«Tutto pronto per far cadere l’amministrazione Caligiore martedì sera»

Il consigliere Dem rivela "Tutto pronto per far cadere martedì il sindaco di Ceccano". Ma il Pd ha chiesto la sua testa per avere tenuto a galla l'amministrazione FdI. "L'ho fatto per lasciare la paternità della caduta alla sinistra". La lettera ad Astorre.

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

Giura che è di Sinistra. E che con la Destra non ha niente a che fare. Proprio per questo ripete in maniera ossessiva, come in un trauma da elaborare «Non è vero che ho fatto da stampella al sindaco, tenendo in piedi l’amministrazione di Fratelli d’Italia». Il suo Partito, il Pd, invece è convinto di si: per questo domenica pomeriggio ne ha chiesto la testa. Giulio Conti, storico consigliere comunale di Ceccano, già capogruppo Dem in Aula, è sicuro: «È tutto un complotto per le prossime candidature». E rivela: «Tutto era già pronto, martedì sera avremmo fatto cadere l’amministrazione comunale».

Stampella? No, strategia

Il Consiglio Comunale di Ceccano di fine settembre

Al centro di tutto c’è il consiglio comunale di fine settembre. In quella seduta il presidente d’Aula Marco Corsi esce dalla maggioranza e le contesta una lunga serie di risultati non ottenuti. La maggioranza guidata dal sindaco Roberto Caligiore presenta una mozione per revocare il presidente: ma il regolamento non lo prevede. Nei concitati momenti in cui si verifica la procedibilità della mozione, un altro Consigliere, Gianni Querqui presenta una mozione di sfiducia al sindaco: conti alla mano Caligiore in quel momento ha solo 8 voti a favore contro i 9 dell’opposizione. Sotto al documento di sfiducia ci sono tutte le firme tranne quella di Giulio Conti. Che di fatto salva il sindaco e l’amministrazione di centrodestra. (Leggi qui la cronaca di quella sera: La rappresaglia di Caligiore dopo il golpe fallito).

«Tutto vero. Ma c’è una spiegazione»: c’è amarezza nella voce di Giulio Conti, ha saputo da poco attraverso un lancio di AlessioPorcu.it che il Pd lo considera già fuori e ne ha chiesto l’espulsione dal Partito. (leggi qui La rivolta del Pd contro Giulio Conti: «Fuori dal Partito»).

L’hanno trovato con il cadavere caldo davanti e la pistola fumante in mano, perché è amareggiato?

«Non ho firmato quella mozione perché tutta la paternità politica sarebbe andata al presidente del Consiglio Comunale Marco Corsi. A lui sarebbe andato tutto il merito politico di avere fatto cadere l’amministrazione comunale».

E perché non andava bene?
Il presidente Marco Corsi al corteo storico

«Perché Marco Corsi ha sostenuto questa amministrazione. Chi ha fatto opposizione per quattro anni e mezzo è stato il Partito Democratico con il centrosinistra. Questa amministrazione deve cadere ma per mano nostra che ne siamo stati gli oppositori certificati in Aula. Quel documento di sfiducia avrebbe rappresentato la ricostruzione di una verginità politica a Corsi».

E lo avrebbe legittimato come avversario del sindaco alle prossime elezioni: non è che lo ha fatto per non concedergli questo vantaggio?

«Corsi si candiderà alle prossime elezioni e lo farà contro il sindaco: questo è sicuro a prescindere. Ma deve essere chiaro a tutti che siamo stati noi a fare opposizione e non altri».

Tutto pronto per martedì

Nei fatti però è stato una stampella decisiva per il sindaco Roberto Caligiore, Fratelli d’Italia e tutto il centrodestra provinciale: Ceccano è la seconda città per importanza, dopo Frosinone, nelle mani delle destre.

«Ma quale stampella. Lo dico in modo ancora più chiaro: volevo che fosse il centrosinistra a far cadere l’amministrazione. Per questo avevo già organizzato tutto. L’appuntamento era per martedì. Ci vedremo questa sera per gli ultimi dettagli. Ma tutto era già stato organizzato: avevano 9 firme certe, più una decima pronta se ci fossero state tutte le altre. Avevo trovato anche la soluzione al no del consigliere Maliziola»

L’ex sindaco socialista Manuela Maliziola ha sempre detto che mai sarebbe venuta dal notaio per firmare una mozione di sfiducia, così come venne fatto con lei: come avreste fatto ad avere la sua firma?

«Non andando dal notaio ma dal Segretario Comunale: l’amministrazione sarebbe caduta in municipio. E se proprio volevamo farla cadere in Aula quel documento sarebbe stato protocollato in Aula. Ma i dieci nomi c’erano e ci sono. Questa amministrazione è virtualmente caduta».

Lo ha spiegato al Partito Democratico?
Giulio Conti

«Non me ne hanno dato il tempo. Tutta questa fretta nel cacciarmi mi sembra sospetta».

Perchè? Dopotutto, una telefonata poteva farla lei al Partito…

«Io ho le firme pronte per buttare giù l’amministrazione. La verità è che non vogliono che sia io a far cadere il sindaco Caligiore. Così da non dover riconoscere il lavoro fatto in tutti questi anni. E non dovermi riconoscere un ruolo alle prossime elezioni»

E adesso?

«Non lo so. Vedremo nelle prossime ore. Se vogliono davvero far cadere l’amministrazione comunale martedì sera è tutto pronto. Ma a questo punto devo pensarci anche io: non si organizza una cacciata così come hanno fatto loro».

La lettera ad Astorre

In mattinata è partito un messaggio privato per il numero del Segretario Pd del Lazio Bruno Astorre. Al quale Giulio Conti ribadisce che è tutto pronto per la cacciata del sindaco.

«Ti comunico che ho organizzato tutto per cacciare il sindaco di Ceccano di Fratelli d’Italia. Questa sera è tutto finito, grazie alla buona politica da me portata avanti in questi 4 anni e mezzo. Però questo Partito Democratico di Ceccano continua a giocare ed a dire bugie: quelle bugie partite dal Congresso cittadino celebrato nel momento in cui non potevo partecipare perché stavo in ospedale come tu sai».

Punta il dito sulla decisione di cacciarlo. Accusa il gruppo dirigente del Pd. Un’accusa che sale fino ad arrivare al vertice della componente Pensare Democratico: Francesco De Angelis e Mauro Buschini. «Venendo loro a conoscenza che tutto l’ho portato a compimento, che fanno?! Chi ha spaccato il Pd per interessi personali fa un documento accusandomi in modo vigliacco di aver dato una mano a questa amministrazione dicendo che sono io a dover essere cacciato dal Pd».