Il ritorno di Pompeo: «Nardella mi vorrebbe con sé per le Europee»

Ad “A Porte Aperte” l’intervista ad Antonio Pompeo, già due volte sindaco di Ferentino e presidente della Provincia. Leader della corrente Base Riformista, oggi dirigente provinciale del Pd, avrebbe un incarico nazionale in caso di euro-candidatura del sindaco di Firenze. Ma lascia la porta aperta a qualsiasi eventualità. Persino alle avances di Forza Italia: «Essere corteggiato fa sempre piacere».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

In Politica, così come nella vita, si chiudono o restano aperte le fatidiche sliding doors. È tutta una questione di tempismo. Antonio Pompeo, due volte sindaco di Ferentino e presidente della Provincia, ha visto chiudersi nel 2023 le porte d’ingresso alla Regione Lazio.

Il leader di Base Riformista, corrente minoritaria del Pd provinciale, è stato sostenuto anche dal sindaco di Firenze Dario Nardella nella sua pur vana corsa alla Pisana. L’amico Dario che, come lui, è stato con Renzi finché il ‘rottamatore’ non se n’è andato dal Pd. È lo stesso Nardella che nelle scorse ore ha confermato che vorrebbe candidarsi alle prossime Elezioni Europee.  «Non lo nascondo – ha detto alla Gruber su La7 -. Mi sono messo a disposizione del mio Partito, che dovrà poi decidere per tutti».

Ad “A Porte Aperte”, su Teleuniverso, Pompeo dichiarerà dopo di lui: «Con Dario c’è un bellissimo rapporto. Da parte sua, c’è la volontà di un mio coinvolgimento. Sono a disposizione sua e del Partito». E le avances di Forza Italia? «Fa sempre piacere essere corteggiato». (Leggi qui Quella strana proposta a Pompeo).

L’ex Sindaco: «A Ferentino rifarei tutto»

Antonio Pompeo

Ecco allora che, dentro o fuori dal Pd, si potrebbe forse riaprire quella magica porta scorrevole per il redivivo Pompeo. Con i relativi pesi specifici. È dovuto ripartire poco più di sei mesi fa dal Consiglio comunale di Ferentino in opposizione all’Amministrazione Fiorletta. La ricandidatura dell’ex Sindaco Piergianni Fiorletta, secondo lui, sarebbe stata «una minestra riscaldata» dopo il suo doppio mandato.

Per la sua successione il dibattito non ha preso quota. È andata a finire che ha sostenuto l’avvocato Alfonso Musa contro un fronte in rivolta: Pensare Democratico, corrente maggioritaria del Pd provinciale, e pezzi di Centrodestra in civica veste elettorale. «Rifarei tutto per la mia coerenza troppo spinta – così Pompeosempre alla guida di un gruppo politico responsabile».     

Pompeo torna dopo «un momento di rigenerazione – dice – ma non abbiamo mai fatto mancare il contributo alla politica del nostro territorio». Guarda il bicchiere mezzo pieno: «È stata anche l’occasione per vedere le cose con occhi diversi. Quando si è a bordo della macchina e si va veloci, molto spesso non si guarda cosa ci circonda».

Provincia? «Trovai un ente allo sbando»

Palazzo Iacobucci, sede dell’Amministrazione provinciale di Frosinone (Foto © AG IchnusaPapers)

Pompeo rammenta di esser andato veloce come presidente della Provincia e dell’Upi Lazio: il comitato regionale dell’Unione delle Province d’Italia. Anche rispetto alle ultime novità, tra cui il terzo mandato per i Sindaci nei comuni da 5mila a 15mila abitanti, quanto per l’agognato ritorno delle potenti Province elette dai cittadini.

«Avevamo fatto passi in avanti molto importanti sul terzo mandato – evidenzia l’ex presidente – ma anche sulla riforma della Legge Delrio, che declassò le Province a enti di secondo livello. Tolse risorse e funzioni molto importanti. Riuscimmo ad accreditarci ai tavoli di governo per far capire l’importanza delle Province, ma è caduto il Governo Draghi e si riparte daccapo».

Pompeo fu eletto per la prima volta Presidente proprio dopo l’emanazione della legge numero 56 del 7 aprile 2014: la riforma che ha assunto il nome di Graziano Delrio, sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel Governo Renzi.  «Non c’era alcun risparmio, ma il completo caos – ricorda Pompeo -. Trovai un ente allo sbando, con un personale tagliato da 600 a 300 unità, senza che fossero definite tante specifiche competenze».

