La Ciociaria democristiana di Zingaretti. E del Movimento di Ottaviani (di C. Trento)

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L'impostazione da 'democristiano ciociaro' di Nicola Zingaretti. Ed il fastidio della Lega di fronte al Movimento di Ottaviani

Ciociaria Democristiana

Leggi Ciociaria e traduci Democrazia Cristiana. Ancora oggi. Quasi come un riflesso condizionato. Il settimanale Panorama, nell’articolo “Il potere secondo Zingaretti”, argomenta così l’incipit: «Culturalmente, veltroniano. Ideologicamente, più a sinistra di tutti gli ultimi leader del Pd. Nella gestione del potere, trasversale e inclusivo come un vecchio democristiano della Ciociaria».

Nicola Zingaretti lo avrà preso come un complimento: lui vuole un centrosinistra ampio e inclusivo. D’altronde non si vince due volte di seguito in una Regione come il Lazio senza avere un consenso trasversale, che va oltre i confini del proprio partito.

Tornando alla Ciociaria, alle primarie è stata la roccaforte zingarettiana: 90,62%. Con tutti i big locali dei Democrat schierati con Nicola Zingaretti. A partire da Francesco De Angelis, il più democristiano dei comunisti. Non solo in provincia di Frosinone. De Angelis è stato leader provinciale del Pci, del Pds, dei Ds e ora del Pd. Ma ha un approccio pragmatico alla politica e negli anni è stato parte essenziale di vari assi trasversali. L’ultimo dei quali con Mario Abbruzzese, capo di Forza Italia.

Dicevamo della Ciociaria, democristiana e, prima ancora, papalina. Nella mentalità più che nella fede. Per decenni la provincia di Frosinone è stata un feudo andreottiano. Senza se e senza ma. Difficile, forse impossibile, scardinare un impianto del genere. Diversi anni fa, quando si votava contemporaneamente, per le provinciali e per le europee, emerse chiaramente una sorta di asse tra Anna Teresa Formisano e Francesco Scalia. La prima leader dell’Udc, il secondo dei Popolari. Origine comune peraltro. Democristiana, appunto. Nel 2014 sempre Scalia, stavolta con Mario Abbruzzese (rieccolo): patto d’acciaio per le provinciali. Vinse Antonio Pompeo infatti. In quell’accordo c’era anche Alfredo Pallone, allora leader del Nuovo Centrodestra. Lui non è mai stato democristiano, ma socialista. In Forza Italia, però, in diversi lo rimpiangono sul territorio. Dopo di lui, il diluvio.

E gli effetti si vedono ancora oggi.

Il sindaco su Carroccio. ma sul Movimento…

Nicola Ottaviani (anche lui ex democristiano e poi esponente di spicco di Forza Italia) è stato accolto con tutti gli onori nella Lega. Alla presentazione a Montecitorio c’era, tra gli altri, il capogruppo del Carroccio alla Camera Riccardo Molinari. Oltre naturalmente a Claudio Durigon e Francesco Zicchieri. (leggi qui Ottaviani è leghista: «Il controllo dell’immigrazione darà più soldi ai Comuni»)

Ma quando il sindaco di Frosinone ha presentato e mostrato il simbolo di Movimento Italia nella sala leghista più di qualche imbarazzo politico si è respirato. Perché nel partito di Salvini non c’è spazio per correnti o componenti. (leggi qui Si fa presto a dire Lega. Cosa cambia al Comune dopo la mossa di Ottaviani) .

Movimento Italia, però, è un’idea per dare voce ai moderati. Come si legge nella piattaforma on line. Il 13 aprile ci sarà la convention regionale del Movimento a Fiuggi. Location non casuale, considerando che nella città termale da anni ci sono gli eventi di Antonio Tajani, numero due di Forza Italia. Partito dal quale Ottaviani proviene. Intanto però a Fiuggi si capirà la prospettiva del Movimento, se si tratta cioè di una formazione nazionale oppure no.

Sul sito, per adesso, l’impostazione è più che altro quella che Ottaviani ha messo in atto al Comune di Frosinone: dalle primarie a Solidiamo. Inutile poi girarci intorno: al di là delle dichiarazioni di rito, il silenzio del coordinamento provinciale del Carroccio è stato assordante. Nervosismo anche lungo l’asse coordinamento cittadino (Mimmo Fagiolo)-gruppo consiliare. (leggi qui I dubia di Fagiolo. «Non serve un Movimento alla Lega». «Borrelli? Inopportuno»)

La sensazione è che molte cose dovranno essere chiarite, più sul territorio che a livello nazionale forse. Probabilmente la cautela di Francesco Zicchieri è stata dettata dalla necessità di mediare, di rassicurare, di tenere tutto insieme. Vecchia guardia e nuovi ingressi.

Poi c’è un altro elemento: probabilmente non tutti quelli che fanno parte dell’area di Ottaviani al Comune di Frosinone possono o vogliono andare nella Lega. O sarebbero accettati nel Carroccio. E allora Movimento Italia può rappresentare una importante stanza di compensazione. Perfino per chi magari vorrà “approdare” dopo il 26 maggio. Ma sono tutti aspetti che andranno chiariti.

Intanto però Nicola Ottaviani non sarà candidato alle Europee. Claudio Durigon ha spiegato che il sindaco di Frosinone entra nella Lega per un progetto politico. Dopo le Europee il quadro nazionale sarà più chiaro. Il punto è uno: Matteo Salvini vuole prendersi tutta l’area del centrodestra. E vuole prendersela con la Lega. Ci sarà davvero bisogno di movimenti e componenti moderate? Oppure elettori e classe dirigente andranno “naturalmente” nella direzione della Lega?

È anche dalla risposta a questa domanda che si capiranno gli effettivi spazi di manovra di Nicola Ottaviani nel Carroccio.

Forza Italia Ritorno al futuro e vecchie ruggini

Negli “azzurri” le lancette sono tornate indietro di tredici mesi, a prima della nomina di Adriano Piacentini come commissario. (leggi qui Forza Italia ritorna al futuro: Tommaso Ciccone eletto Coordinatore) Non c’era bisogno delle ultime vicende di Cassino per avere la conferma che non c’è sintonia (è un eufemismo) tra le posizioni del senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone e quelle di Mario Abbruzzese, che nella sostanza si è ripreso la gestione politica del partito sul territorio.

In realtà però Forza Italia si trova ad un bivio definitivo più che decisivo. Sia a livello nazionale che locale è “assediata” dalla Lega e alle Europee si gioca la sopravvivenza politica. Sul territorio non può permettersi di perdere altri “pezzi”.

La situazione di Cassino rappresenta quasi plasticamente questa situazione di spalle al muro. Perché insomma, è caduta un’Amministrazione guidata da un sindaco di Forza Italia. Attraverso le dimissioni di massa. Firmate anche da esponenti “azzurri”. Al di là dei provvedimenti e delle competenze, però, il punto resta politico: all’interno del partito non si è riusciti a disinnescare la mina. Oggi è tutto più difficile. Anzi impossibile.

Poi c’è l’appuntamento ravvicinato delle Provinciali: la lista unitaria con Fratelli d’Italia evidenzia altresì le difficoltà degli “azzurri”, che negli ultimi dodici mesi hanno perso molti amministratori locali. I voti ponderati rappresenteranno un termometro per la classe dirigente. Poi subito le comunali, insieme alle europee.

Eh sì, Forza Italia si gioca tutto. Anche in Ciociaria.

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