I ricorsi che “consegnano” comunque vada la città a Fazzone

Comunque la giri, Latina rappresenta la vittoria politica di Claudio Fazzone. Sia in caso di ritorno al voto. E sia in caso di accoglimento del ricorso al Consiglio di Stato. La sottile vendetta verso chi non ha voluto accettare la sua linea al momento delle candidature

Lidano Grassucci

Direttore Responsabile di Fatto a Latina

Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince. Gary Lineker

L’appello lanciato domenica da Fratelli d’Italia e Lega, la risposta data a stretto giro da Forza Italia, fanno capire che comunque vadano le cose al Comune di Latina sarà il senatore Claudio Fazzone a dare le carte. È lui l’ago della bilancia: sia che si vada a rivotare per le Comunali in 22 sezioni come ha ordinato il Tar, sia che non ci si vada qualora il Consiglio di Stato accogliesse il ricorso atteso in queste ore. (Leggi qui: Coletta presenta ricorso sulla scia del caso Siracusa).

Lo scambio di messaggi

Lega e FdI lo hanno capito. È per questo che domenica hanno tentato di spostare la questione Latina al tavolo nazionale. Con un documento nel quale contestano a Forza Italia di avere porto al sindaco Damiano Coletta la bombola dell’ossigeno politico, con cui tenere in vita la sua amministrazione dopo avere vinto le elezioni ad ottobre senza ottenere però la maggioranza dei seggi.

Nella nota hanno detto che a Latina si è “assistito ad un centrodestra elettorale e ad un centrodestra che ha poi optato per scelte di convenienza. FdI e Lega si sono collocati senza esitazioni all’opposizione dell’amministrazione Coletta. Siamo pronti ora a competere per le prossime elezioni in 22 sezioni con la convinzione che ci siano ancora tutte le condizioni per vincere al primo turno”.

Ma sanno che senza Forza Italia non ci sono possibilità Per questo scrivono che “L’auspicio è ricompattare il centrodestra. Ma ci aspettiamo dagli alleati che non ci siano più ambiguità a seconda delle opportunità in nome di una non mai chiarita responsabilità”.

L’ira di Fazzone

Non si sottrae Claudio Fazzone. Sembra quasi che aspettasse questo momento. Per rinfacciare al coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon ed al coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini che se il centrodestra a Latina si trova in questa situazione la responsabilità è la loro. Perché? Lui aveva proposto uno scenario diverso, con una candidatura differente. Alla quale gli ‘alleati’ posero il veto. Come mai si arrivò a candidare l’ex sindaco Vincenzo Zaccheo? “La sua scelta in quel momento era la migliore. Era l’unico che poteva fare campagna in breve tempo, perché la scelta arrivò in zona Cesarini, a causa di veti incrociati da altri Partiti su altri nomi.

Rinfaccia a Calandrini e Durigon di avere mandato in frantumi il suo progetto di centrodestra.Occorre capire se a Latina c’è un centrodestra unito che abbia l’obiettivo di voler amministrare bene”.

Il problema è tutto sulla linea dei veti incrociati posti da Lega e FdI a Forza Italia. “Gli alleati devono essere disposti a portare avanti un discorso politico che riguardi il bene dei cittadini. Forza Italia è fondatrice del centrodestra non ci diano lezioni. A Latina abbiamo una classe dirigente in grado di portare avanti, nel rispetto delle volontà del partito, un centrodestra realmente unito sul programma”.

Fazzone ricorda la decisione congiunta presa lo scorso autunno. Cioè di non tornare immediatamente al voto e di non commissariare il Comune. Ma di concedere un anno di tempo a Coletta: per vedere se anche a Latina poteva funzionare il modello con cui Zingaretti ha tenuto in piedi la Regione Lazio pur non avendo i numeri per governare da solo.

Vince sempre Claudio

Vincenzo Zaccheo

A Latina la politica è quel gioco dove ci sono 22 uomini che fanno ricorso, giudici che scrivono romanzi di malavita e alla fine vince Claudio Fazzone.

Perché se si rivota, resta tutto uguale se Vincenzo Zaccheo su 12mila voti non ne prende 7000. Deve vincere al primo turno, prendendo i voti che non è riuscito ad avere ad ottobre.

E anche vincesse, si ritroverebbe a governare un Consiglio comunale di 16 fedelissimi, visto che i tre di Forza Italia in questi mesi hanno dato l’ossigeno a Damiano  Coletta. Quindi Vincenzo Zaccheo per governare avrebbe bisogno di… Claudio Fazzone.

Se si votasse e Zaccheo non superasse, sommando i voti nuovi delle 22 sezioni con quelli delle altre 94, non ci sarebbe ballottaggio. Perché vale quello già fatto che nessuno ha impugnato.

Un altro paradosso oltre a quello evidenziato nei giorni scorsi sull’ipotetica scheda ballerina. Praticamente ci sarebbe stato un imbroglio autolimitato al primo turno di voto, stando alla sentenza del Tar. Nel qual caso governerebbe Coletta ma sempre con il “resto di tre”, con i voti di Fazzone. (Leggi qui: Fischi e fiaschi della XXVII settimana 2022).

Come con la Germania

Comunque vada vince la Germania come nel calcio. Il tutto con l’aggiunta che a Fondi, a Gaeta, a Monte San Biagio l’armata di Fazzone si muove precisa come un orologio svizzero. Mentre a Latina manco riescono a muovere con un movimento cinese.

Tutto sto casino, avvocati, giudici, ricorsi, contro ricorsi, addirittura Zaccheo ha richiamato notti buie e tempestose, che manco nei bombardamenti dello sbarco di Anzio… tutto questo per restare, comunque, tal quali.

Sarebbe sufficiente dare un’occhiata a Karl Marx. Basterebbe per capire che non conta quello che appare (le sovrastrutture) ma quello che è (le strutture). Conta, per reggere il palazzo, il cemento armato non i foratini.

Mentre a Latina giocavano a come fare politica a Fondi hanno raddoppiato il palazzetto, riqualificato la Pineta e il quartiere di 167, realizzato un Municipio nuovo, fatto un anfiteatro, un teatro, rifatto due palestre nelle scuole. Ma lì avevano Libero De Libero, Domenico Purificato, Giuseppe De Santis, Pietro Ingrao. Lì si ribellarono, con la rivolta delle arance nel febbraio del ’69 alla crisi degli agrumi, si rivoltarono alla sorte ingiusta. 

Emilio Sereni, intellettuale comunista, individuò in questa rivolta legami forti con la rivolta studentesca. Ecco ci vuole storia politica per fare politica, a Latina non ci siamo mai rivoltati ma arruolati. 

Nulla capita a caso, ma ogni cosa ha una radice nella sua storia. L’alternativa è possibile? Bisognerebbe studiare ed avere un’idea di noi e non l’egoismo dell’io.