Per rendere meglio l’idea: «Più che come presidente, iniziai come commissario liquidatore. Conoscendo le sue potenzialità, però, mi rimboccai le maniche e iniziai a credere in questa Provincia. Frosinone ha fatto da apripista a livello nazionale nelle nuove assunzioni, nel turismo e nella cultura, in una promozione del territorio non calata dall’alto ma partita dal basso».   

«Gli imprenditori vogliono risposte»

Gli Stati Generali della provincia di Frosinone

Si apre il capitolo industriale. Gli Stati Generali ciociari hanno messo in chiaro che sono state ormai assegnate tutte le aree per la logistica: il settore che va per la maggiore. Per trovarne altre, dunque, si dovrebbe modificare il piano regolatore. Al tempo stesso però nel Bilancio della Regione Lazio viene inserito un Capitolo con cui contrastare il declino industriale della Ciociaria. Come si conciliano le due cose?

Pompeo, però, la vede come gli industriali: «Gli imprenditori, più che risorse dallo Stato, vogliono risposte certe e veloci per mettere in campo i loro progetti – esterna il dirigente provinciale del Pd -. Troppo spesso si è giocato a ping pong, buttando la responsabilità verso un ente o l’altro».

E poi ancora:«La politica ha sbagliato. Serve un gioco di squadra che metta gli imprenditori nelle condizioni di investire e creare lavoro nel nostro territorio». E poi il Comitato varato dal suo successore. «Abbiamo messo su il “Comitato per la crescita e lo sviluppo” che il mio successore ha rilanciato perché c’è necessità di creare sinergia su questo territorio ora che la sostenibilità è ormai la parola chiave». (Leggi qui Via al Di Stefano 2, sui binari sicuri della Prima Repubblica e poi qui Il messaggio degli industriali a Di Stefano (e non solo)

«La Politica? Non ossessione, ma passione»

Pompeo, dopo l’estensione del terzo mandato, pensa che sia ormai fattibile anche il ritorno alle vecchie Province. «Credo che la riflessione sia ancora aperta anche all’interno di Governo e Parlamento – dice a riguardo -. Sono fiducioso che nel prossimo futuro possano esserci novità anche sulla riforma delle Province.

Pompeo ha un mantra: «Per me la politica non è un’ossessione, perché altrimenti si rischia di fare danni a sé stessi e agli altri». Il congresso regionale del Pd ha eletto Daniele Leodori come segretario e Francesco De Angelis come presidente. È stata la risposta territoriale all’elezione di Elly Schlein a segretaria nazionale con le Primarie come sempre aperte a tutti: non solo agli iscritti, ma anche a chi si dichiara elettore di Centrosinistra.

Le due principali correnti hanno sostenuto entrambe e fatto vincere Bonaccini a livello provinciale. La segreteria nazionale, però, è finita alla Schlein grazie al voto dei non-tesserati. A sostenerla a livello territoriale il Comitato Start, ormai confluito nella corrente “A Sinistra”: che raccoglie le sensibilità sinistrorse, come il dirigente nazionale Danilo Grossi (Cassino) e il membro dell’assemblea nazionale e segreteria provinciale Emanuela Piroli (Ceccano). Ma, per ora, anche la più centrista Base Riformista di Pompeo.  

Un Partito in apparente equilibrio

Francesco De Angelis con il neo consigliere provinciale Luigi Vittori, esponente dell’Amministrazione Fiorletta

È un Pd provinciale, come congresso regionale vuole, in stato di equilibrio apparente. Ma resta pur sempre predominante l’ala di De Angelis. Pompeo, però, ritiene che «in un Partito non contino solo i numeri, ma anche competenze, sensibilità, capacità e progettualità». E argomenta: «Se è vero che conta la parte maggioritaria, un Partito può essere forza di governo o ai vertici di una coalizione grazie anche ai voti della minoranza».

È un modo più equilibrato per ricordare che la consigliera regionale Battisti, ieri nella maggioranza di Zingaretti e oggi in opposizione alla Regione di Rocca, è stata eletta anche con i suoi voti che sono andati nel calderone del quorum. Pompeo, però, dice di non sentirsi isolato. «Ho lavorato sempre per la sintesi all’interno del Partito e non mi sento assolutamente isolato – sostiene – perché abbiamo una bella componente con la quale ci riuniamo e confrontiamo spesso. Anche stavolta abbiamo avuto la possibilità di esprimere una consigliera provinciale, Antonella Di Pucchio».

