. Su tutte quelle ambientali. Per cui, anche il Bilancio di Previsione 2024 potrebbe essere approvato con 23 voti. Nulla di clamoroso.

Il clamore semmai sarebbe determinato dall’astensione di qualche Consigliere di maggioranza. Molto difficile ipotizzare invece un voto manifestamente contrario: significherebbe collocarsi, automaticamente e autonomamente, fuori dalle logiche della stessa maggioranza. Non ci sono le condizioni al momento per gesti ed iniziative politiche così dirompenti.

Chi si potrebbe astenere

Sergio Crescenzi

Ma chi tra i 22 Consiglieri di maggioranza potrebbe astenersi nella votazione sul Bilancio? Potrebbero farlo i 3 “storici” consiglieri malpancisti: Anselmo Pizzutelli, Maria Antonietta Mirabella e Giovanni Bortone, gli stessi che non firmarono la famosa fiducia al sindaco nei mesi scorsi. Ma che da allora, a parte interrogare la propria maggioranza durante il question time, non sono andati oltre. Si parla della costituzione di un nuovo Gruppo da parte dei tre Consiglieri, ma se ne parla solo. Appunto.

Sul Bilancio potrebbero astenersi anche i due Consiglieri che hanno sfiorato, mancandola per un soffio, l’elezione alla Provincia. Sono Sergio Crescenzi di Fratelli d’Italia e Maurizio Scaccia di Forza Italia. Ad entrambi sarebbe bastato un solo voto di un collega Consigliere del capoluogo ed oggi Frosinone avrebbe ben due Consiglieri provinciali. Chiaro che sia Crescenzi che Scaccia dal loro punto di vista hanno diversi motivi per avercela con il sindaco, considerato reo di non aver adottato nessuna iniziativa e strategia per facilitare la rappresentanza di Frosinone in Provincia.

Non a caso, nell’immediatezza del dopo voto ed a risultati appena acquisiti, Maurizio Scaccia ha detto che Forza Italia valuterà l’appoggio esterno al sindaco. Anche Sergio Crescenzi non è stato certo tenero nei confronti del sindaco Mastrangeli nei giorni successivi ed il suo malcontento lo ha manifestato con giudizi pungenti sulla sua bacheca Facebook.

A quel punto è verifica

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Un voto di astensione sul Bilancio quindi da parte di uno dei due, o di entrambi, non può sorprendere nessuno. Sarebbe un segnale chiaro ed inequivocabile al primo cittadino, non solo come singoli Consiglieri. Ma anche come espressione di Partito. E Riccardo Mastrangeli, a quel punto, non potrebbe fare finta di niente ed ignorare l’accaduto. In quel caso la verifica politica, mai presa seriamente in considerazione, si renderebbe necessaria.

Perché è vero che il sindaco sta privilegiando da tempo l’aspetto amministrativo, concentrandosi su cantieri e progetti, in particolare modo per la mobilità urbana. Ci sta. Ma è altrettanto vero che la sua è una maggioranza, comunque, politica che lo ha voluto, votato e che lo sostiene. Questo è stato lo scenario. Fino ad oggi. (leggi qui: Il silenzio nel caos ed i cantieri che parlano).

Ma la situazione nel centrodestra cittadino è profondamente mutata rispetto allo scenario uscito dalle elezioni Comunali di giugno 2022. È di un’evidenza solare la competizione esasperata tra la Lega e FdI, da quella locale a quella provinciale, passando per la Regione fino al livello nazionale e che culminerà con le Europee di giugno. Altrettanto evidente la mancanza di dialogo tra i due Partiti, tanto su scala nazionale quanto su scala locale. Lega e FdI stanno insieme solo per gestire l’ente che amministrano. E Frosinone non è certamente da meno.

Il patto a tempo

il vicesindaco Antonio Scaccia e la più votata Francesca Chiappini

Fino ad oggi la pattuglia di Fratelli d’Italia guardata a vista dall’assessore Fabio Tagliaferri è stata la più fedele forza politica a supporto del sindaco. Mai ha fatto mancare la sua presenza o il suo voto. E questo nonostante proprio Fabio Tagliaferri abbia fatto un passo di lato al momento di decidere la candidatura a sindaco, lasciando libero il passo per Mastrangeli: civico ma espressione della Lega.

Ora però in caso di ulteriori fibrillazioni al Comune capoluogo, i Meloniani potrebbero smettere di recitare la parte di guardia pretoriana del sindaco. E lo farebbero con certezza in caso di collasso della maggioranza: fine consiliatura, fine dell’intesa. Tagliaferri rimetterebbe sul tavolo le proprie carte.

Stessa cosa potrebbe fare la lista del Vice Sindaco Antonio Scaccia. È la storica Lista per Frosinone fondata dal papà Gennarino Scaccia, indimenticato pezzo di storia politica del Capoluogo. Ha sempre espresso una determinante forza elettorale ed alle scorse Comunali ha avuto il Consigliere più votato.

