La strategia per abbracciarsi Enzo Salera

Foto: © Igor Todisco

Pompeo tenta di ingabbiarlo. De Angelis gli spalanca le porte. Perché tutti oggi cercano il sindaco di Cassino Enzo Salera. Ci sono vari motivi. Che non solo solo i numeri dell'arsenale a sua disposizione. Ma ragioni che portano dritte a Zingaretti ed alla sua rivoluzione silenziosa

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo tenta di ingabbiarlo. Ed organizza a casa sua il primo convegno con cui marcare la ressurezione renziana. (leggi qui Niente battesimo ma niente silenzio: la rabbia di Salera contro il suo Pd). Il leader della componente maggioritaria Francesco De Angelis gli manda segnali sui quali non può esserci equivoco. Gli spalanca le porte di Pensare Democratico nello stesso giorno in cui annuncia il suo ritiro dal ponte di comando. (leggi qui Il cambio di passo, il congresso, Salera: la rotta di De Angelis per il Pd di domani). C’è un motivo se tutti ora vogliono dalla loro parte il sindaco di Cassino Enzo Salera: se non commetterà errori sarà lui un pezzo fondamentale del futuro nel Partito Democratico di Nicola Zingaretti.

I numeri

I numeri sono tutti dalla sua parte. Cassino determinerà il nome del prossimo presidente della Provincia di Frosinone. Perché può contare su 17 voti ponderati: quello del sindaco, di 7 consiglieri Pd, 6 della sua civica, 2 della civica Demos, l’appoggio strategico di Renato De Sanctis. In qualunque contesto in cui conti il voto ponderato rappresentano una caparra fondamentale.

Enzo Salera ha ottenuto il 58,84%, ha vinto in 31 delle 33 sezioni elettorali di Cassino, in una ha preso addirittura il 70,25%.

La coerenza

Ma l’arma più potente di Enzo Salera si chiama coerenza. Una scelta difficile, coraggiosa che al momento della composizione delle liste lo ha portato a rinunciare all’appoggio offerto da due ex esponenti della maggioranza di centrodestra. Diluirli in una vivica avrebbe trovato tante buone giustificazioni e soprattutto gli avrebbe portato mille voti sicuri. Ha rinunciato e questa scelta di coerenza lo ha premiato facendogli ottenere molti più voti di quelli ai quali ha rinunciato.

Soprattutto c’è dalla sua parte il percorso lineare: la candidatura arrivata senza sotterfugi, evitando di piazzare trappole e polpette avvelenate, seguendo invece un percorso tracciato dallo Statuto del Partito Democratico: le Primarie.

Il rinnovamento

Il popolo del centrosinistra che è tornato ai seggi per votare Nicola Zingaretti Segretario ha mandato una serie di segnali chiari. Ha chiesto il ritorno ad un Partito inclusivo e basato sull’Unità. Lo aveva già chiesto a gran voce a settembre riempiendo piazza del Popolo. (leggi qui Il Pd ritrova il suo popolo: in piazza contro il Governo).

Un rinnovamento di sostanza e non solo di uomini. Nicola Zingaretti è Segretario della vecchia scuola: parole pesate e molta sostanza. A costo di apparire ai superficiali come un Segretario senza proposta politica. In realtà la proposta c’è. E passa per l’abbattimento di quei santuari finora intoccabili che hanno ottenuto l’effetto di allontanare il Pd dalla sua base tradizionale. Vanno letti così i rinnovamenti radicali arrivati a Formia con la riunificazione dei tre circoli in cui il Partito era diviso (leggi qui Rivoluzione Pd: segretario giovane e fusione dei tre circoli). E va in questa drezione anche la fine del commissariamento ad Anagni (leggi qui Il Pd cambia generazione ad Anagni: Proietti è segretario).

Va letta in questa ottica la decisione repentina presa da Francesco De Angelis, eccezionale fiutatore d’aria politica: è necessario un segnale di rinnovamento e lui per primo si prepara a fare un cambio di passo. Tanto più che è il primo a sapere che non è un pennacchio a fare un generale. (leggi qui Il cambio di passo, il congresso, Salera: la rotta di De Angelis per il Pd di domani).

La figura di Salera

La figura di Enzo Salera si inserisce in questo contesto. Di rinnovamento radicale nel metodo, nella figura, nell’approccio. Con una patente di coerenza che è quella sollecitata dalla base tradizionale Dem.

È questo e sono i numeri a metterlo al centro dell’attenzione e delle mire dei big del Partito.

Enzo Salera lo sa. Ne è consapevole. È per questo che sta molto attento a non sbagliare. E a non farsi ingabbiare.