La soluzioni alle super bollette dei rifiuti c’è: la politica finge di non saperlo (di Giuseppe Sacco)

Il sindaco di Roccasecca risponde all'invito del suo collega di Anagni. E propone di approfondire il progetto che permetterebbe di abbattere i costi per la lavorazione dei rifiuti organici. Che all'improvviso sono raddoppiati. E moltiplicheranno la bolletta per i cittadini

di Giuseppe SACCO

Sindaco di Roccasecca

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Certamente le vicende che hanno recentemente interessato il ciclo rifiuti della provincia di Frosinone meritano più di una riflessione.

Probabilmente evidenziano le inadempienze di una politica affannata a ricercare il consenso ed a preservare posizioni di dominio. E per questo incapace di programmare.

Il problema che solleva il Sindaco di Anagni (leggi qui Un consorzio tra i Comuni per gestirci i rifiuti organici) è attuale e richiede una immediata soluzione. Nasce proprio dal fatto che le incertezze politiche alla fine ricadono sui Sindaci, chiamati a dare risposte al territorio e ad assecondare le aspettative dei cittadini.

In questi mesi siamo piombati in un’emergenza, quella del conferimento dell’umido, per certi versi annunciata. Ma paradossalmente sottaciuta da chi avrebbe dovuto sollevare il problema.

L’hanno sottaciuta per evitare i problemi con i quali ci stiamo confrontando ora e che incidono anche in termini di costi sui cittadini.

Ma ormai conosciamo alla perfezione quali sono le dinamiche sottese alle decisioni assunte dalla SAF: paradossalmente di proprietà di tutti i Sindaci, che però non hanno mai avuto il controllo né sulla gestione né sulle scelte da adottare.

Eppure la soluzione è a portata di mano ed a mio avviso nasce proprio in seno allo statuto SAF.

Chi lo ha redatto all’epoca ha pensato bene di prevedere il Comitato di Rappresentanza dei Sindaci con ampi poteri consultivi, di controllo e di proposta sulla gestione e sul consiglio di amministrazione della società. Comitato composto da 11 membri tra cui i Sindaci delle città piu grandi e quelli di Comuni sede degli impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

 

Se ne è parlato, ne ha fatto cenno anche il Presidente della Provincia Antonio Pompeo ma non è mai stato costituito ed il potere che gli attribuisce lo statuto spiega anche il motivo.

Bene, ripartiamo da qui.

Facciamo in modo che siano i Sindaci a decidere cosa devono fare gli impianti della SAF spa. Più volte la politica ha fatto appello all’assunzione di responsabilità da parte dei primi cittadini: questa è la maniera per condividere tali responsabilità.

E allora possiamo iniziare a confrontarci su come smaltire la frazione dell’umido che oggi ci costa 180 euro a tonnellata ma che potremmo conferire a costi ben minori o addirittura gratuitamente se ci fosse un impianto in grado di recuperarla e/o trasformarla in energia. (leggi qui Il dubbio di Ecomondo per i sindaci ciociari: stiamo mandando via un’occasione?)

Del resto il CdA della SAF spa sta presentando il nuovo Piano Industriale nel quale dichiara l’intenzione di avviare la realizzazione di una piattaforma di trattamento anaerobico/aerobico della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano). Ma solo a partire dal 2022, quando invece occorre intervenire ora, in tempi brevi.

I Sindaci possono e debbono partecipare attivamente a queste scelte attraverso il Comitato di Rappresentanza, specie sulla tecnologia da utilizzare, sulla localizzazione dell’impianto, sui tempi di realizzazione e sugli impatti ambientali.

Possiamo e dobbiamo iniziare a pensare come trarre profitto dalla differenziata e come rispettare l’ambiente senza infestare le zone limitrofe agli impianti con odori nauseabondi e scongiurando danni all’ambiente ed alla salute dei cittadini.

 

Possiamo anche iniziare a consorziarci per ricercare una soluzione tampone all’emergenza umido, fino alla realizzazione del nuovo impianto, magari strappando prezzi più contenuti perché il conferimento proviene da tanti comuni.

E soprattutto possiamo iniziare a cautelarci dalla tempesta finanziaria che si abbatterà sulla TARI di tutti i Comuni – e quindi sulle tasche dei cittadini – per l’aumento tariffario retroattivo della SAF spa e per i maggiori costi, pressoché doppi, del conferimento della frazione organica; ricadute economiche che sembravano scongiurate dopo la rassicurazione che per il 2015 e 2016 l’aumento retroattivo sarebbe stato contenuto, ma che in realtà sono ben maggiori di quanto dichiarato.

Perciò, la soluzione non va inventata, ma c’è sempre stata. È la politica che fino ad oggi ha fatto finta di non conoscerla. (leggi qui Guerra M5S – Lega in Regione Lazio)

Ma la politica devono cominciare a farla i Sindaci che al posto della bandiera e dell’appartenenza devono anteporre gli interessi dei cittadini. Anche perché è sui Sindaci che ricadono le responsabilità ed alla fine sono comunque coloro che devono rispondere di tutto ciò che accade sul territorio.

 

Ben venga il confronto con il Sindaco di Anagni, ma in tempi brevissimi e sui temi concreti che ho rappresentato, e per definire interventi ed azioni pragmatiche e rapide, lasciando tutto il resto fuori della porta.