Il sindaco verifica i numeri. Ci sono: sia per Lino che per Mosticone

L'incontro tra il sindaco e la sua maggioranza. Verificati i numeri per l'elezione di Caschera a Presidente d'Aula. Ci sono. Le irregolarità formali? "Sanate direttamente dallo Statuto: il Consiglio è sovrano”. Il gioco ad incastri. Che porta Mosticone verso la Provincia. Ed in Comune una maggioranza a geometrie variabili

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

I numeri ci sono. Il sindaco Luca Di Stefano li ha ricontrollati ad uno ad uno con la sua maggioranza. Nessuna defezione: almeno così gli hanno assicurato i consiglieri. Voteranno in modo compatto Lino Caschera come Presidente d’Aula nella seduta che si riunirà domani alle 15:30. (leggi qui Presidenza del Consiglio, Baratta si ritira. Tutto da rifare)

Se questa volta il nome non dovesse passare si aprirebbe un problema politico nella maggioranza. Ma il rischio appare solo teorico. Perché il gioco di incastri studiato durante la campagna elettorale dal neo sindaco sta lentamente andando al suo posto. In modo pragmatico. A ognuno la sua parte. Costruendo nei fatti una maggioranza trasversale: ancora più ampia di quella portata alle urne.

Luca Di Stefano

Il gioco di incastri prevede che al post leghista Lino Caschera (sospeso dal coordinatore provinciale Nicola Ottaviani) andrà la presidenza d’Aula; anche se s’è candidato contro lo schieramento del sindaco e siede tra i banchi dell’opposizione. Ai progressisti è andata la figura del vicesindaco per Maria Paola Gemmiti, come concordato con il Pd per ritirare la loro candidatura a sindaco e confluire nelle file di Di Stefano. Al civico post forzista Alessandro Mosticone va l’investitura ufficiale di candidato di Sora alle prossime Provinciali.

La maggioranza a geometrie multiple

È un passaggio chiave. Che genera una maggioranza a geometrie multiple. Che ben poco ha da vedere con le coerenze della politica. Ma questa tornata elettorale di Sora ha detto che centrodestra e centrosinistra sono definizioni ormai superate.

Cosa c’è di diverso dalla maggioranza apolide del sindaco Roberto De Donatis? Tutto. Perché quell’amministrazione non aveva referenti politici nei centri decisionali. Questa ha già bussato alla Regione Lazio attraverso i suoi esponenti Dem; ha già bussato al fronte post leghista di Pasquale Ciacciarelli, attraverso Lino Caschera. Scommette e ci mette la faccia sull’elezione di un sorano alle provinciali: cosa che non avviene da quando c’è stata la riforma Delrio.

La convocazione, regolare o no?

Lino Caschera

La mancata elezione del presidente del Consiglio durante la prima seduta dell’Assise civica ha sollevato dubbi di carattere procedurale e amministrativo. “Tutto regolare” garantisce il primo cittadino. E il perché “lo scoprirete giovedì in aula”. C’è invece chi sostiene, nelle file dell’opposizione, che non siano state rispettate le forme previste dallo Statuto e dal Regolamento d’Aula. E che questo renda nulla tutta la prossima seduta. (leggi qui Il nuovo Consiglio comunale? Mi sa che è nullo).

A leggere i testi è così. A cosa si riferisce allora il sindaco e perché è sicuro che tutto sia regolare? La soluzione starebbe tutta nell’articolo 88 dello Statuto comunale che sotto il titolo “Disposizioni transitorie e finali”, al secondo capoverso del primo comma recita: “per quanto non previsto da fonti normative, sempreché non in contrasto con le medesime, valgono le decisioni adottate dal Consiglio comunale”.

In pratica, la maggioranza è convinta che il Consiglio Comunale sia sovrano. E possa sanare ogni aspetto formale. Non tutti ne sono convinti tra i banchi dell’opposizione. E la possibilità di un ricorso al Prefetto o al Tar per ora resta. Quantomeno per ottenere un semplice richiamo formale al rispetto delle procedure. Sarebbe una soddisfazione politica per l’opposizione. E poco più d’una bolla di sapone per la maggioranza.

MOSTICONE, LA PROVINCIA E…

Alessandro Mosticone

Uno dei passaggi chiave sta nella candidatura di Alessandro Mosticone alla Provincia. Perché rappresenta la conferma del machiavellico gioco ad incastri definito dal sindaco Luca Di Stefano.

Durante la prima seduta le perplessità politiche che avevano rallentato l’elezione di Lino Caschera a Presidente d’Aula venivano proprio dal fronte di Mosticone. Ora invece tutto sta in equilibrio. Ed il confronto avvenuto nelle ore scorse con la maggioranza lo conferma.

Se ogni incastro andrà al suo posto, il risultato sarà: un oppositore alla presidenza del Consiglio comunale, un Sorano alla Provincia, un sindaco con una stabilità aumentata ed una maggioranza ad assetti multipli da schierare in campo in modo diverso a seconda della partita da giocare.

È una partita che però non si gioca soilo in casa. La città di Sora da sola non ha la forza per eleggere da sola un consigliere. Ecco perché è indispensabile avere il sostegno di un Partito. L’area di Pensare Democratico di Francesco De Angelis porterà quel valore aggiunto indispensabile per l’elezione di Mosticone. Dandosi così un ruolo attivo nella maggioranza Di Stefano: il Pd così dimostra all’atto pratico come sia stato politicamente vantaggioso per Sora stringere quell’alleanza elettorale nei mesi scorsi, al di là del migliaio di preferenze portate in dote alle Comunali.

Non stupisce a questo punto l’indicazione data da Luca Di Stefano alla sua maggioranza. Facendo in modo che anche l’opposizione sentisse: Alessandro Mosticone è il candidato di Sora”. Una strategia politica chiara: votarlo in massa, per farlo eleggere. Perchè in una maggioranza ad assetti variabili conviene a tutti.