Fa parte, però, di un gruppo formato prevalentemente da esponenti di Pensare Democratico: Enrico Pittiglio (San Donato Val di Comino), Gaetano Ranaldi (Cassino), Alessandro Mosticone (Sora) e Luigi Vittori (Ferentino).

«Primarie aperte solo ai tesserati del Pd»

Primarie del Partito Democratico. Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica

Pompeo, però, rivendica di esser stato lui a riunificare il gruppo provinciale del Pd. «Aprendo anche a coloro che non mi avevano sostenuto e si erano contrapposti nei vari appuntamenti elettorali – così il due volte Presidente -. Non ho mai utilizzato la Provincia come una postazione di potere». Rispetto alle Primarie, poi, è tra chi le vorrebbe aperte soltanto ai tesserati del Pd. Al contrario, tra gli altri, dell’ex consigliere regionale Mauro Buschini. (Leggi qui Buschini: «Sono un tifoso delle Primarie»).

Pompeo pensa che sia «sbagliato condizionare l’elezione con il voto di coloro che non fanno parte del Partito Democratico o sono addirittura disinteressati. È un Partito che deve mettere un po’ da parte le battaglie ideologiche e battere sui temi concreti se si vuole tornare veramente alla guida del Paese. Non dobbiamo limitarci soltanto a evocare la parola “fascismo”».

Per lui, ormai, si profila un’opportunità a livello nazionale. Se verrà candidato Nardella alle Europee di giugno, l’ex presidente della Provincia potrebbe essere chiamato al suo fianco. «Con Dario c’è un bellissimo rapporto, che nasce a livello politico e continua anche a livello familiare – fa presente Pompeo -. Da parte sua, c’è la volontà di un mio coinvolgimento all’interno della sua esperienza. Sono a disposizione di Dario e del Partito, perché ora più che mai c’è bisogno di persone che abbiano la passione politica e possano dare un contributo».

«Per ora nessun dialogo con Fiorletta»

Piergianni Fiorletta, Sindaco di Ferentino

Passando dal nazionale al livello comunale, però, non pensa di aver sbagliato strategia alle ultime Elezioni Amministrative? «Sarà il tempo a dire cosa abbiamo indovinato o sbagliato, ma credo che quello sia ormai un capitolo chiuso – risponde il due volte sindaco di Ferentino -. Una situazione non confinata solo all’interno delle mura cittadine ma purtroppo dinamiche e interferenze esterne».

Pompeo, per ora, non è disposto a ricucire con l’ormai Amministrazione Fiorletta. «Non condivido l’attuale idea di città e le prime avvisaglie si avvertono tra la comunità – afferma -. Servirebbe un cambio di passo, ma non ci sono possibilità di dialogo con l’amministrazione comunale. Ad oggi non ci sono le condizioni. Poi, nella politica, mai dire mai».

Il Partito Democratico, rappresentato dall’ex sindaco Pompeo, resta dunque in minoranza. Dalla parte di Fiorletta, invece, ci sono pezzi civici di FdI, Lega e Forza Italia. «Il Centrodestra ha fatto e sta facendo il suo gioco – commenta il consigliere d’opposizione Pompeo -. Si è infilato nelle crepe della coalizione di Centrosinistra per stare al governo della città e poi creare un proprio progetto per le Comunali del 2028. L’Amministrazione, intanto, è sostenuta da Partiti di Centrodestra che votano l’autonomia differenziata, creando differenze tra nord e sud su lavoro, scuola, sanità, ambiente e sociale».

Forza Italia? «Piace essere corteggiato»

In coda a un comunicato però, a metà tra provocazione e sondaggio, Forza Italia ha chiesto ad Antonio Pompeo di valutare un suo passaggio tra gli Azzurri. Potrebbe essere il nuovo federatore di un governissimo comunale dopo lo stesso Fiorletta.

«Vuol dire che in questi vent’anni abbiamo fatto qualcosa di buono per la Provincia e la Città – così Pompeo -. Abbiamo un consenso importante sul territorio. Quando si finisce un’esperienza, molto spesso si rischia di finire nel dimenticatoio. Invece vedo ancora tanto affetto e riconoscenza».

E la strana proposta di Forza Italia? «Vedere partiti contrapposti che ti vogliono nella loro squadra, certamente, non può che fare piacere. Mi dicono che sono vanitoso ed essere corteggiato fa sempre piacere». Allora avanti con il Pd? «Avere sensibilità diverse non è un limite per un Partito, anzi deve essere un valore aggiunto. L’importante, poi, è avere la capacità di trovare una sintesi. Al momento non ho rimpianti, perché il tempo sarà galantuomo».

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