In caso di ritorno anticipato alle urne, come fa intendere il sindaco un giorno si e l’altro pure (ma più per deterrente verso i malpancisti che per consapevole convinzione), lo scenario per il centrodestra potrebbe non essere più lo stesso.

Il rischio di tana libera tutti

Fabio Tagliaferri e Riccardo Mastrangeli

Per essere chiari. Se la stella polare dell’amministrazione è il risultato emerso a giugno 2022, si va avanti tutti uniti (o quasi) a sostegno di Mastrangeli. Ma se ci dovesse essere qualche defezione importante, tale da compromettere il mandato amministrativo avuto dai cittadini di Frosinone e ritornare quindi alle elezioni, allora si rimetterebbe tutto in discussione. Una sorta di tana libera tutti.

Ed ognuno rimetterebbe sul tavolo delle trattative le proprie legittime aspirazioni, accantonate due anni fa per Mastrangeli. Ecco allora che, in caso di elezioni anticipate, FdI rivendicherebbe sicuramente la candidatura per Fabio Tagliaferri, costretto a fare in passato diversi e forse troppi passi di lato. Anche l’attuale Vice Sindaco Antonio Scaccia forte del consenso espresso dalla più votata in consiglio della sua lista, Francesca Chiappini, accamperebbe legittime pretese di candidatura a sindaco. In particolare, dopo aver rinunciato alla candidatura alla Provincia in quota Lega. Stessa cosa farebbe evidentemente Forza Italia con Adriano Piacentini, il quale a fare il sindaco di Frosinone non ha mai smesso seriamente di pensarci.

Il quadro del centrodestra cittadino sarebbe talmente frammentato e difficile da ricomporre che si avrebbe uno scenario tutt’altro che solo ipotetico, oggi. Con una pluralità di candidature a sindaco. Con Mastrangeli certamente in campo sostenuto dalla Lega. Ma stavolta ci sarebbero anche gli altri Partiti della coalizione con proprie autonome candidature. Di fatto con una spaccatura.

Se Atene piange…

Angelo Pizzutelli

Quella stessa spaccatura che è stata la colonna sonora per 15 anni della campagna elettorale del centrosinistra a Frosinone. E che ne ha decretato, per altrettanto tempo, una sonora sconfitta. Il centrosinistra avrà dunque imparato la lezione? Difficile dirlo. I segnali giunti fino ad oggi inducono legittimamente a pensare di no.

In quasi due anni di consiliatura non c’è mai stata un’iniziativa corale dell’opposizione, in grado di impensierire anche solo minimamente l’amministrazione Mastrangeli. Che in difficoltà, quando c’è andata, è stato per “merito” proprio.

Centro sinistra diviso sempre. Su tutto. Nemmeno sulla leadership in Aula c’è stata fino ad oggi una visione univoca. Pur con queste evidenti contraddizioni, quando bisognerà riproporsi agli elettori di Frosinone, il centrosinistra dovrà comunque provare a vincere finalmente le elezioni nel capoluogo. Questa volta senza spaccature e con una rinnovata intesa tra Pd e Partito Socialista. Ma anche con il Movimento 5 Stelle, che pur non avendo nessuna rappresentanza in Consiglio comunale e forse nemmeno a Frosinone, costituisce comunque l’azionista di riferimento nel centrosinistra nazionale.

Cercasi avversario

Stefano Pizzutelli

Ma chi potrebbe essere il candidato sindaco, unitario, del centrosinistra? Chiaro che in questo momento di grande incertezza fare nomi è solo un esercizio dialettico fine a se stesso. Alcuni indizi però non mancano.

Potrebbe pensarci il Socialista Vincenzo Iacovissi. A quel punto il suo nome sarebbe la pietra tombale sull’atavico conflitto Schietroma-De Angelis. Difficile però ipotizzare che il Pd rinunci a priori ad esprimere un proprio nome. Ecco quindi che quello di Angelo Pizzutelli, il quasi sempre più votato del Consiglio, è un nome accreditato e di peso in quota Pd. Ma potrebbe essere necessario, per trovare la quadra giusta, un nome terzo che metta d’accordo tutti. Piuttosto equidistante sia dal Pd che dai Socialisti.

Anche in questo caso il cognome è sempre Pizzutelli. Non Angelo però. Ma Stefano, il leader della Civica, di sinistra “Frosinone in Comune” che in passato ha fatto il Consigliere comunale di opposizione, durante la consiliatura Ottaviani. In questo momento è uscito un po’ fuori dai radar della politica ma molti giurano che stia facendo una pausa per accumulare le energie per ritornarci. Anche piuttosto presto, e da protagonista. Un indizio? Nel suo album fotografico c’è un’immagine che lo ritrae con una giovanissima Elly Schlein ancora lontana dal diventare Segretario nazionale del Partito Democratico.

Voci ricorrenti infine, tutte da confermare però, parlano di un importante imprenditore del capoluogo che alla candidatura a sindaco ci sta pensando seriamente e da tempo. E che sta guardano con particolare attenzione a quello che succede e succederà nei prossimi mesi al Comune. Con molta attenzione.