L’ambiente che non si inventa e i 26 esperti voluti da CCIAA ed Unicas

Formeranno le imprese ciociare e pontine su ‘Circular Economy Management, Sustainability and Environmental Law’

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Il “driver” è letteralmente il guidatore, o anche la guida in senso lato. Cioè l’elemento che consente ad un sistema complesso di avere una rotta omologa: per finalità, protocolli e percorso che ha portato alla sua azione. Ed in ordine al complesso ma fondamentale rapporto tra il mondo delle imprese e le tematiche ambientali quel driver può essere solo e soltanto la competenza.

Una competenza di tipo accademico che metta i possessori in condizione di “guidare” le imprese lungo un percorso obbligato. Quello cioè di seguire la mission del profitto ma senza più scavalcare salubrità ed equilibrio del contesto in cui quella mission si sostanzia. Non è più possibile seguire certe deroghe pigre e la Green Economy non è più un proclama etico-politico di parte, ma il presupposto unico per andare avanti. Tutti, e dovunque.

D’Amico che spinge verso il green

Guido D’Amico (Foto © AG IchnusaPapers)

Anche in Provincia di Frosinone e Latina, ed anche dove il Presidente di Confimprese Italia Guido D’Amico spinge da tempo il mondo produttivo. Lo ha fatto nella sua veste di master dell’associazione ed in qualità di membro di giunta di Informare. Cioè del “braccio benevolmente armato” della Camera di Commercio di Frosinone e Latina guidata da Giovanni Acampora.

E grazie ad una proficua sinergia tra CCIAA ed Università degli Studi di Cassino è partito il percorso formativo ed ufficiale per sfornare “ventisei nuovi Esperti Ambientali altamente qualificati”. Qualificati e “pronti a rispondere alle nuove esigenze del mondo delle imprese”.

Di cosa parla D’Amico nel suo orgoglioso post social che dà menzione del primo step di un’iniziativa pianificata da tempo? Di “un percorso formativo, altamente innovativo, in materia di ‘Circular Economy Management, Sustainability and Environmental Law’, nato dalla proficua collaborazione tra Camera di Commercio Frosinone Latina e Università degli Studi di Cassino”.

Il rifiuto come materia prima

Un corso vero e proprio che ha messo in spunta la possibilità di creare delle figure altamente professionali che siano capaci di accompagnare le imprese ciociare, cassinati e pontine verso quel Green Deal che per le partite Iva non è ostacolo, ma incentivo. Tutto questo “con il braccio operativo dell’Azienda Speciale Informare, che ho fortemente voluto promuovere in qualità di delegato di giunta”. (Leggi qui: La bellezza salverà il Basso Lazio).

Il tema è cardinale. In un sistema di economia circolare il trend è mantenere materiali e prodotti in circolazione il più a lungo possibile. Questo grazie al coinvolgimento di processi industriali e attività economiche di tipo riparativo o rigenerativo. Che significa? Che la risorsa mantiene il suo massimo valore il più a lungo possibile, consente di eliminare gli sprechi e scongiura che nell’ambiente vadano e permangano sottoprodotti di utilizzo.

Come i bicchieri biodegradabili che D’Amico usa come leit motiv per portare avanti al sua battaglia sul turismo sostenibile. Attenzione, il cambiamento riguarda anche i business plan, il modo in cui le risorse vengono estratte, trasformate in prodotti e poi diventano rifiuti.

Non è più così e il rifiuto è materia prima sempre rinnovabile. Ecco perché per questo ambito servono esperti e non avventizi in buona fede.

Le competenze: ecco la chiave di tutto

Ha spiegato perciò D’Amico: “Come sistema camerale seguiamo e crediamo che il driver centrale, oggi, sia quello della certificazione delle competenze. Per questo abbiamo voluto puntare sulla formazione. Formazione di una figura più che mai necessaria per aiutare le imprese ad orientarsi in un settore con troppe norme in continua evoluzione ed una burocrazia farraginosa”. Se il cardine è dunque una capacità certificata e non pionieristica allora bisognava (con)correre a formare quella capacità, a farla diventare modello didattico alto e poi modello operativo da proporre alle imprese.

“Da questo momento le imprese della provincia di Frosinone avranno a disposizione 26 Esperti Ambientali in grado di comprendere come produrre in modo innovativo rispetto al passato”.

Come si formano 26 esperti ambientali

Questo non solo in ottica green in purezza, ma anche e soprattutto mettendo il green a crasi con l’economia. Cioè “creando business ma minimizzando l’impatto sulle risorse del pianeta”.

E in chiosa: “L’imminente avvio della seconda edizione è la prova di quanto il mercato necessiti di queste figure professionali e la Camera di Commercio ha prontamente risposto a questa esigenza”.

Un’esigenza che riguarda un futuro che è già presente, e di cui andavano colte opportunità e regole di ingaggio per attuarlo. In sinergia.